BORGO SAN LORENZO – Il 25 luglio si è aperta la rassegna LIVE ART in Villa presso l’incantevole parco di Villa Pecori Giraldi a Borgo San Lorenzo.
Il debutto è stato affidato allo spettacolo teatrale “Due atti unici” messo in scena da Michela Parzanese. Le rappresentazioni si svolgono in due ambientazioni che all’apparenza sembrano essere molto distanti tra loro, ma in realtà sono strettamente legate.

Il primo atto “Ultimo giorno di scrutinio” come lascia intuire il titolo, è ambientato in una scuola, più specificatamente in una palestra fatiscente, dove professori e preside si apprestano a valutare l’andamento scolastico individuale degli alunni di un istituto di studi superiore. Gli attori del Teatro Lab di Borgo S.Lorenzo, Silvia Tedeschi, Lapo Braschi, Claudia Scacciati, Nadia Picco, Virginia Bracaloni, con l’aggiunta di Sara Frascati del Cantiere Aperto dei FraMenti DiVersi, hanno pennellato, coi loro variopinti colori, una brillante interpretazione. I ragazzi dei laboratori di Michela Parzanese, con i loro diversi ed azzeccati personaggi, hanno dato assoluta dimostrazione di quanto un’interpretazione realistica e forse meno classica, possa far leva sui sentimenti umani per coinvolgere con l’animo e la mente il pubblico. Si sorride con gustoso piacere riconoscendo, in mille atteggiamenti e gestualità, la nostra volontà di rimanere eterni ragazzi, anche quando si è già adulti e maestri. Si sorride amaramente sulle nostre idiosincrasie, figlie delle nostre abitudini e della pesante consapevolezza che i “veri ripetenti siamo noi adulti e professori” che siamo costretti a ripetere ogni anno, ogni giorno, le stesse nozioni ed insegnamenti di vita.
Il secondo atto “Detenute”,  scritto, diretto ed interpretato da Michela Parzanese con in scena anche Virginia Bracaloni, è ambientato in un carcere femminile. Le emozioni sono evidentemente al centro della scena e si dimostrano in tutta la loro impetuosa violenza grazie all’interpretazione efficace delle due attrici protagoniste. Rabbia, intolleranza, astio, ma anche tematiche come razzismo, sessismo, vendetta, costruiscono questa breve storia attraverso un percorso fatto di urla e silenzi, lotta e rassegnazione che sfociano in confessioni che non cercano redenzione, ma solo sollievo temporaneo all’anima.
Dunque scuola e carcere, due istituzioni sulla cui efficacia dovrebbe basarsi ogni ordinamento democratico, ma che dimostrano tutte le loro falle e lacune al cospetto della vita di ogni giorno. L’una, quella del primo atto, dovrebbe far raggiungere a tutti i suoi studenti un grado di preparazione paritario per educarli all’inserimento nella società ed al futuro lavoro, ma per dirla con la professoressa Loretti, “la scuola è un’istituzione che funziona solo con chi non ne ha bisogno”. L’altra, la prigione, ha ormai da tempo perso l’obiettivo di rieducare e ricostruire, delegando al regime carcerario il solo compito di far scontare la pena più severa possibile, lasciando le detenute in balia della violenza di cui loro stesse sono vittime.
L’allestimento scenico, assolutamente essenziale, oltre a sottolineare quella fatiscenza cui purtroppo sono relegate dalla società contemporanea due istituzioni così importanti, mette in risalto gli attori che con la loro bravura hanno tenuta incentrata su di sé l’attenzione di un pubblico che ha saputo cogliere ed apprezzare le motivazioni le emozioni espresse sul palco.
Se il teatro è comunicazione diretta di sentimenti, emozioni e valori importanti, lo scopo di queste due rappresentazioni è stato assolutamente raggiunto. Uno spettacolo decisamente ben riuscito.

 

Marco Pelosi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 30 Luglio 2019

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