Una veduta autunnale della pieve di Cornacchiaia

FIRENZUOLA – In questa poesia Stefano Casini, autore del libro “Memorie del seminario di Firenzuola” e del “Dizionario biografico geografico e storico del Comune di Firenzuola”, in quel momento già trasferito come parroco a Fagna, si abbandona a uno struggente ricordo dei castagneti che sorgevano nei pressi della sua pieve di Cornacchiaia, manifestando il suo desiderio di tornare, almeno da vecchio, nel suo borgo nativo. Un desiderio che non si avvererà mai.

Don stefano Casini davanti alla canonica della pieve di Cornacchiaia

A’ miei castagni

Chi mi ritorna a’ miei vecchi castagni
Tutta ombreggianti la pendice alpestre,
Al mio podere, ai margini, ai vivagni
Gialleggianti de’ fior delle ginestre ?

Chi mi ritorna ai Maggi dei compagni
Cantati sotto le umili finestre,
Al gracidar dei piccoletti stagni,
La sempre egual festività campestre ?

Lassù l’olivo non verdeggia, i grani
Crescono scarsi per l’inverno audace,
Ma la tua fede, il tuo cuor lassù non perdi.

Zappa il colono in poverelli piani,
Ma il sol tramonta in un’immensa pace ….
Deh ! chi mi torna a’ miei castagni verdi !

O mio bel poggio dai castagni alpini
Lontan dal mondo, lontan dal rumore
Che i silenzi dell’anima divini
Oimè, distrugge, o converte in dolore,

Bel poggio tutto sol, senza vicini
A render tristo colle invidie il cuore,
Quanto ai gravi pensier l’anima inchini,
Quanto presente ci fai tu il Signore !

In te vorrei raccor l’estrema vita
Mentre che questa d’or tutta si sface
E rifar santi in te gli affetti miei:

Odio i clamori, odio la infinita
Falsità che circonda : in quella pace,
Mio cheto poggio, quanto delce sei !

 

Sergio Moncelli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 ottobre 2018

Share.
Leave A Reply

Exit mobile version