PALAZZUOLO SUL SENIO – A Palazzo dei Capitani a Palazzuolo sul Senio è stata esposta una piccola ma interessantissima mostra archeologica a Palazzuolo sul Senio. Per il Progetto Magazzini Aperti, sono esposti alcuni materiali, di epoca varia, si va dall’età del ferro, all’epoca etrusca, dall’epoca romana fino all’epoca medievale, sia di uso domestico che appartenenti all’ambito del sacro, della musica o dell’attrezzatura militare. Tutti i reperti in mostra sono stati rinvenuti nel territorio di Palazzuolo sul Senio, nella zona della Badia di Susinana, come a Quadalto e a Misileo. C’è tempo fino al 26 luglio per visitarla: noi l’abbiamo fatti, e proponiamo uno sguardo approfondito sulle opere in mostra.

Ciotola in ceramica d’impasto

Età del Ferro
Badia di Susinana, Palazzuolo sul Senio, Fi
Ø max. mm. 135 – Ø piede mm. 64 – H mm. 50,2

La ciotola in ceramica d’impasto rinvenuta presso Badia di Susinana è verosimilmente attribuibile all’epoca preromana e può essere collocata cronologicamente nell’età del Ferro. Questa attribuzione si basa su un’analisi comparativa con altri reperti conservati nel museo, che testimoniano non solo la frequentazione antropica del territorio in quel periodo, ma anche la presenza di produzioni ceramiche analoghe, tra cui spicca la ceramica d’impasto. Un confronto può essere fatto con un reperto conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Altino. Si tratta di un frammento di orlo proveniente da una ciotola carenata, caratterizzato da labbro piano con leggere solcature parallele visibili lungo l’orlo, realizzato in impasto semidepurato e con superfici lisciate di colore rosso.

 

Bronzetto

V-IV secolo a.C.
Palazzuolo sul Senio, Fi
H totale mm 71,7

Rinvenuto fortuitamente a Palazzuolo sul Senio, purtroppo non si conosce con esattezza il luogo del ritrovamento. Si tratta di una statuetta antropomorfa in bronzo, con tutta probabilità di epoca etrusca, caratterizzata da una fattura utilizzata e da evidenti segni di corrosione, attribuibili a un prolungato processo di ossidazione. Il corpo della piccola figura presenta il tronco allungato, privo di gran parte degli arti superiori e parte di quelli inferiori, con le braccia appena abbozzate e prive di dettagli anatomici, mentre le gambe risultano sottili e separate. La testa, pur presente, non mostra particolari morfologici distintivi. Un confronto puntale può essere fatto con alcuni bronzetti conservati al Museo Archeologico di Dicomano. Si tratta di tre statuette virili, ben conservate, del V-IV sec. a.C.

Fibula in bronzo di tipo Certosa

Età del Ferro
Sez. nord della Chiesa di Badia di Susinana, Palazzuolo sul Senio (Fi)
Lungh. max. mm. 25,9 – Largh. molla mm. 14,7

La prima fibula oggetto di studio è di tipo Certosa, un modello diffuso in uso sia dalle popolazioni celtiche che italiche durante l’età del Bronzo Finale e la prima età del Ferro. Perfettamente conservata, è stata trovata a nord della Chiesa di Badia di Susinana. Si tratta di una fibula di tipo Certosa, di piccole dimensioni, con arco incurvato verso la molla. Presenta una staffa con sezione a “J” e bottone sommitale. Interessante è il parallelo con due esemplari ritrovati in una sepoltura femminile della Necropoli di S. Ruffillo di Dovadola in provincia di Forlì-Cesena. Si tratta di due fibule di tipo Certosa una con arco a profilo asimmetrico ed andamento arcuato, staffa trapezoidale con sezione a “J” e bottoncino rialzato e l’altra con la medesima staffa ma con arco a profilo simmetrico. Un altro raffronto interessante è di Castelfranco di Sotto (Pi) in Toscana. la cui staffa presenta le stesse caratteristiche formali e dimensionali.

Fibula in bronzo con arco a foglia

Età del Ferro
Badia di Susinana, Palazzuolo sul Senio (Fi)
Lungh. max. mm. 42,5
Largh. max. arco mm. 9,

La seconda è una tipica fibula ad arco a foglia. Frammentaria conserva l’arco decorato a costolature e la staffa. Risulta priva della molla, dell’ago e del bottoncino sommitale. La staffa, a sezione rettangolare, più robusta rispetto alla precedente, e l’arco con curvatura verso l’interno, suggeriscono probabilmente una tipologia di fibula usata per garantire una presa sicura nei tessuti pesanti. Un confronto può essere fatto con una fibula conservata nel Museo Civico Archeologico “Cesare Cellini” in provincia di Ascoli Piceno, risalente al VI a.C.

Fibula in bronzo

Età del Ferro
Quadalto, Palazzuolo sul Senio (Fi)
Lunghezza max. mm. 40,2

La fibula in bronzo di Quadalto, al contrario delle precedenti, è una fibula ad arco semplice, con andamento curvilineo, avvolta a nastro, con staffa a sezione rettangolare e piccolo bottone terminale. Risulta priva dell’ago. Nonostante rientri nella categoria delle fibule ad arco semplice, il suo arco non risulta così pronunciato come quello delle tipiche fibule di questa tipologia, risalenti al medesimo periodo.

