MUGELLO – Il noto artista Niccolò Niccolai, in una saletta dedicata a Monte Senario, accanto ad altre opere fatte in anni recenti, dal 4 agosto ha esposto le sue ultime tre sculture, il frutto del lavoro della primavera 2018, che riassumono ed esprimono la poetica del maestro mugellano e le matrici culturali che la generano.

La prima è Animus Anima, un omaggio a Carl Gustav Jung. “Platone nel Simposio parla del mito dell’Ermafrodita – spiega Niccolai – una creatura felice che viene diviso, per invidia divina, nel maschio e nella femmina. Con le due parti in continua ricerca dell’altra metà. Jung asseriva che ogni essere contiene l’Animus Anima, una parte maschile e una femminile, indipendentemente dalla sua sessualità. Nel mio lavoro quindi ho cercato di creare armonia, unendo il maschile e il femminile nell’equilibrio delle forme, utilizzando parti anatomiche ed astratte”.

La seconda opera è quella che dà il nome alla mostra, “Il Transito di San Francesco”, una scultura in marmo bianco di Carrara e nero del Belgio, che è stata esposta per tre mesi ad Ascoli Piceno ed è stata al centro di dibattiti e attività culturali tra arte sacra e profana. Spiega Niccolai: “Le fonti che hanno scritto della notte in cui il Santo d’Assisi morì sono l’uomo a lui più vicino, sempre accanto e presente anche quando ricevette le stigmate, Frate Leone, e San Bonaventura da Bagnoregio. Tra il 3 e il 4 ottobre del 1226, quando San Francesco si accorse che stava morendo, chiese di essere messo ‘nudo sulla nuda terra’. Non voleva orpelli od oggetti materiali che lo trattenessero dall’andare verso Cristo. Spirò guardando in un certo punto del cielo. Nel 2017 fui invitato ad una liturgia che i francescani fanno ogni anno. Rimasi molto colpito e volli realizzare ‘Il Transito’, una figura in marmo bianco su una lastra nera, la ‘nuda terra’”.

Il Transito di San Francesco, di Niccolò Niccolai (Foto di Stefano Vitali)

La terza opera è la “Sedia di Berenzo”, una fusione a freddo in bronzo, anche questa ha in sé un aneddoto. “Questo lavoro nasce da un ritratto che feci nel 2011 – racconta Niccolai – alla pittrice mugellana Cristina Falcini che venne a trovarmi nel mio studio. Seduta, sistemò i piedi e l’intreccio delle gambe in una maniera che mi colpì. Le realizzai un ritratto. Tra questo e la scultura sono passati sette anni. Mi venne in mente la lezione di un mio docente all’Università. Disse che per capire un’opera serviva una sedia. Per comprendere l’arte devi stare davanti, passare del tempo ad osservarla, interrogandola per farle svelare i suoi contenuti. A questo lavoro di donna seduta io ho dato anche un il sottotitolo: ‘la Pigrizia’. Perché mentre la realizzavo mi tornò in mente una poesia delle elementari che aveva questo titolo. E’ vero che ‘per capire l’arte serve una sedia’, ma questa ti può mettere in uno stato mentale in cui non ti interroghi più di nulla”.

Non resta allora che alzarsi dalla propria sedia, dal proprio divano, dal proprio letto e andare a Monte Senario, cogliendo gli ultimi giorni della mostra del prof. Niccolai, che chiude il 2 di settembre. Gli orari per le visite sono tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Una occasione da non perdere.

Fabrizio Nazio
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 28 agosto 2018

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