
MUGELLO – Ormai le tarantole hanno invaso il Mugello! Come salvarci da un flagello simile? Dai terribili morsi di questi mortiferi animali? La cosa in realtà è molto semplice, se si ricorda che “tarantola” è nome dialettale toscano che non indica l’orribile ragno peloso, ma genericamente ogni piccolo animale a forma di lucertola: nel nostro caso una piccola lucertola notturna più correttamente chiamata “geko”.
Questo animale ha per me una storia. Sono arrivato a Vicchio nel 1973, insegnando al Liceo di Borgo, e da subito mi sono interessato alla fauna locale, perché il Mugello è una zona intermedia tra la pianura padana e l’ambiente toscano, molto più caldo per effetto della cortina divisoria dell’Appennino: in territori come questi la fauna è spesso più ricca, contenendo elementi appartenenti a tutti gli ambienti circostanti . Nel 1973 di geki io non vedevo traccia: del resto il nome generico “tarantola” si usava anche per indicare tritoni o salamandre, che invece c’erano. Ma a metà degli anni ’80 un gruppo di ragazzini della mia strada, conoscendo la mia attenzione per insetti e piccoli animali, mi portarono una coda, che chiaramente era appartenuta ad un geko. Non mi spiegarono dove e come l’avessero trovata: ma la coda in sé era un elemento concreto, una traccia di presenza incontrovertibile Certo, un po’ poco per affermare la presenza in Mugello dell’animale: per affermare con certezza la presenza di una specie occorrono avvistamenti, corpi interi o tracce di ogni tipo e una coda solitaria poteva sollecitare l’attenzione, ma non era sufficiente. Per i quindici anni successivi non ebbi altre segnalazioni. Poi, dai primi anni 2000 gli avvistamenti si sono moltiplicati: addirittura a sera potevo vederne uno sulla facciata del palazzo di fronte al mio. Non potevano esserci più dubbi: il geko faceva parte della fauna del Mugello. Oggi sono un elemento faunistico abbastanza comune; la specie solitamente presente è il tarantolino (Phyllodactylus europaeus), la cui presenza nei testi è segnalata anche in qualche sito dell’Italia continentale . La caratteristica più interessante che accomuna tutti i gechi è la capacità di muoversi aderendo a qualunque superficie, persino un soffitto, grazie ai piedi che presentano complicatissimi piani d’appoggio. Queste “suole delle scarpe”, unite al loro scarso peso, permettono loro qualunque acrobazia, sia in verticale che addirittura capovolti. Così riescono a catturare gli insetti prevalentemente notturni di cui si nutrono (falene, zanzare, ecc.) quando si posano ad esempio sui muri. Sono quindi animaletti utili a contenere il numero di molti insetti fastidiosi ed anche pericolosi che vivono la notte insieme a noi.
A questo punto una riflessione su questa strana storia si impone: come mai prima erano così rari da essere praticamente invisibili, mentre ora sono divenuti così comuni? I geki sono rettili e si riproducono depositando uova nel terreno, da cui, se le condizioni sono favorevoli, nasceranno i piccoli già formati; il clima quindi deve essere non troppo freddo per permettere agli adulti di vivere e alle uova di schiudersi. Anche noi ci siamo accorti che dagli anni ’70 gli inverni non sono più così gelidi, nevosi e lunghi come un tempo. Oggi l’inverno si è ridotto ad una stagione con scarsa neve e poco freddo, a parte qualche gelata, magari tardiva, in ogni caso sporadica. Così gli adulti riescono a superare più facilmente questo periodo ostile e le uova dei nidi possono svilupparsi molto più facilmente nella primavera successiva. Il risultato è un evidente aumento del loro numero, che li ha resi decisamente visibili, mentre in precedenza non lo erano. È sin troppo chiaro che anche loro sono stati favoriti dal generale miglioramento del clima, anche se, essendo rettili, quindi molto più sensibili al freddo, hanno risentito in modo più lento del fenomeno, rispetto ad altri animali che sono entrati in Mugello negli ultimi 20-40 anni. Ma di questo spero di poter parlare un’altra volta.
Paolo Bassani
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 3 aprile 2021
1 commento
Grazie per questo articolo così interessante…come sempre.