Di particolare interesse sono le teste in pietra appese sempre alle pareti esterne delle abitazioni; è un manufatto assai raro nel Mugello e in tutta l’area fiorentina ( sono però assai diffuse nella valle del Reno ). Sembra che questa pratica derivi dall’usanza delle popolazioni celtiche, che nel passato hanno popolato il nostro Appennino, di appendere ai muri delle case le teste dei nemici uccisi, allo scopo di proteggere dalle avversità le loro dimore. Ne sono state trovate una dozzina, di cui quattro nella zona di Cornacchiaia.
Esemplare unico è la mamma di Cornacchiaia. E’ la rappresentazione di un seno femminile diviso in spicchi e cerchi concentrici, con un foro centrale raffigurante il capezzolo. Questi manufatti pare avessero lo scopo di favorire fecondità e prosperità. Un’ altra mamma, di fattura più rozza e di forma circolare, è stata individuata sulla parete dell’oratorio del Pianaccio presso Tirli.
Un lavoro ben iniziato ma non portato ancora a termine; sono molte le figure e i simboli ancora da trovare, studiare e classificare. Ognuno di noi, specie i camminatori e chi fa trekking, può gettare uno sguardo sui fabbricati che incontra e se nota qualcosa di interessante può segnalarlo, magari anche con una foto, a Filippo Bellandi.
Per chi volesse vedere queste “ pietre magiche “ di persona, potrà seguire i dieci itinerari in fondo al volume. Avrà così l’occasione, oltre ad ammirare questi antichi manufatti spesso inseriti in antiche architetture, di ritemprarsi in una natura rigogliosa e a volte selvaggia, che da pace e serenità allo spirito e alla mente.
Sergio Moncelli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 6 dicembre 2021