SCARPERIA E SAN PIERO – Un evento di comunità, ecco come può essere definita la presentazione dell’ultimo libro di Massimo Certini “L’Antica Osteria di Novoli sulla Regia Postale Bolognese”, che si è tenuta ieri pomeriggio nel salone mediceo della Pieve di San Piero a Sieve (leggi qui articolo di presentazione). Una comunità allargata e variegata, comprendente anche residenti o ex abitanti della zona, alcuni discendenti della famiglia Loli (che per secoli ha gestito l’osteria) e, soprattutto, tanti appassionati di storia locale. Il libro, infatti, è un piccolo gioiello che si aggiunge agli altri già prodotti anche dallo stesso Certini, arricchendo la narrazione dei luoghi dalle origini antiche della nostra zona.
Le foto testimoniano di come la bellissima e ampia location traboccasse di volti curiosi e attenti che, per oltre un’ora e mezza, hanno ascoltato gli interventi istituzionali del Pievano don Daniele Centorbi e dell’Assessora alla cultura del Comune di Scarperia e San Piero Marta Cappelli, ai quali hanno fatto seguito l’ampia e appassionata disamina del testo da parte dell’autore,
, e il discorso di ringraziamento sincero e sentito di Carlo Berti, a nome della famiglia che da oltre 40 anni è proprietaria dell’immobile oggetto di studio.
Con il coordinamento di Elisabetta Boni, la serata è trascorsa in un baleno, ripercorrendo a ritroso la storia dell’Osteria di Novoli, ma anche degli ulteriori insediamenti e delle famiglie che – dal Medioevo a oggi – hanno reso vitale quel tratto della Val di Carza che va da Tagliaferro a San Piero a Sieve, passando da Campomigliaio, Taiuti, Novoli e Casenuove. Un itinerario che un tempo aveva tutt’altra fisionomia, condizionata soprattutto dal passaggio di una delle strade più importanti per il collegamento con il nord del Paese, aperta forse anche prima del ‘300 e rinnovata a metà del 1700 per iniziativa del governo lorenese: la Bolognese. Tante le attività di ristoro che vi si affacciavano, a cominciare dagli “spedali” di accoglienza per viandanti e poveri, fra i quali quello delle Case Nuove, che fu munito anche della “ruota” per ricevere gli infanti abbandonati, i “gettatelli”. E proprio al 1715 risalgono le prime notizie dell’immobile legate alla proprietà Loli e alle evoluzioni dell’osteria. Un susseguirsi di fatti e vicende, fino ad arrivare agli anni più vicini a noi, testimoniati dalla presenza in sala di Anna e Angela Aiazzi, che hanno condotto l’esercizio dal 1990 al 2016 e la cui gestione è stata ricordata con grande affetto e riconoscenza. Molto arricchenti anche gli interventi dal pubblico di Marco Loli e di Carlo Forasassi, quest’ultimo a sottolineare l’importanza dei Lorena per l’emancipazione della Toscana e del Mugello.
E per terminare, come promesso, un ricco e ottimo rinfresco offerto dalla famiglia Berti, che ci sta sempre bene e favorisce lo scambio di impressioni e commenti. Insomma, una serata coinvolgente fra passato e presente, di quelle che lasciano il segno. Un grazie particolare a Carlo Berti e alla sua famiglia, e naturalmente a Massimo Certini, per aver regalato alla comunità un libro che ha anche una funzione civica di ricostruzione della memoria storica e che, nella rigorosità della sua ricerca, ci arricchisce individualmente e collettivamente.



© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 17 novembre 2025