
Il medievale palazzo del Podestà, risalente probabilmente alla metà del XIII secolo ed oggi sede della biblioteca comunale, già ai primi anni del Novecento, risultava piuttosto danneggiato. Altri gravissimi danni furono arrecati dal terremoto del giugno 1919, circostanza che rese ancora più urgenti i restauri. Tuttavia, negli anni successivi, le pratiche burocratiche necessarie per finanziare ed avviare i lavori rallentarono i tempi, tanto che solo nel 1934 la situazione si sbloccò, soprattutto grazie all’intervento della Cassa di Risparmio di Firenze, il cui presidente era il Maresciallo d’Italia Guglielmo Pecori Giraldi.
I restauri, progettati e diretti dall’ingegnere Augusto Lorini, che mutarono le linee dell’edificio secondo il gusto dell’epoca, si conclusero tre anni dopo.
Fin dall’inizio dei lavori si affidò a Dino Chini il restauro delle parti pittoriche, più precisamente il cospicuo gruppo degli antichi Stemmi dei Podestà di Borgo San Lorenzo, dipinti nella sala d’ingresso al piano terra. Probabilmente egli eseguì ex novo la semplice decorazione geometrica degli sguanci della porta d’ingresso e della finestra, l’alto zoccolo di base delle pareti, nonché le pitture di gusto geometrico e neotrecentesco dell’attigua cappella, visibile anche dall’esterno, dedicata a San Francesco d’Assisi. Per quanto riguarda il restauro dei numerosi stemmi dipinti sembra che Dino sia intervenuto in maniera piuttosto consistente.
Questi mostrano in alcuni casi una notevole vivacità grafica e cromatica, tanto da richiamare lo stile di Galileo e in alcuni casi prevale il gusto tradizionale, forse a causa del desiderio di adeguarsi maggiormente ai caratteri del dipinto preesistente. Non trattandosi, quindi di un restauro conservativo come noi oggi lo intendiamo, gli stemmi hanno acquisito chiaramente i caratteri impressi dall’intervento di Dino, che si mostra dotato di una sicura mano ed un abile realizzatore in proprio di opere talvolta piuttosto vicine allo stile dei più famosi componenti della famiglia Chini, come Galileo.