
Contiene una raccolta di immagini, per la massima parte cartoline illustrate, che raffigurano il paese di Vicchio dalla fine dell’Ottocento agli anni Venti del Novecento (le pagine finali sono invece dedicate a Don Milani e alla scuola di Barbiana). Vi si ritrovano ambienti, monumenti e persone che davano a questo borgo mugellano una fisionomia inconfondibile, oggi completamente alterata dal terremoto del 1919 e dalle immani distruzioni seguite al passaggio del fronte nella seconda guerra mondiale. Prima di questi cataclismi il paese aveva conosciuto un netto miglioramento, anche dal punto di vista edilizio. Nel 1892-93 era stata inaugurato l’acquedotto che portava in centro l’acqua corrente da monte Giovi. Tra il 1885 e il 1888 era stata costruita la via di collegamento tra la piazza del castello e il piazzale delle fiere e dei mercati, nel quale sorsero poi le scuole, le logge del mercato e il nuovo teatro. Dal medesimo piazzale partì il nuovo viale alberato che conduceva alla stazione ferroviaria del paese, portata a termine nel 1913 con l’inaugurazione della linea Borgo San Lorenzo – Pontassieve.
Di tutte queste trasformazioni il libro fornisce una puntuale documentazione.