BORGO SAN LORENZO – Il Chini Museo di Borgo San Lorenzo ospita fino a gennaio 2023 una interessantissima mostra, che per la prima volta getta una luce sul genio artistico di un altro componente della famiglia Chini, Augusto.E domenica 6 novembre, sabato 10 e domenica 18 dicembre, sabato 14 e domenica 14 gennaio 2023 sarà possibile partecipare ad una visita guidata che racconta la mostra in ogni suo dettaglio.

Gilda Cefariello Grosso, che è sicuramente, da decenni, una delle più attente storiche dell’arte che si è dedicata a tutto tondo all’originale  contributo artistico dei Chini in ambito liberty e non solo, ha scritto questa introduzione alla mostra.

Nato nel 1904 a Firenze, frequenta la Scuola d’Arte e l’Accademia di Belle Arti diplomandosi in Scultura. Terminati gli studi, inizia a lavorare come modellatore nella fabbrica di famiglia, le Fornaci Chini a Borgo San Lorenzo. Qui collabora con il padre nel 1923 alla progettazione del villino Chini nel capoluogo e l’anno successivo è autore del Monumento ai caduti di Acone, frazione di Pontassieve. Per l’Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Moderne di Parigi del 1925 collabora con Galileo per l’allestimento del Salone d’onore del Padiglione italiano su progetto dell’architetto Armando Brasini. Mentre Galileo aveva decorato il soffitto, Augusto si occupa delle parti modellate e realizza dei grandi vasi dal corpo globulare a lustri metallici.

 

Dopo la manifestazione parigina, Augusto realizza in  occasione dei festeggiamenti per il settecentenario della morte di San Francesco una formella in bassorilievo con il cordone e il motto francescano “PAX ET BONUM” ai lati della croce a Tau e la statua di San Francesco collocata, a Borgo San Lorenzo, nel tabernacolo dedicato al santo, situato accanto alla pieve di San Lorenzo, dove vi sono anche interventi pittorici del fratello Tito.

Nel 1930 le Fornaci partecipano ad Anversa all’Exposition Internationale Coloniale, Maritime e d’Art Flamand, realizzando il Padiglione italiano progettato dall’ingegnere Giovanni Chevalley. Per l’occasione Augusto esegue per il Padiglione delle Colonie un grande portale con grandi palme e figure recanti cesti di frutta, all’esterno modella grandi pannelli sui temi della marina, dell’aviazione e delle missioni e per l’interno invece progetta grandi lampade in maiolica e vetro.

Sempre nel 1930, Augusto è impegnato nella realizzazione delle decorazioni in ceramica per la facciata del palazzo delle poste di Arezzo, mentre sul finire degli anni Trenta presta la sua collaborazione per la decorazione delle Terme di Castrocaro, progettate dal fratello Tito, dove realizza alcune formelle a rilievo con soggetti vari come colombe, grandi vasi e cornucopie.

Con la direzione artistica della manifattura nelle mani di Tito, iniziata poco dopo l’Esposizione di Parigi del 1925, Augusto ricopre il ruolo di rinnovamento tipologico dell’impresa e progetta numerosi esemplari come vasi, fioriere, servizi da caffè piccole plastiche, disegnati attraverso linee essenziali ma di grande eleganza. 

Dopo la distruzione della fabbrica nel 1943 a seguito di un bombardamento, Augusto, dopo la fine della guerra, riesce a far ripartire l’attività ma l’impegno risulta troppo gravoso. Solo all’inizio degli anni Cinquanta riuscirà, con il sostegno di Franco Pecchioli, a superare il periodo di crisi. L’indirizzo produttivo, che lo vede ancora presente con il ruolo di direttore tecnico, è orientato verso la realizzazione di materiale ceramico per rivestimenti realizzato esclusivamente attraverso rigorose prassi artigianali.

Augusto continua ad eseguire lavori molto importanti come il pavimento per Villa Medusa a Camaiore di proprietà di Alberto Mondadori. Negli anni Sessanta l’accento sarà sulla produzione di piastrelle da rivestimento, con Augusto pronto a dare avvio a progettazioni di grande interesse, proponendo rivestimenti dove lo soluzioni decorative possono essere anche molto complesse.

Nell’arco di tempo che va dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, Augusto definisce un repertorio tipologico nel settore delle piastrelle attraverso una complessa e articolata ricerca progettuale. La genesi di questi progetti deriva da più punti di ispirazione e sempre con grande attenzione allo sviluppo dei rapporti cromatici e a soluzioni armoniose per ogni tipo di ambiente. Si tratta di un viaggio sorprendente attraverso un ventaglio di disegni e di tessiture altamente espressivi. I disegni possono essere rigorosamente geometrici che si ripetono modularmente oppure nati da una fantasia creativa molto libera ed anche l’apparato cromatico ben sottolinea uno stile inconfondibile che ora rifugge dalla veemenza di forti contrasti ora presenta la gioiosità del colore vivo e brillante. Tra le opere progettate da Augusto dobbiamo ricordare uno spettacolare pavimento degli anni Settanta, destinato ad un palazzo di Teheran. Sempre dello stesso periodo è un pavimento, per un palazzo di Abu Dabi, dal complesso decorativo di grande vitalità, basato sul felice accostamento cromatico di toni blu e turchese.

Anche quando giunge all’età della pensione, negli anni Settanta, e la direzione della fabbrica passa al figlio Vieri, Augusto continua ad occuparsi della progettazione di rivestimenti mostrando sempre notevole vivacità creativa. La sua vita dedicata fin dalla giovinezza alla ceramica, si conclude a Borgo San Lorenzo nel 1998.

Gilda Cefariello Grosso

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 6 novembre 2022

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