Aulós / Tibia in osso

Epoca Preromana
Calcinaia, Palazzuolo sul Senio (Fi)
Lungh. max. residua mm. 110,6
Ø minimo mm. 13
Ø max. mm. 14,3
Distanza fra i fori (3 fori+ traccia di un quarto)
mm. 22,7 – mm. 24,8 – mm. 25,5
Ø fori
mm. 3,4 – mm. 3,4 – mm. 3,5

L’aulós/tibia, frutto di un rinvenimento fortuito in località Calcinaia, rappresenta un elemento unico nella nostra collezione ed è senza dubbio uno degli oggetti più emblematici. Si tratta di uno strumento a fiato diffuso nell’area mediterranea durante l’età preromana e romana, realizzato verosimilmente in osso. Il manufatto presenta una superficie levigata, priva di decorazioni, con una serie di fori equidistanti, progettati per modulare le note musicali.

Tintinnabulum in bronzo

Epoca romana?,
Misileo, Palazzuolo sul Senio (Fi)
H max. residua mm. 100
Ø rilevabile mm. 62,7

Il manufatto rinvenuto in località Misileo identificato come un tintinnabulum rientra presumibilmente nella categoria dei tintinnabula del gruppo C, secondo la classificazione di Galliazzo (1979) e nella sottocategoria C1, caratterizzata da campane cilindriche in bronzo con base circolare e parete sottile, descritta da Novakovsky (1988). Si tratta di un campanello frammentato in bronzo, con base circolare e gancio di sospensione dalla forma pentagonale, privo di batacchio. Si presume possa essere un reperto romano o medievale, visto il contesto territoriale. Volendo fare un confronto con dei campioni romani si prendono ad esempio due manufatti provenienti da Calalzo di Cadore (BL) databili al I/II d.C. Il primo è un tintinnabulum con base circolare e gancio di sospensione dalla forma di “pentagono aperto”. Il secondo è un campanello bronzeo sempre con base circolare e anello di sospensione a “pentagono aperto”, ma con un corpo più allungato e meno schiacciato.

Ditale in bronzo

Epoca romana
Calcinaia, Palazzuolo sul Senio (Fi)
Altezza mm. 16,1 – Ø maggiore mm. 20,1 – Ø minore mm. 17,6

Ago in bronzo

Epoca romana
Calcinaia, Palazzuolo sul Senio (Fi)
Lungh. max. mm. 85 – Largh. alla cruna mm. 5

Il ditale e l’ago in bronzo, recuperati casualmente in località Calcinaia, rientrano nei reperti appartenenti all’epoca romana. Il ditale, integro e ben conservato, presenta un corpo troncoconico, decorato da cinque file di triangoli disposte orizzontalmente su l’intera superficie. L’ago perfettamente conservato è contraddistinto da una forma affusolata e rastremata verso la punta, che appare sottile e affilata. All’estremità opposta è presente l’occhiello di forma rettangolare. Un ditale molto simile è conservato nel Museo Archeologico dell’ex Monastero Maggiore di S. Maurizio a Milano.

Calice in vetro

Epoca medievale
Misileo, Palazzuolo sul Senio (Fi)
H max. residua mm. 65,7
Ø piede mm. 54

Il calice in vetro, intercettato in località Misileo, area nota per la ricchezza di cultura materiale di epoca medievale, rappresenta un prezioso arricchimento per la collezione di manufatti vitrei del Museo Archeologico Alto Mugello. Recuperato in condizioni di conservazione precarie, il calice si colloca cronologicamente nello stesso periodo di altri reperti provenienti dai castelli della zona. Presenta segni evidenti di usura e deterioramento dovuti al trascorrere del tempo. Il manufatto, danneggiato, si distingue per la base circolare, un fusto centrale che funge da stelo, e una parte superiore frammentaria. L’erosione della superficie e la patina che lo ricopre testimoniano il suo lungo periodo di esposizione agli agenti atmosferici. Il manufatto, databile intorno al XV secolo e agli inizi del XVI secolo d.C., rappresenta un esempio significativo della produzione vitrea dell’epoca.

Basilarda in ferro

Epoca medievale
Podere Cambè, Palazzuolo sul Senio (Fi)
Lungh. max. residua mm. 162
Largh. al tallone mm. 36,1

La lama del pugnale, rinvenuta nel Podere Cambè nel comune di Palazzuolo sul Senio, è un esempio di basilarda. Presenta una forma triangolare a doppio filo, con la punta mancante, caratterizzata da due sgusciature parallele separate da una costolatura mediana prominente, che nella sezione terminale assume una forma romboidale. Un confronto può essere fatto con un pugnale conservato al Museo del Bargello di Firenze, datato al periodo 1380-1400. Si tratta di un pugnale con lama triangolare a due fili e con la struttura interna del manico formata dal prolungamento della lama e terminante a T.

Da sinistra a destra:

Testa di fanciullo. Marmo. III sec. d.C. Le Ari, Palazzuolo sul Senio
Porzione di brocca i maiolica arcaica. Prima metà del XIV sec. Misileo, Palazzuolo sul Senio
Lucerna a disco. Terracotta. I-Il sec. d.C. Misileo, Palazzuolo sul Senio.

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23  luglio 2025

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