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La prima visita del nuovo direttore nelle sale del Museo delle Manifatture Chini a Borgo San Lorenzo. Nella foto, Cristina Becchi e Alessandro Cocchieri

BORGO SAN LORENZO – “E’ stato fatto un bando pubblico, e la commissione ha fatto una selezione, seguita da colloqui nei quali i candidati erano chiamati ed esprimere la loro visione di un museo, e sono stati valutati i curricula, e alla fine sono stati dati i punteggi. Cocchieri (articolo qui) è risultato il migliore. E’ vero che non è un esperto di ceramiche, bensì di direzione dei musei, è un manager della cultura, in grado di reperire risorse. E’ una scommessa che facciamo. E se la scelta l’ha fatta la commissione, in modo trasparente, io mi sento di appoggiarla”: commenta così la scelta del nuovo direttore del Museo della Manifattura Chini di Borgo San Lorenzo l’assessore alla cultura Cristina Becchi.
“Il nostro museo – sottolinea Becchi – ha bisogno di uscire dai confini del Mugello, deve entrare in relazione con musei più grandi, e portare qua, a Borgo San Lorenzo, mostre contemporanee importanti. Cocchieri ci ha presentato il suo programma, ed è un programma ambizioso: nella sua attività professionale ha già dimostrato di saperci fare, i musei da lui diretti hanno avuto successo, sono cresciuti”.
L’assessore aggiunge: “E’ stato deciso anche di avere un curatore scientifico della collezione, ed è stata individuata Gilda Cefariello Grosso. Questo consentirà di avere un’attenzione alle opere della raccolta, presto tra l’altro arriverà un’importante donazione, mentre il direttore dovrà dare una prospettiva diversa al Museo. Credo davvero che la commissione abbia svolto un ottimo lavoro”.
Becchi risponde anche ad altre critiche. Come quella che pagare solo 500 euro al mese un direttore di museo sia poca cosa: “Il nostro bilancio non è quello di una grande città. Ma per la prima volta abbiamo scelto di dare un direttore retribuito al museo Chini. Io avevo a disposizione questa cifra, e non è stato facile ricavarla. Ho fatto un bando, si sono presentati in trenta, e quindi qualcuno evidentemente era interessato: se la cifra fosse stata considerata esigua, se il museo non avesse avuto sufficiente valore, nessuno si sarebbe presentato. E invece ci sono state tante candidature. Del resto il nostro è un museo prestigioso, e chi viene a dirigerlo potrà dare davvero la propria impostazione e farlo crescere”.
L’assessore infine si toglie un sassolino dalla scarpa: “Sicuramente nessuno potrà dirmi che ho fatto un favore a un amico. A me interessava fare solo il bene del museo. Perché io il museo Chini lo voglio vedere crescere. Sarà il tempo a dirmi se abbiamo sbagliato o se invece abbiamo vinto la scommessa”.

 

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 17 marzo 2018

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