MARRADI – Nella solare mattinata di domenica 28 giugno 2020, si è svolta l’inaugurazione dei lavori di restauro effettuati recentemente alla monumentale croce giubilare di Monte Beccugiano (m 537 slm), a cura dell’Associazione Volontari per la Valle Acerreta e della Associazione di Protezione Civile di Marradi. Era pure presente una rappresentanza dei Vigili del Fuoco locali. L’Amministrazione Comunale era rappresentata dal consigliere con delega alla Protezione Civile, il giovane lutiranese Fabio Gurioli.
La croce è stata benedetta da don Anselmo Fabbri, nel 65° anniversario della sua Ordinazione Sacerdotale.
Vent’anni fa, nell’anno 2000, le parrocchie di Marradi deliberarono di collocare una immagine sacra nel territorio comunale, a ricordo del Grande Giubileo. La scelta cadde sul Valico di Monte Beccugiano, crocevia e transito tra la Valle del Lamone e la Valle Acerreta, le due determinazioni fondamentali del territorio marradese sotto il profilo geografico ma anche culturale ed economico.
Difatti la Valle Acerreta, nonostante l’esiguità della popolazione, è sede di importanti attività agricole di fondovalle legate anche alla sua biodiversità e custodisce peculiari vestigia storico-religiose quali l’Eremo di Gamogna e Badia in Valle.
Si scelse di edificare una croce monumentale in legno di rovere con basamento in pietra serena: due materiali che esprimono eloquentemente il territorio e le sue tradizioni. L’opera fu affidata all’anziano falegname artigiano santadrianese Agostino Sartoni che si adoperò generosamente ed entusiasticamente.
Anche allora ad impartire la Benedizione fu proprio don Anselmo Fabbri in qualità di parroco di Sant’Adriano ed emerito di Lutirano, in considerazione del fatto che il Valico di Monte Beccugiano segna pure il confine tra le due suddette parrocchie marradesi.
Porre una croce in cima ad un monte, lungo una via, è un gesto carico di significati. Il monte, da sempre, in quanto luogo elevato, simboleggia l’ascesi, il trascendere la realtà ordinaria per elevarsi alla dimensione spirituale. La croce è il simbolo del Cristianesimo: lo strumento ignominioso di condanna che Cristo ha reso strumento di redenzione accettandolo liberamente, attraverso il sacrificio estremo e la morte. La croce è quindi per i Cristiani un segno di passione e gloria, da portare con onore e con impegno. Nel tempo stesso la croce ha un valore identitario civile: ha ispirato la cultura dei paesi di antica tradizione cristiana ed ora è messa in discussione in quanto tale ed osteggiata se non vilipesa, come da parte del movimento denominato Black Lives Matter che invita a distruggere le immagini sacre cristiane in quanto presunta forma di propaganda razzista e supremazia bianca.
I Cristiani hanno già dovuto combattere contro l’iconoclastia nel corso della loro storia, in oriente, nell’ottavo secolo e in occidente con l’affermarsi del Calvinismo e del Puritanesimo, alcuni secoli fa. Non si sarebbe mai detto che, dopo essere sopravvissuti alla censura dei regimi comunisti totalitari, nell’impossibilità di professare la propria fede liberamente ancora oggi in tante aree del mondo, i Cristiani dovessero assistere alla distruzione dei propri simboli nei luoghi che rappresentano la culla del Cristianesimo.
Tra quanto avvenuto nei secoli scorsi e l’attuale furia iconoclasta c’è una differenza: oggi viviamo in una società secolarizzata dove il pensiero illuminista ha permeato la mentalità comune, il cui frutto più maturo e marcescente è il nichilismo dell’ideologia liberal e globalista, con la follia del politicamente corretto, assecondata con passività da tanti cittadini.
Quanto è stato fatto a Monte Beccugiano, il restauro cioè della croce monumentale giubilare è un ammirevole ed incoraggiante fenomeno in controtendenza rispetto al relativismo imperante. Le Associazioni di Volontariato che lo hanno ideato e realizzato non sono nuove a collaborazioni di questo tipo, mirate alla cura e alla salvaguardia del territorio, in applicazione del principio di sussidiarietà.
Nel coinvolgimento di tanti giovani volenterosi, che va sostenuto moralmente, politicamente ed economicamente, leggiamo un segno di speranza per le nostre valli.
G.M.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 1 Luglio 2020