PALAZZUOLO SUL SENIO – In quest’anno particolare e, purtroppo, arido di tante di quelle iniziative che colorano i nostri anni, non può passare inosservata l’iniziativa dell’associazione “Palazzuolo per le arti” che, non senza fatica, è riuscita a portare a compimento il restauro della meridiana sita sul muro della canonica della chiesa di Salecchio.

La vecchia meridiana, datata 1928, è tornata ad essere il bel manufatto che appariva in origine, rivelando colori accesi anche intorpiditi dal passaggio dei decenni, grazie al lavoro del restauratore Francesco Graziani.

La meridiana fa parte di un importante intervento operato nel complesso di quella parrocchia dalla manifattura Chini e che comprende un grazioso fonte battesimale e delle notevoli vetrate istoriate che, purtroppo, risentono molto del passare del tempo.

L’opera di recupero, indicata all’assemblea dei soci da Letizia Strigelli, è stata resa possibile grazie all’interessamento del presidente Alberto Toscani e alla collaborazione di Barbara Montevecchi che ne ha curato la parte burocratica. Oltre a loro meritano un ringraziamento anche diversi benefattori privati che hanno contribuito economicamente alla riuscita dell’impresa. L’inaugurazione si è svolta nel pomeriggio della vigilia di Ferragosto dove, nel piazzale erboso prospiciente alla chiesa, si sono svolti i discorsi delle autorità presenti.

Può sembrare poco e forse inopportuno, in un periodo come questo, ma credo che il grande impegno profuso per questo restauro abbia trovato un giusto riconoscimento in questo tempo. Non può non apparire come un gesto d’amore per il proprio territorio, per la terra dove siamo nati e dove, se non siamo rimasti a vivere, ritorna quotidianamente il nostro pensiero a cercare un riparo ombroso sotto il quale trovare ristoro. Questo riscoprire piccoli tasselli che compongono il nostro territorio arricchisce la vita di ciascuno, anche di chi, distrattamente, passa senza prestare troppa attenzione ai dettagli, poiché il salvataggio di ogni singolo odore, colore, gesto, abitudine rende meno povera l’ esistenza e ringagliardisce le fondamenta del futuro.

Quindi, da quel giorno, il Mugello, non solo Palazzuolo, ha radici più salde sulle quali far verdeggiare le fresche foglie della cultura, retaggio collettivo e responsabilità comune alla quale non possiamo sottrarci.

Gianfranco Poli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 Novembre 2020

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