Per l’ampiezza dell’aula e le dimensioni generose della fabbrica, il termine “chiesa“ appare senza dubbio come il più idoneo per identificare questo particolare luogo di culto. Una struttura semplice e gradevole nella sua architettura lineare, collocata “alla Ruota” su un piccolo spazio appena fuori l’abitato di Castagno d’Andrea, lungo la strada che porta alla Fonte del Borbotto sulle pendici del Falterona.

Le origini e la storia dell’oratorio restano unite alla tradizione popolare e a una profonda devozione mariana.

Un’antica leggenda quattrocentesca tramandata da generazioni lontane, narra infatti, di una singolare apparizione della Madonna che si sarebbe materializzata agli occhi di una fanciulla del luogo sopra una pianta di marrone, una varietà di castagno da frutto molto diffusa nella zona.

Per ringraziamento e in memoria dell’evento si decise di innalzare davanti alla pianta miracolosa, un semplice tabernacolo con una nicchia recante la figura della Vergine. Una struttura povera ma sicuramente molto venerata fin dal suo inizio, destinata ad essere rimaneggiata e ampliata nei tempi successivi proprio per la crescente attenzione e le caratteristiche miracolose che gli erano attribuite. Tanta era la devozione e la venerazione per quella piccola struttura sacra che col passare del tempo divenne necessaria la realizzazione di un luogo di culto più adatto al raccoglimento e alla preghiera.

L’oratorio fu costruito nel 1748 secondo un disegno non molto diverso da come lo vediamo oggi, preservando gelosamente e inglobando al suo interno, l’antico tabernacolo e il “castagno miracoloso”, al momento le due icone di fede più vive e radicate nell’animo popolare. Sembra infatti, che l’altare della nuova chiesa fosse volutamente costruito a stretto contatto della pianta di castagno e che il tronco miracoloso     sia ancora presente all’interno del muro che divide il presbiterio dalla piccola sacrestia.

L’antico tabernacolo invece, divenne parte della nuova abside, inglobato nella tipica struttura semicircolare che ancor oggi mostra i segni di una muratura eseguita in momenti diversi e le tracce intuibili della primitiva nicchia dedicata alla Madonna.

All’interno dell’oratorio si custodiva e venerava una splendida immagine della Madonna delle Grazie, una figura ritenuta miracolosa, perennemente coperta da un velo, rimosso solo in particolari occasioni liturgiche.

Nel 1795 si costruiva la tettoia sopra l’ingresso, un elemento che conferiva eleganza al complesso, ma anche maggiore funzionalità per il numero crescente di fedeli che ormai lo frequentavano. Nonostante la presenza della vicina parrocchiale di San Martino, l’oratorio era divenuto meta e raduno di pellegrini provenienti dalle zone più lontane del Mugello, dalla Romagna, da Stia e Pratovecchio in Casentino.

Collocato ai margini di un’ampia marroneta e pressoché privo di strade, il luogo aveva assunto pian piano marcate caratteristiche di convivialità e di ritrovo per i viandanti, attrezzato con un fiorente mercato che si animava particolarmente sul finire dell’estate. L’8 settembre, festa della Natività della Madonna, i pastori vi radunavano le proprie greggi per assistere ad una Messa solenne e ricevere una particolare benedizione dedicata agli animali e agli stessi guardiani che gli accudivano. Il giorno successivo, muniti di questo particolare sostegno spirituale, i pastori iniziavano il lungo percorso della transumanza, guidando gli animali verso pascoli più ricchi di nuovo foraggio. La prima tappa era prevista al Convento di Sandetole in Contea, poi a quello di Bagno a Ripoli, proseguendo secondo un itinerario prestabilito verso le lontane e verdeggianti pasture della Maremma.

Nel 1944, insieme alla chiesa parrocchiale e molte abitazioni di Castagno, anche l’oratorio fu minato dalle truppe tedesche. Sistemata al centro dell’aula, la carica fu fatta esplodere, ma l’onda d’urto ebbe come unico effetto la scoperchiatura del tetto, al momento precario e fragilissimo, lasciando intatta la struttura perimetrale, rafforzando ancor più il senso di miracolosa sacralità che il popolo attribuiva a questo luogo di fede.

Sormontata da un agile campaniletto a vela, la chiesetta ci appare oggi come una struttura di culto perfettamente funzionante, ordinata e curata in ogni suo aspetto, sostenuta da periodici interventi conservativi che ne garantiscono una futura presenza. L’ultimo restauro risale al 1989 quando fu completamente ricostruito il tetto a capriate e rinforzate le fondamenta.

Vi si accede superando sei gradini di pietra che danno accesso all’elegante tettoia sorretta da colonnette quadrate. Sopra la porta, direttamente incisi nella pietra, il simbolo mariano e la data MDCCLXXXXV. Ai lati  dell’ingresso due grandi targhe di marmo ricordano i caduti degli ultimi conflitti mondiali. Sempre sulla facciata, ai lati della porta d’ingresso, si aprono due piccole monofore rettangolari con inginocchiatoio, tenute sempre aperte, attraverso le quali i viandanti in ogni momento potevano pregare e lasciare un obolo alla Vergine.

L’interno è spazioso e ad unica navata, con pavimento leggermente inclinato, simbolo di ascesa verso il soprannaturale e l’ampio presbiterio, delimitato da una balaustra a colonnette.

Sopra l’altare, raccolta in una cornice di pietra modanata, è collocata un’immagine ottocentesca della Madonna col Bambino del pittore Federico Santi.

Oratorio Beata Vergine delle Grazie Castagno – Antonio Ciccone – Resurrezione 1962

Sulle pareti laterali campeggiano due grandi opere dell’artista Antonio Ciccone. A destra la “Resurrezione”(3 metri x 5), cartone di affresco realizzato in San Giovanni Rotondo con tecnica mista nel 1962. A sinistra, la “Folgorazione di San Francesco davanti al Crocifisso” (2,63 metri x 5,27), cartone di affresco realizzato nella basilica di San Francesco di Assisi nel 2018 con tecnica mista.

Scheda e foto di Massimo Certini

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 19 marzo 2019

 

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