SCARPERIA E SAN PIERO – Barbara Cantini è scrittrice per bambini e illustratrice di successo. Pubblica con Mondadori, i suoi libri – a cominciare dalla serie “Mortina”, la bambina zombie, che solo in Italia ha venduto oltre centomila copie -sono stati tradotti in trentadue lingue, ed è mugellana doc. Cantini infatti è nata a Galliano, e ora vive a Scarperia e San Piero, col marito e due figlie. L’abbiamo intervistata.

Quando nasce la passione per il disegno? Racconti qualcosa degli inizi? L’amore per il disegno nasce fin dall’asilo! Mi sono sempre trovata a mio agio nel trasformare in immagini ciò che mi circondava, che leggevo o che fantasticavo, e anche nel provare a riprodurre immagini viste sui libri che colpivano la mia fantasia.  È molto importante che i genitori e la scuola assecondino le passioni e i talenti dei ragazzi. Su questo sono stata fortunata e devo ringraziare in particolare una delle mie maestre elementari, Elvira, che mi ha sempre incoraggiato a credere nelle mie capacità e a seguire questa passione, parlandone anche ai miei genitori, che mi hanno sempre supportato.
Infatti ho seguito un percorso di studi artistici, presso il Liceo Leon Battista Alberti di Firenze, dove ho imparato le tecniche del disegno e della pittura. E dopo la laurea e una breve parentesi nel modo del restauro, sono tornata ai miei interessi più “creativi”, prima studiando e lavorando nel settore dell’animazione cartoon per alcuni anni, e poi passando definitivamente all’illustrazione e in seguito anche alla scrittura.

C’è stato un punto di svolta? Quello che mi ha dato fiducia e fatto pensare che l’illustrazione sarebbe potuta diventare il mio lavoro, è stata la vittoria del concorso “L’illustratore dell’anno” dei negozi Città del Sole. Fino all’anno prima non avrei mai nemmeno pensato di poter partecipare. Poi mi sono detta: “Proviamo!” ma per indecisione e insicurezza mi sono ridotta a spedire la tavola d’esempio nell’ultima settimana utile, insieme a una bozza scritta della mia idea per il calendario 2012. Quando seppi di essere tra i cinque finalisti non mi pareva vero e quando mi comunicarono che avevo vinto, mi sembrò un sogno!

Qual è la cosa più entusiasmante del tuo lavoro? E la più noiosa? Anche il solo fatto di fare il lavoro che sognavo è di per sé entusiasmante, ma come in tutte le professioni ci sono aspetti più e meno piacevoli. Amo la sensazione di libertà creativa e le potenzialità che mi dà un nuovo progetto, quando un nuovo personaggio o un idea si fanno strada e chiedono di essere tratteggiati dall’indefinito. Questo mi consente di mettermi alla prova, di evolvermi, di crescere e di sperimentare.  Amo anche rimettermi su nuovi libri di Mortina, perché ormai lavorare in quel mondo è come tornare nella vecchia casa di famiglia, dove mi sento comoda, a mio agio e mi diverto sempre molto.
In generale amo tantissimo “la magia” di poter creare mondi e personaggi come piace a me e grazie a questo, in un certo senso, viverli.
La parte più noiosa invece è quella burocratica ed economica, per la quale infatti mi avvalgo di figure professionali a supporto. Nonostante gli aiuti professionali però è stato importante imparare alcune cose sui contratti, i conteggi e in generale su come funziona il mondo dell’editoria.

Come “partorisci” i tuoi personaggi? Spesso nascono da schizzi o addirittura da scarabocchi distratti su fogli da disegno. Mortina è nata così, sul mio blocco schizzi, ai tempi in cui facevo la scuola di cinema d’animazione, un disegno a matita di una bambina zombie stralunata, con annotato a fianco il nome “Mortina”. Anche Puffy, il gatto di Brunilde, è nato da disegni ripetuti su mille foglietti sparsi, dove questo gatto compariva in bizzarre attitudini e costumi, che niente avevano a che fare con i gatti reali: ballava, era vestito da vampiro, da Carmen Miranda, ecc… Da lì poi la storia ha preso forma ed è arrivata anche Brunilde. L’ultima idea nuova, che pian piano sto portando avanti, invece è nata da un errore grammaticale di mia figlia minore, quando era in seconda elementare. Quella parola buffa e scritta male, quell’errore, è stato la scintilla per un nuovo personaggio e nuova storia.

Ora Mortina è diventato anche un musical. Che prova un autore a vedere i suoi personaggi e le sue storie musicate su un palcoscenico? Provo davvero una grande emozione! L’idea che i miei personaggi prendano vita, interpretati da attori in carne e ossa, e di entrare davvero a Villa Decadente è davvero un sogno! Per me poi, che tra i vari sogni artistici c’era quello di fare scenografia all’Accademia, è stato bello collaborare alle scenografie con le mie illustrazioni, che vestiranno varie parti delle scene. Un’esperienza diversa e stimolante, in un settore per me nuovo.

