VICCHIO – Sono stati molti coloro che con interesse ed attenzione hanno partecipato sabato 23 giugno a Vicchio alla presentazione (articolo qui) del libro di Bruno Becchi, Studi sull’Ottocento e Novecento (Firenze, Pagnini, 2017). A partire dalle 17.00 hanno cominciato a riempirsi le sedie disposte in via Garibaldi, sullo sfondo di una piazza Giotto che si stava preparando ad ospitare un nuovo concerto musicale organizzato per la sera nell’ambito della XXI edizione di Etnica. Nell’attesa dell’inizio della presentazione e poi al suo termine, gli interventi hanno avuto modo di parlare direttamente con l’on. Valdo Spini della situazione politica dell’oggi e di ciò che, da tale punto di vista, può riservare il domani. La presentazione è iniziata con le parole introduttive di Giovanni Casalini, presidente del Circolo Rosselli Valdisieve, promotore della pubblicazione, il quale ha ricostruito in sintesi il percorso di studioso dell’autore e indicato i termini della collaborazione di quest’ultimo alle conferenze e al periodico del Circolo, Laburista notizie. Bruno Confortini ha proposto un’analisi del volume, sottolineandone i caratteri di essenzialità, chiarezza e correttezza storiografica e rilevando – sulla base di una affermazione di Blaise Pascal – come capacità di sintesi non voglia dire assolutamente sciatteria. Valdo Spini, dopo aver fatto riferimento alla conoscenza – anche familiare – di vecchia data ed alla lunga collaborazione con Becchi, ha preso spunto dal libro per delineare un quadro politico nazionale ed internazionale, che, partendo dall’attualità, ne lasciasse intravedere le possibili prospettive future. L’autore ha parlato infine delle ragioni che hanno portato alla pubblicazione del libro e delle caratteristiche essenziali del suo lavoro, soffermandosi poi sui tre saggi che, sono sue parole, costituiscono gli assi portanti delle tre sezioni in cui è articolato il volume: il saggio sui problemi relativi all’immediato periodo post-unitario, quello sui trent’anni di vita del Partito socialista, dalla ricostruzione del secondo dopoguerra alla rivoluzione generazionale dei quarantenni, che inaugurerà la lunga segreteria di Bettino Craxi, quello infine relativo al quadro della Chiesa fiorentina a cavallo tra gli anni Cinquanta e la metà degli anni sessanta, con particolare attenzione alle matrici cultuali del pensiero e dell’opera di don Lorenzo Milani. Becchi ha poi risposto alle domande suggerite dai relatori prima di lasciare spazio agli interventi del pubblico. L’esito positivo dell’iniziativa induce all’auspicio che altri analoghi momenti d’incontro possano essere organizzati, dando spazio e visibilità alle molte attività culturali – legate al campo della storia, della letteratura, dell’arte, del scienza, del teatro, della musica e non solo – che vengono svolte sul nostro territorio e ne rappresentano un segno indiscutibile della sua vitalità.

Fabrizio Nazio
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 giugno 2018

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