La chiesa di San Giovanni Battista sorge sulla piazza principale di Firenzuola.

Dopo che l’antica pieve era andata completamente distrutta a causa dei bombardamenti del 1944, fu progettato un nuovo edificio. La scelta operata dal Genio civile di Firenze, avversata da una parte del paese, fu quella di costruire un edificio moderno nelle linee come nei materiali, e la progettazione fu affidata nel 1955 all’architetto Edoardo Detti che coinvolse il suo collega e amico Carlo Scarpa.

La progettazione fu molto travagliata: i due architetti elaborarono numerose soluzioni, assai diverse tipologicamente e stilisticamente, e quella definitiva, del 1958 fu notevolmente ridimensionata rispetto alle precedenti: nel marzo del 1957 infatti il nuovo progetto aveva ottenuto l’approvazione del provveditorato alle Opere pubbliche e del Sovrintendente Barbacci ma non quella della Pontificia commissione per l’arte sacra che, pur apprezzandone l’ideazione, ritenne il progetto liturgicamente non rispondente alle esigenze di una chiesa e non felicemente ambientato. Nel 1958 la commissione di Arte sacra approva finalmente il progetto, ridimensionato e rivisto, e nel maggio del 1959 vengono ufficialmente avviati i lavori, eseguiti dalla ditta Masini. La nuova chiesa di San Giovanni Battista viene inaugurata nel dicembre del 1966, benché alcune opere interne non siano state ancora terminate.

L’esterno
La chiesa è posta al centro della cittadella murata di Firenzuola, nel punto d’intersezione dell’antico cardo e decumano: essa è situata in un lotto d’angolo, in un’area occupata sino alle devastazioni della seconda guerra mondiale dall’antica pieve romanica la quale era dotata di un porticato continuo sui due fronti ovest e sud.

La chiesa presenta un volume compatto, a pianta rettangolare articolata, connotato sulla facciata principale tramite i due motivi-segni contrapposti della snella massa ‘piena’ del campanile in cemento faccia vista (qualificato dai netti tagli verticali della cella campanaria e dalla copertura a ala di gabbiano) e del portico tripartito; lievemente arretrato il fronte vero e proprio, dal profilo a capanna, si configura come una semplice partitura suddivisa in due diverse porzioni: un muro intonacato di bianco, compresso all’estremità destra da un contrafforte in pietra, e una superficie vetrata.

Il lato meridionale si presenta come un muraglione in pietra serena scandito dal ritmo serrato delle paraste e suddiviso in due zone tramite la fascia continua del cordolo marcapiano nel quale sono ricavate luci quadrate binate: unico accesso presente in tale superficie, una semplice porta con infissi in rame. La zona absidale riprende, semplificandolo, tale disegno e propone in corrispondenza degli angoli la sovrapposizione di un primo livello pieno e di un secondo livello dove l’arretramento dell’angolo viene sottolineato da due decisi tagli vetrati.

L’interno
La semplicità del linguaggio delle facciate viene riproposta anche all’interno, caratterizzato un’unica grande aula sapientemente illuminata.

Tale spazio è dominato e qualificato dai tre grandi pilastri in cemento, con retrostante muratura in pietra a filaretto, dal tetto a carena in legno da cui emergono parte delle travi in cemento, dalla teoria di luci quadrate a scandire l’ampia superficie muraria intonacata e infine dal catino absidale di pura geometria. Tale spazio risulta il più suggestivo dell’aula: il semplice volume a pianta quadrata è definito da candide pareti i cui angoli sono ritagliati da un volume vetrato; al centro è situato il podio circolare dell’altare maggiore (in pietra serena lavorata con corrimano in ferro brunito) dal bel disegno di chiara geometria, che per dimensione invade, fino quasi a saturarlo, lo spazio presbiterale.

A fianco dell’ingresso sono situati in successione il battistero, a pianta rettangolare e con possibilità di accesso diretto dall’esterno, la cella campanaria e infine l’affaccio su una piccola corte; il percorso presbiterale sulla sinistra, nel quale è ricavata la nicchia dell’altare della Vergine, conduce al presbiterio e alla sacrestia.

Per quanto concerne gli apparati decorativi della chiesa, l’affresco dell’altare della Vergine è opera del maestro Innocenti degli anni sessanta, mentre le formelle policrome, il grande Cristo dell’abside e gli apparati decorativi del battistero, tutti in terracotta, sono state realizzate dallo scultore Salvatore Cipolla tra il 1995 ed il 1997. Sulla sinistra è esposto l’antico crocifisso ligneo proveniente dalla chiesa di Camaggiore.

© Il Filo – Arte e cultura in Mugello – agosto 2019

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1 commento

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