LA STORIA
Il monastero della SS. Annunziata a Marradi fu costruito per iniziativa della famiglia Fabbroni e dei marradesi, che vi investirono le rendite di alcuni anni dei molini. Era l’11 novembre 1575: due religiose furono trasferite dal monastero domenicano di Pratovecchio a Marradi. E’ questa la data di nascita del monastero.
In pochi anni fiorirono le vocazioni: già nel 1584 il monastero contava quattordici professe, quattro novizie e si apprestava a far entrare otto giovani marradesi; e nel 1648 le monache erano 34.
Nel 1796, a seguito della rivoluzione francese, la SS.Annunziata subì la sorte di molti altri monasteri: confisca del patrimonio e soppressione. Le domenicane ritornarono in famiglia ma appena la situazione lo permise, nel 1815, riacquistarono il monastero e vi rientrarono. Dopo le prime difficoltà, tornò il sereno, e nel 1837 le monache intrapresero la costruzione della nuova chiesa, consacrata l’anno successivo.
La tranquillità durò poco: nel 1866 lo Stato italiano stabilì la soppressione di tutti gli ordini religiosi e vietò nuovi ingressi nei monasteri femminili. VI fu anche la confisca dei beni, e le monache furono relegate in un’angusta area del monastero. Nel 1887 il Comune di Marradi acquistò dal Fondo per il Culto la SS.Annunziata impegnandosi a garantire alle domenicane una piccola porzione della struttura. E in una parte dell’orto furono costruite le scuole elementari.
Ma dieci anni dopo le suore riuscirono a riacquistare tutto il monastero. Seguirono però altri anni difficili: la guerra, la febbre pestilenziale, il terremoto; ed anche riconoscimenti pubblici per il grande contributo educativo dato al paese con l’insegnamento presso la scuola elementare pubblica.
Poi la seconda guerra mondiale costrinse le domenicane ad abbandonare il monastero per ripararsi –su indicazione del Vescovo- a Cignano. E gli eventi bellici imposero un nuovo trasferimento presso la canonica di Lutirano e successivamente a Popolano.
Il 7 maggio 1945 le campane della chiesa e del monastero annunciarono il ritorno delle monache nel convento marradese, per una vita di silenzio, preghiera e lavoro. Una vita che continua tuttora.
© Foto Marta Magherini
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