Villino Chini

Il Villino Chini, foto di Francesco Noferini

Il villino fu fatto costruire da Chino Chini verso il 1923, come residenza per sé e per la sua famiglia a Borgo San Lorenzo, in prossimità delle Fornaci San Lorenzo. In quegli anni era infatti ormai soprattutto Chino ad occuparsi della manifattura e a sentire quindi l’esigenza di esservi sempre presente. E’ una originale costruzione in pietra e mattoni, ispirata abbastanza liberamente ai modelli neogotici che si andavano diffondendo fin dall’inizio del secolo.

Il Villino Chini, foto di Marta Magherini

L’esterno è decorato con numerose piastrelle tratte dalla produzione delle Fornaci, soprattutto dal repertorio creato per la recente monumentale impresa decorativa delle Terme Berzieri di Salsomaggiore (1920 – 1923), coi proventi della quale la casa stessa poté essere edificata. Sulla facciata che dà sul viale spiccano ricorsi ceramici rettilinei, curvi in corrispondenza degli archivolti delle finestre con motivi colorati o dorati a linee spezzate, rombi, triangolini, quadretti ed intrecci. Sui terrazzi e nel sottotetto sono applicate piastrelle quadrangolari e rotonde con particolari figurativi da varie decorazioni e di varie epoche, quasi un’esposizione permanente del proprio campionario.

La balaustra e la copertura del terrazzino si reggono su colonnine in Grès a lustro metallico, mentre intorno alla base dello stesso corre una serie di teste di leone in Grès naturale. Sotto la tettoia, una Madonna col Bambino di imitazione robbiana è appesa fra due festoni di frutta.

Anche i due cancelli e il muro di cinta sono ornati di vari pezzi ceramici minuti, oltre che da un rilievo in terracotta naturale raffigurante un Putto che stringe una murena; in ceramica anche la targa col nome e la placca del vecchio campanello, con un ramarro che si morde la coda.

Foto di Marta Magherini

Foto di Marta Magherini

Il proprietario del Villino Chini, Vieri Chini

L’interno fornisce esempi di rivestimento, particolarmente interessanti anche per il fatto di essersi perfettamente conservati, soprattutto nelle maioliche della Stanza da Bagno, in quelle che rivestono il caminetto e nello spettacolare pavimento con La Nascita di Venere, disegnato da Galileo Chini ispirandosi alla pittura fiorentina del Rinascimento e realizzato dalle Fornaci in Grès policromo.


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