Lo spunto a questa ricerca nasce dalla notizia storica, riportata dal Repetti, che, citando il Villani, afferma l’esistenza di ben 33 castelli appartenenti alla consorteria degli Ubaldini nel territorio del Comune di Firenzuola (articolo qui), riportandone elenco dettagliato dei relativi toponimi (cfr. successiva scheda 7). Considerato che nella tradizione locale la memoria di siti castellani era molto più limitata, sorgeva il dubbio e la curiosità di avvalorare quanto affermato dalle rispettabili fonti storiografiche. Le indagini bibliografiche, toponomastiche e cartografiche intraprese hanno confermato la numerosa presenza di insediamenti castellani nel territorio di Firenzuola, ma l’originalità della ricerca è costituita dalla referenziazione territoriale dei siti individuati dalle fonti. I luoghi imputati sono stati visitati, rilevando e documentando fotograficamente la presenza in superficie di manufatti o di tracce insediative imputabili al periodo storico di nostro interesse.

Nel seguire questa illustrazione occorre tener presente alcune pregiudiziali: 

  • I castelli Ubaldini, nell’arco del secolo XIV furono tutti acquisiti dalla Repubblica Fiorentina: conquistati militarmente, comprati o barattati e nel tempo, sistematicamente demoliti.
  • I ruderi costituirono, fino a pochi lustri fa, materiale edilizio di prelievo o luoghi di insensato saccheggio, nella ricerca di cimeli o fantasiosi tesori, per cui soltanto nei luoghi più impervi sono rimasti resti visibili.
  • La toponomastica dei castelli è arrivata a noi prevalentemente da atti notarili, che hanno usato i nomi dei luoghi in uso al tempo della loro redazione, oppure discendono da citazioni degli storici che alcune volte usano denominazioni imprecise. 

La consorteria degli Ubaldini

Questa ricerca, per la carenza di documentazione storica locale dell’Alto Medioevo fa riferimento fonti di differente origine ed in molti casi di incerta attendibilità. I “castelli” schedati sono documentabili per un limitato periodo: dall’XI al XIV secolo, la parte terminale della storia di una consorteria presente sul territorio dell’alto Santerno da almeno cinque secoli precedenti.

La casta degli UBALDINI, come altri famosi feudatari delle nostre zone, sono con tutta probabilità di origine longobarda e forse anche, come afferma Giovanbattista Ubaldini, storico della famiglia, dalle tribù dei Sicambri. Si potrebbero essere insediata su questi monti al confine con i territori bizantini dell’esarcato di Ravenna, fin dal VII secolo (1), per presidiare i confini tra il 570 ed il 712,

La casata degli Ubaldini, secondo i recenti studi del “Progetto Montaccianico”, avrebbe affermato la sua potenza presso la corte di Matilde di Canossa (1046-1115) e con il primo Ubaldino (1098-1105), che darà il nome alla casta,  accrebbe notevolmente il suo dominio. Con la morte della Marchesa gli Ubaldini trasferiscono il loro interesse verso il contado fiorentino, venendo  nel XII secolo  a creare i tre rami che domineranno il Mugello e l’Appennino Tosco-Bolognese: Montaccianico,  Galliano, Senni, con diramazioni nelle valli del Santerno (Alpes) e del Senio (Podere) (2).

Resta il fatto appaiono tracce fin dal VII Sec. di un Ubaldino “Signore del Mugello e dell’Alpi Fiorentine” quando queste terre erano sotto il dominio  longobardo di Rotari e la presenza di castelli e poteri feudali sulle Alpes Ubaldinorum è attestata da un atto del 995 (3). Lo stesso Casini nel suo “Dizionario Storico di Firenzuola” riporta l’origine longobarda della casata , rappresentando anche un albero genealogico dei capostipite.

E’ del 1100 la prima citazione ufficiale di un Ubaldini, vassallo della Contessa Matilde di Canossa, nei documenti del Monastero di San Pietro in Luco.  La loro probabile origine  longobarda  appare suffragata, anche dall’organizzazione politica e sociale che guiderà l’evoluzione del loro potere nel Mugello e nell’Alpe . Gli Ubaldini costituiranno numerosi “castelli” indipendenti, consorziati attorno ad un capo più o meno riconosciuto in base al valore guerriero ed alla capacità di comando. Un’organizzazione molto simile a quella dei Longobardi articolata in clan e tribù con un loro capo, che facevano riferimento ad un re condottiero. Per altro la casata farà costante riferimento, anche dopo la sottomissione al potere carolingio, al diritto longobardo, abitualmente citato nei loro atti legali. I discendenti attesteranno riconoscimenti e feudi: da Carlo Magno nell’ 801 alla sua discesa in Italia; l’ottenimento del titolo comitale dall’imperatore Ottone II nel 975; il bando della Contessa Matilde di Canossa nel 1104; nel 1184 Federico Barbarossa è ospite di Ubaldino Ubaldini, in quella occasione sarebbe avvenuta l’assegnazione dello stemma e del motto; i loro privilegi sono confermati da Enrico VI nel 1196 con la concessione di numerosi feudi tra i quali quello della Carda nel Tifernate;  i benefici del 1220-1246 di Federico II “di Svevia”  legittimeranno il loro dominio sull’area del Mugello e dell’Alpes Ubaldinorum (Alto Mugello). Questi documenti gelosamente custoditi e tramandati, anche se di dubbia legalità, trattano di fatti e di luoghi realmente esistiti (4).

