
Realizzata al partire dal 1929 la casa di riposo San Francesco è stata arricchita di opere eseguite dalle Fornaci San Lorenzo e da decoratori della famiglia Chini. Nel piazzale antistante l’ingresso, sorge un tabernacolo in mattoni al cui interno è collocato un pannello ceramico con San Francesco, firmato da Augusto Chini e datato all’anno VI (dell’era fascista, quindi il 1928).
All’interno della struttura, appena varcato l’ingresso, incontriamo un’ulteriore immagine di San Francesco, eseguito quasi a tutto tondo, e modellato da Guido Calori, scultore stretto collaboratore della manifattura, negli anni 40 e donato da Chino Chini al fondatore della casa, il cappuccino Padre Massimo da Porretta.
Nella sala del consiglio, invece, si trova un monumentale Crocifisso, ottimo esempio della produzione chiniana tratta direttamente da opere rinascimentali, quali i crocifissi donatelliani.
Il vano scale custodisce, invece, una lastra in grès il cui soggetto, il Salvatore, è analogo a quello utilizzato per la sepoltura di Leto Chini a Scarperia, risalente al 1910 ca. e con tutta probabilità dovuto al disegno di Galileo.
Dopo una targa in piastrelle policrome raffigurante il Sacro Cuore di Pompeo Batoni, una delle immagini devozionali più note, la raccolta di opere chiniane continua presso l’ingresso della cappella delle messe, dove sono collocati due tondi in terracotta policroma raffiguranti rispettivamente calchi dell’arcangelo Gabriele della Vergine annunziata di Andrea della Robbia.
Più interessante e originale è, invece, la lunetta visibile all’interno della cappella mortuaria con Cristo in pietà, versione ridotta di quella collocata sulla facciata dell’oratorio della Misericordia a Borgo, probabile opera di Galileo. E ancora, un pannello ceramico con la Madonna col Bambino e San Giovannino, a quanto pare opera di nuovo di Galileo.
In conclusione, nella parte posteriore dell’edificio, all’esterno, si trova un’altra lunetta in ceramica policroma raffigurante Cristo, realizzata dalle Fornaci San Lorenzo su disegno di Galileo Chini.
Scheda di Marco Pinelli, foto di Francesco Noferini
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