PALAZZUOLO SUL SENIO – L’estate è la stagione della luce, quando la voglia di vivere è più forte che mai. La domanda è: si può parlare di cimiteri proprio d’estate? E’ quello che accade a Palazzuolo in queste torride settimane. Già, perché a qualcuno è venuto in mente che nelle campagne attorno al paese, una volta divise in 13 parrocchie, accanto alle 13 chiese, sorgevano 13 piccoli cimiteri. La traccia di molti di questi è oggi appena visibile, solo uno svolge ancora la sua funzione originaria. Si tratta di luoghi semplici, tutti simili tra loro. Un fazzoletto di terra circondato da un muro di cinta, un cancello e di fronte una piccola cappellina con il tetto a spiovente che sembra un po’ la casina dei disegni dei bambini. Ad eccezione di quello di Misileo, tutti gli altri sono stati abbandonati, le salme traslate così che oggi il muro di cinta racchiude solo un prato, che spesso è diventato un bosco. La vegetazione è cresciuta indisturbata e ha popolato questi luoghi di arbusti, a volte di veri alberi, certamente di rovi. Che fare di questi luoghi? Lasciare che il tempo e la vegetazione continuino pian piano la loro opera, non opporre resistenza all’oblio, alla cancellazione della memoria di cui sono stati portatori? Oppure restaurare e recuperarne la memoria. O invece reinterpretare gli spazi racchiusi dai poveri muri per una nuova vita o una nuova suggestione.

Si è pensato allora di rivederli come erano, quando da poco tempo la gente aveva abbandonato i poderi e le case sui monti, e partendo aveva lasciato ancora un fiore sulle tombe. Una vasta raccolta di fotografie scattate negli anni ’70 è stata così l’occasione per ripercorrere la memoria dei piccoli cimiteri di campagna. Le foto di Iacopo Menghetti sono state raccolte in una Mostra dal titolo ‘Luoghi della memoria’ che è visitabile presso la Saletta espositiva del Museo delle Genti di Montagna. La mostra vuole essere un primo pezzo di questo percorso di rivisitazione del territorio alla ricerca dei luoghi delle sepolture delle genti che hanno abitato i nostri monti. Ogni civiltà è da sempre stata studiata attraverso le sepolture che ha lasciato, e mi piace pensare che così anche i nostri contadini, gente povera e molto semplice, possano finalmente raccontare la loro storia.

Ma, non dimentichiamolo, è estate. E allora c’è voglia di festa e di allegria. Così questa idea prende una forma e diventa ‘Un progetto per il Camposanto di Salecchio’. La proposta può sembrare paradossale ma è divertente, e arriva proprio al cuore dell’estate: nel pomeriggio del giorno di Ferragosto. Ci si ritrova davanti a quello che resta del Camposanto di Salecchio, poco più di 2 km da Palazzuolo lungo la strada che porta a Marradi. Mirko Artuso legge brani da ‘Il Quaderno delle assenze’ e El Bechin presenta Horror Puppets Show, spettacolo di clown, mimo, marionette e burattini. Poi insieme si cammina fino al paese e in Piazza Strigelli Arianna Porcelli Safonov e Massimo Cirri presentano ‘Comuni mortali’. Uno spettacolo dove ironia e verve comica sono unite a una dissacrante riflessione sulle assenze e sulla vita. E’ Massimo Cirri, storico conduttore radiofonico di CATERPILLAR mente vulcanica e battuta pronta, l’anima di tutto questo. E’ sua l’idea folle di parlare di cimiteri d’estate. Speriamo che veniate ad assistere a questo curioso spettacolo così poco ferragostano, se non vi piacerà saprete con chi prendervela: Massimo Cirri, Il Teatro del Pane e l’Associazione Genti di Montagna.

Daniela Poli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 4 agosto 2022

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