PALAZZUOLO SUL SENIO – Il toponimo di Mantigno deriva, secondo antica tradizione, da “Mons Igni”, ovvero “Monte di fuoco” perché qui ardevano sulle alture misteriose fiammelle come accadeva a Pietramala e come avviene tuttora in quello che è chiamato, impropriamente, vulcano di Monte Busca nella vicina Romagna. In questa valle abitata sin dall’antichità come ci testimoniano ritrovamenti archeologici di epoca etrusca e pre romana risalenti al VI sec A.C., sorge una piccola chiesa dedicata a sant’Andrea, quasi a testimoniare una presenza longobarda di un certo rilievo ai tempi della guerra greco-gotica. L’edificio è presente in quel luogo dal 1386, quando si decise di edificare un nuovo luogo di culto spostandolo dalle vicinanze del fosso dove era stata originariamente eretto. La casa colonica ancora oggi presente porta, infatti, il nome di “Chiesa vecchia”. L’esterno è semplice con pietra a vista. Sul piccolo, ma elegante, campanile si trovavano due campane di venerabile antichità. La più grande aveva incise le iniziali A.M. che erano, probabilmente, quelle del fonditore e la più piccola l’invocazione “AVE MARIA GRATIA PLENA”. Oggi, entrambe, sono state traslate nella chiesa di San Giovanni Gualberto a Pontassieve dove continuano la loro missione di annunciare la buona novella anche a quella anime.

L’interno, purtroppo non accessibile e in precarie condizioni, conserva pregevoli opere della manifattura Chini di Borgo San Lorenzo e risalenti agli anni ’30 del XX sec. Queste piccole, ma significative, testimonianze di bellezza comprendono le otto vetrate (ne sopravvivono tre integre) e il rosone dedicato a Sant’Andrea e colonne di ceramica invetriata dei tre altari e alcune pitture musive.

Una fra queste pitture riporta lo stemma dell’Arcivescovo di Firenze Dalla Costa e la data dell’8 settembre 1932. Data, forse, della fine dei lavori concomitante con una visita pastorale del presule, a quella data, non ancora porporato.

Fortunatamente si riesce a documentare queste belle produzioni artistiche grazie alle foto, datate 2009, di Alberto Toscani. Infine mi piace ricordare che la pala d’ altare, raffigurante la crocifissione di Sant’Andrea, finì nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano a Palazzuolo sino a che, nel novembre del 2018, fu tolta giacché rovinata in seguito a un’infiltrazione d’acqua. L’interesse per questo fatto attirò Luciano Ridolfi che, poche settimane prima di morire, cercò di destare attenzione all’evento in uno dei suoi ultimi interventi sui social. A lui dedico questo articolo.

Gianfranco Poli

foto di Alberto Toscani

©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 aprile 2021

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