Qualche volta si tratta di poche note che danno nuova luce a un singolo episodio del passato, in altri casi invece, siamo di fronte a una ricerca vera e propria, a uno studio approfondito su una specifica località e sul popolo che vi si è insediato nel tempo, fino ad assumere quella particolare fisionomia che lo rende unico e insostituibile nella composizione di un ambiente straordinario come quello del Mugello.
È una “lettura” nuova della nostra terra, un pungolo, uno stimolo quotidiano che ci spinge a studiare e approfondire le conoscenze del nostro passato, a cogliere finalmente ogni aspetto di quel mondo di microstoria locale ancora completamente sconosciuto ma essenziale per la completa acquisizione di quella struttura di costume e cultura che sostiene da sempre la nostra identità.
Fra uno scatto e l’altro di oltre cento foto a colori e immagini d’epoca, l’autore ci accompagna fra leggende locali e storia autentica, lungo un percorso interminabile che ha origine negli ultimi secoli del primo millennio e si estende fino ai tempi moderni che ci appartengono, svelando inaspettatamente un mondo ricchissimo di storia, di cronaca, di vita quotidiana e di cultura, sorprendenti in una comunità così appartata e demograficamente contenuta. Particolare dedizione e una minuziosa descrizione illustrano la storia più antica del luogo, con note dettagliate sul primo insediamento umano della zona che portava il nome di “Borgo all’Isola”; una realtà abitativa medievale collocata lungo un’ansa del torrente Dicomano, spazzata via dalla forza inaudita delle acque e mai più ricostruita.
Una storia lunghissima, segnata in maniera drammatica da guerre e calamità naturali come il terremoto del 29 giugno 1919 che avrebbe distrutto alcune coloniche locali e raso al suolo la Pieve di San Babila.
Ed è proprio a quest’ultimo edificio di culto che l’autore ha dedicato una parte importante del suo lavoro, indicandone il lungo percorso storico, continuamente tormentato da radicali e importanti interventi conservativi e di restauro, che lo relegarono a lungo come la struttura romanica più ricca e prestigiosa dell’intera Val di Sieve.
Non resta dunque che iniziare a leggere il libro “San Bavello, un popolo e la sua Pieve sulla Montagna di San Godenzo” (Edizioni del Poligrafico Fiorentino, pp.235), che sarà presentato sabato 1 settembre alle ore 17.00 nella splendida Pieve di San Bavello, evento che prevede la partecipazione del sindaco di San Godenzo Alessandro Manni e del prof. Silvano Sassolini, relatore e responsabile dell’Archivio Storico Diocesano di Fiesole.
Un’ occasione da non perdere per tutti gli appassionati di storia locale, ulteriore testimonianza e retaggio di un patrimonio inestimabile da apprezzare e valorizzare ma anche un gesto di affetto e di amore per una terra ancora ricca di segnacoli e segreti da raccontare.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 28 agosto 2018