Un musical peraltro molto mugellano. La compagnia è di Scarperia, l’autrice è di Galliano e abita a Scarperia, l’esordio nel grande teatro di Barberino di Mugello (articolo qui). Qual è il tuo rapporto con la tua terra? Come ci si vive? Ci senti dei limiti? E quali le cose più belle? All’inizio il progetto era partito con un’altra compagnia, poi sono arrivate Le Formiche e il progetto adesso è tutto “made in Mugello”! Personalmente sono molto aperta e curiosa verso la scoperta di altri territori, verso l’estero e le altre culture in generale, ma sono anche molto legata alla mia terra. Infatti, pur potendo vivere ovunque perché il mio lavoro potrei farlo in ogni posto, ho deciso di restare qui. Mi sento cullata da questa vallata, dalla varietà del paesaggio, da certe tradizioni ripetute che scandiscono il passare delle stagioni e mi fanno sempre sentire a casa.  Il villaggio di Mortina ad esempio strizza l’occhio a Galliano, il mio paese d’origine, ma ci sono anche tanti richiami a posti più nordeuropei o addirittura americani, così da arrivare a descrivere una sorta di “luogo/non-luogo”, nel quale probabilmente molti bambini riescono a identificarsi e forse anche per questo il libro è tradotto ad oggi in 32 lingue.

Ormai sei una scrittrice di successo. Oltre all’Italia, quali sono i Paesi che apprezzano di più le streghette e le bimbe zombie di Barbara Cantini? Per Mortina sicuramente la Spagna è come una seconda casa, con riscontri quasi al pari dell’Italia. Poi gli altri Paesi da dove più spesso i lettori mi scrivono sono il Brasile, la Russia, l’Ucraina, la Francia, la Germania, l’Austria, la Bulgaria, la Corea del sud e la Turchia. Ma ricevo tanti messaggi anche dai Paesi anglosassoni e da altri Paesi.

Sta cambiando e come, anche l’editoria per ragazzi? Rispetto a diversi anni fa c’è una proposta vastissima ed è sempre più difficile orientarsi nella scelta. Le novità si susseguono sempre più rapidamente sugli scaffali e questo penso che non sempre vada in aiuto della qualità, ma anche quello dei libri è pur sempre un mercato, quindi rientra in certe logiche.  Per quanto riguarda le tematiche il focus principale oggi è quello della diversità, che è la parola che ricorre più spesso, non solo nell’editoria dei ragazzi, ma in generale.  Anche la storia di Mortina viene apprezzata perché parla di una bambina diversa, ma con uguali sentimenti, sogni e desideri di una bambina normale, che attraverso il coraggio e l’amicizia riesce a superare la paura della sua diversità e a farla superare anche agli altri. Quando ho scritto Mortina però non ho deciso a tavolino di realizzare una storia su determinati temi, la storia è fluita in libertà, senza schemi, imposizioni o paletti.

Per me una storia dovrebbe restare in primis un’opera che scaturisce dalla fantasia dell’autore, attraverso il suo vissuto e la sua immaginazione, e che primariamente resta una sua espressione artistica e solo secondariamente può essere anche uno strumento pedagogico. Se la storia porta con sé anche messaggi importanti è più che bene, ma penso che non dovrebbe mai ribaltarsi il concetto, diventando qualcosa che nasce in funzione del dover far passare un messaggio o un insegnamento. O peggio, magari essere censurata dal politicamente corretto ancor prima di nascere.

Il rischio che intravedo è che le storie (e intendo anche film e serie TV) debbano sottostare sempre più a specifiche richieste, correzioni e censure preventive (che in certi casi rasentano anche l’assurdo, conosco diversi bizzarri aneddoti di colleghi) creando un clima di paura e autocensura (più o meno consciamente) anche in chi crea.
Anche su Mortina mi è capitato di dover adattare alcuni particolari alle esigenze di alcuni mercati, come ad esempio quello americano (dove Mortina si chiama Ghoulia).

Da parte mia auspico che si trovi un ragionevole equilibrio in nome di un principio che è giusto, senza arrivare come in certi casi a una distorsione quasi grottesca di quel che è ritenuto offensivo o non mostrabile, che porta ad un ripulito appiattimento di ciò che è rappresentato.
Tempo fa leggevo un articolo molto interessante su questo argomento, che faceva notare che oggi, autori come Tomi Ungerer e Roald Dahl, probabilmente risulterebbero impubblicabili.

Com’è il tuo rapporto con i piccoli lettori? Ottimo, le migliaia di bambini che ho incontrato e che mi hanno scritto in questi cinque anni mi hanno donato un affetto che mai avrei immaginato. Abbracci, disegni, lettere, email, messaggi, fotografie di bambini con i miei libri, di bambole di Mortina, di feste di compleanno e di interi travestimenti familiari a tema Mortina, insomma tanto affetto, dall’Italia e da tanti Paesi stranieri!

Mi rende anche felice quando diversi genitori mi scrivono che i miei libri hanno aiutato i loro bambini che non leggevano ad amare la lettura.

Mortina evidentemente è riuscita a entrare nel cuore di molti bambini e io di questo dono sono costantemente grata.

Progetti per il futuro? Sto lavorando contemporaneamente a un nuovo titolo di Mortina per l’anno prossimo e a un progetto del tutto nuovo (quello citato sopra, nato dall’errore di mia figlia) ma ancora non so quando uscirà, perché le mie lavorazioni mi portano via diversi mesi e non riesco a far uscire più di un libro all’anno o poco più. Successivamente dovrei anche mettermi a lavorare al terzo capitolo di Puffy e Brunilde, ma ad oggi non so ipotizzare quando, le cose da fare superano sempre il tempo disponibile!

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 6 novembre 2022

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