MUGELLO – Luca Varlani ha scovato un librettino ottocentesco, dove l’autore, in prima persona, racconta il proprio viaggio in Mugello. E fissa in pagina una serie di appunti, racconti, analisi della realtà sociale davvero interessanti. E gustosissimi da leggere. Perché pur essendo passati 150 anni, ci sono pagine che sembrerebbero scritte adesso. Ma soprattutto sono arguti i suoi commenti, che talvolta strappano il sorriso.
Pagine talmente gustose e interessanti, che intanto ne metteremo a disposizione alcuni estratti, relativi ai vari paesi toccati.
Per poi chissà, alla fine, regalare ai nostri lettori l’intero testo.
E dopo il primo assaggio, con le pagine introduttive arricchite da alcune immagini d’epoca, dall’archivio di Varlani (articolo qui), ecco il continuo della storia. E il nostro autore si ferma a San Piero.
Chi è l’autore di questo testo? Lo riveleremo alla fine. Adesso godiamoci questa ottocentesca prosa che racconta il Mugello di un tempo.
Quanto tempo passerà prima che arriviamo a San Piero a Sieve ? — domandai al vetturino. Tre ore circa mi rispose egli . Un viaggio di tre ore per trenta soldi ! pensai io …. Viva il trasporto a buon mercato ! E volgendomi ad esaminare l’interno del veicolo in cui io era rinchiuso e le persone che mi erano compagne di viaggio, aggiunsi: certo a tale prezzo non possiamo avere pretensioni ne di comodo , nè di buona compagnia. Ad ogni modo è vero che non si può viaggiare con minore spesa ; ed io mi meraviglio fortemente come questo buon mercato non faccia si che queste diligenze non sieno sempre piene di Fiorentini che vanno a villeggiare , e che spendono quasi altrettanto per non giungere che alla vicinissima Fiesole ! Indii mi volsi ad esaminare di nuovo i miei compagni di viaggio come per trar dall’esame delle loro fisonomie l’augurio o la sentenza di mia noia o di mio diletto . Essi erano quattro. Un uomo di media età , in abito cittadinesco con dura fisonomia, con duro modo di rispondere e di salutare e perfino con duro modo di stare seduto nel suo posto , poichè vi stava come se lo avesse conquistato con le armi o temesse che alcuno ne lo defraudasse. De oltre a quell’uomo eranvi una donna e due contadini. La donna aveva un fanciullo addormentato sulle ginocchia. La fisonomia di costoro era quella di buona ed onesta gente , ma indurita nella sua espressione dai disagi di una vita troppo laboriosa e attentata . Le prime miglia di un viaggio fuori di una città sono ordinariamente noiose… Mentre io mi preparava a fare le mie contemplazioni sulla natura , i miei compagni di viaggio impegnarono per sè la mia attenzione. Noi eravamo davanti a Trespiano.
Eravamo arrivati a Pratolino, ed i cavalli stanchi o viziosi rifiutarono di procedere più oltre. Uno di essi si gettò in terra nè vi fu argomento bastevole a rialzarlo ; l’altro si delle a tirarsi indietro e a rispondere con spesse e violenti coppie di calci , alle bestemmie e alle sonore frustate del vetturino. L’uomo dall’abito civile e dalle incivili maniere , timoroso dell’accaduto e di ciò che poteva accadere, fu il primo a cercare salvezza scendendo. Noi lo seguimmo. Ma poichè io non voleva continuare il viaggio con quei cattivi cavalli che mi avrebbero fatto passare una mala notte nella diligenza ( perdoni Iddio sì bel nome così male applicato ! ) pagato il vetturino , montai subito in un’altra carrozza che appunto allora passava , diretta per il Mugello e che non conteneva che due viaggiatori . Erano un uomo e una donna di assai verde età e di bello aspetto entrambi , e poichè dormivano voltandosi le spalle, giudicai che fossero marito e moglie. Il mio entrare svegliò la donna la quale parve poco contenta d’interrompere il suo sonno. Per cominciare il nostro colloquio io le domandai se mai fosse stata a Pratolino. Mi rispose che no scuotendo la testa . Ripresi a dirle che quello era un superbo primo a provvedere ai bastardi , e che il primo ospizio di Trovatelli fu fondato a Milano nell’ottavo secolo dell’era Cristiana. parco fatto da’ Medici ‘ che di delizie come di altre moltissime e diverse cose furono ai loro tempi maestri e donni : che là era l’Appennino di Gian Bologna , immenso gigante di pietra tufacea , e prati verdissimi, bellissime vacche , superbi abeti …. ma la bella donna non mi prestava attenzione più di quanto me ne prestasse l’uomo che dormiva .
Il nuovo venuto era un conterraneo dei miei due compagni di viaggio e li saluto . Allora sperai di sapere il dolore che torturava quelle creature , disposto ad adoprare ogni argomento per dar loro fosse anche un momentaneo sollievo . I due che aveva giudicato per marito e moglie erano fratello e sorella : essi avevano accompagnato un loro minore fratello a Firenze per entrare fra i coscritti . L’uomo svegliato sospiro profondamente più volte e si asciugo furtivamente qualche grossa lacrima che calava sulla guancia. – E di Drea come è andata ? — domandò il soprav venuto non accortosi del dolore dell’altro . E questo con nuovo sospiro : È rimasto laggiù ! ora, perduto lui per 6 anni, noi siamo alla elemosina. Il padrone ci scaccia dal podere ove siamo nati e dove sono nati mio padre e i miei zii . Pretesi di consolarlo facendogli sentire che la cosa era necessaria. – Il Governo ha bisogno di forza armata per difendere i propri sudditi dentro e fuori dello Stato – diceva io Ma la mia eloquenza non faceva effetto. Il buon uomo si ostinava a sostenere buono il suo progetto dilegge , e avremmo discusso tutta la sera inutilmente , se arrivati alla Carzola , egli e la sua sorella non fossero scesi per portarsi sconsolati al povero tugurio ove gli attendeva trepidando il vecchio padre cieco e la madre ammalata.
Chi scende da Pratolino venendo da Firenze, il primo villaggio del Mugello che trova è Vaglia : Novoli è il secondo. Ivi la strada si divide in due parti , delle quali una larga e bella prosegue salendo per Cafaggiuolo e si dirige a Bologna ; l’altra stretta e misera, va nel Mugello . Dopo due miglia siamo a San Piero a Sieve. Quando io giunsi a questo paese suonavano le oito al pubblico orologio ; al mio mancavano tre minuti . Dunque hanno bisogno di calcolare il loro tempo le genti di questo paese , pensai io e ne hanno il modo. Non dobbiamo essere in terra di barbari ! Dove è un pubblico orologio che va e va bene, vi saranno alberghi ove si potrà star bene. ‘ Dietro questa riflessione consolante io decisi di pernottare a San Piero a Sieve .
Appena desto, mio primo desiderio e ricerca fu di vedere la posizione del paese ove io era e che sapeva essere alla vista di una gran parte della valle di Sieve. Fu inutile che io mi facessi alla finestra della mia camera : da quella io non vedeva che un erto colle , in cima a cui rosseggiavano ai raggi del sole nascente le cime di grandi muraglie di mattoni appartenenti ad una antica fortezza.
?XXXXXXXX?
a cura di Luca Varlani
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 12 marzo 2022