Dei tre rami (Montaccianico, Galliano, Senni) che si formarono all’interno della famiglia prevalse quello di Montaccianico,   raggiungendo la maturazione politica con i privilegi del 1220 e del 1246 concessi dall’imperatore Federico II. Riconoscenti dei favori ottenuti rimasero fedeli all’Impero, individuato come fonte legittimante della loro sovranità, e quindi si posero ai vertici del ghibellinismo toscano. Aderirono infatti alla Lega Ghibellina di Toscana nell’estate del 1251, dando così vita alla secolare guerra contro Firenze. Naturalmente alla ramificazione di Montaccianico appartennero i personaggi più noti della casata: in particolare il Cardinale Ottaviano (1213-1272), e suo fratello maggiore Ubaldino della Pila (1205c.-1289). Inoltre Ruggieri figlio del medesimo Ubaldino della Pila, che fu arcivescovo di Pisa dal 1278 al 1295 al quale Dante dedicò l’intero XXXIII canto dell’Inferno. Quindi Ugolino da Senni nipote dei suddetti fratelli (dal 1238-1293). (2)

L’ultimo Ubaldini da Montaccianico, Giovanni D’Azzo, trovò rifugio tra gli Ubaldini della Carda. Ad Apecchio gli Ubaldini tennero la Contea fino al 1750, da pochi anni è deceduta l’ultima contessa Ubaldini che viveva ad Urbino, unica erede di una famiglia tra le più nobili e più antiche d’Italia.

Altri famosi personaggi della casata che merita ricordare:

Maghinaldo Novello figliuolo di Giovanni degli Ubaldini, stimato il primo guerriero di sua famiglia, diede che fare assai alle genti della Repubblica Fiorentina state più volte inviate tra il 1250 ed il 1381 nell’Alpe e nel Podere degli Ubaldini, sia quando nel 1350 furono presi i Castelli di Montegemmoli, di Montecoloreto e di Bordignana nell’Alpi; sia quelli di Bozzolo e di Vignano nel podere dove ad onta delle larghe promesse fatte dai comandanti fiorentini ai loro soldati, non poterono espugnare le rocche di Susiniana e di Val d’Agnello per la fortezza del sito. A Maghinaldo Novello II degli Ubaldini spetta il fatto della resa del castel del Frassino nel Podere caduto in mano de’Fiorentini nel 1373 dopo essere stato decapitato come ribelle il prenominato Maghinardo degli Ubaldini.

Marzia Ordelaffi, conosciuta come Cia, moglie di Francesco II Ordelaffi, signore di Forlì, figlia di Vanni Ubaldini da Susinana e di Andrea Pagani, figlia a sua volta del celebre Maghinardo Pagani da Susinana.  Cia aiutò sempre il marito nella sua lotta a favore del partito ghibellino. Nel maggio del 1351, il suo intervento in soccorso del figlio Lodovico Ordelaffi è decisivo per la vittoria della battaglia di Dovadola. Nel 1357, durante la Crociata contro i Forlivesi, fu incaricata dal marito di difendere Cesena, città anche della quale Francesco aveva la signoria. Nell’immaginario popolare rimane ancora vivo il ricordo della sua eroica resistenza contro le truppe di Egidio Albornoz, a cui alla fine dovette comunque cedere.(7)

  1. Nel 572 si accenna per la prima volta a questi luoghi quando l’esercito bizantino di Ravenna inviò a Tirulum (Tirli) dei soldati per impedire la discesa di tribù longobarde che, battute presso Bologna, tentavano di scendere dal Santerno. Da Lorenzo Raspanti.
  2. Da: http://www.montaccianico.it/ il 21/08/2013
  3. “Cornacchiaia” G.Manco 2010, rogito del 14 dicembre 995
  4. Nel recente convegno sugli Ubaldini tenutosi a Scarperia il 29/09/2012, il Prof. Simone M. Collavini (Università di Pisa), ha rilevato l’incongruità storica dei due documenti.
  5. Da: http://www.montaccianico.it/ il 21/08/2013.
  6. Da: Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, Emanuele Repetti v.5.
  7. Da Wikipedia.

Franco Poli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 18 aprile 2022

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