Il cimitero di guerra tedesco sul Passo della Futa
FIRENZUOLA – L’ingegner Fausto Giovannardi ha dedicato un interessantissimo studio al cimitero monumentale germanico della Futa, un’opera di grande valore presente da sessant’anni sul nostro territorio. Nel suo saggio Giovannardi (link allo sfogliabile qui), da appassionato tecnico si sofferma non solo sulla storia e le caratteristiche del complesso, ma racconta anche le figure di coloro che hanno contribuito in modo fondamentale alla realizzazione di questo mausoleo: il progettista, il paesaggista, il responsabile delle opere in ferro e quello per l’intarsio della pietra.
E a proposito di pietra nel lavoro dell’ing. Giovannardi non poteva mancare un riferimento diretto anche al contributo di Firenzuola: le opere in pietre furono inftti eseguite dalla Cooperativa Scalpellini di Firenzuola, e il saggio riporta anche due foto, con i nomi delle maestranze firenzuoline (vedi più sotto).
Qui riportiamo un estratto del saggio di Giovannardi. Quello integrale lo si può leggere qui.
Nel dicembre del 1955, la Germania ottenne dagli Alleati l’autorizzazione ad erigere monumenti ai propri Caduti. Fra i vari siti individuati, quello della Futa fu scelto perché si trovava sulla Linea Gotica, il fronte difensivo tedesco dove si sono svolte aspre e sanguinose battaglie con il maggior numero di morti. Il Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge incarica del progetto, nella primavera del 1959, l’architetto ed ingegnere Dieter Oesterlen di Hannover. Il progetto viene presentato al Comune di Firenzuola nel giugno del 1960. La realizzazione dell’opera ha inizio nel 1962 per terminare nel ’67. L’inaugurazione si tiene il 28 giugno 1969.
Questo cimitero è il più grande in Italia ed ospita 30.683 salme di caduti dell’esercito tedesco, un quarto di quanti morirono nella Campagna d’Italia. Un’opera che non concede spazio all’orgoglio e alla retorica, che non vuole essere un luogo celebrativo e monumentale, e che rappresenta una vera e propria lezione di pace e di umanità.
Alla base del progetto il rilievo accuratissimo del luogo, delle essenze autoctone e della consistenza vegetale, a cura dell’architetto Ernst Cramer di Zurigo, per conto del Prof. Walter Rossow, che con il suo aiuto Helmut Bournot è il paesaggista chiamato da Oesterlen a collaborare al progetto, in un ruolo fondamentale. Perché il progetto si basa sul principio di realizzare l’opera come parte integrante del paesaggio, prendendone la forma.
“Volevo semplicemente evitare questo tipo di monumentalita rimodellata e di patos eroico falsificato, così come volevo rifuggire un’altra concezione spesso utilizzata. Una massa oppressiva e imponente creata attraverso una meccanicistica disposizione di croci in file ordinate”
Dieter Oesterlen
Il cimitero si sviluppa lungo le pendici della collina a fianco del passo assecondando il naturale andamento del terreno.
Dal parcheggio sul passo della Futa, si arriva all’edificio d’ingresso ed alla piazzola che lo fronteggia, circondata da un alto muro, sul cui fronte una lapide indica l’accesso al sacrario.
Dallo stretto ingresso un muro in pietra serena, appena sbozzata, oggi colorato da licheni verdi e gialli, che è l’elemento fondamentale del progetto, definisce un percorso di duemila metri, che sale a spirale per raggiungere, al culmine della collina, la corte d’onore da cui si accede alla cripta, e divenire poi una “scheggia” verticale alta sedici metri, che si erge verso il cielo. Lungo il percorso, dal muro a monte emergono a cadenza regolare delle croci di pietra. Salendo la scheggia cambia la sua forma, è una superficie dinamica che muta con la prospettiva, definendosi chiaramente come la meta da raggiungere. Una volta raggiunta ed entrati nella corte d’onore si scopre in dettaglio l’intarsio di pietre bianche, nere e grigie di Helmut Lander e la balaustra di Fritz Kühn in lastre d’acciaio e bronzo di cannone, a chiusura dello spazio sulla sottostante scala d’accesso alla cripta, il cui solaio è un susseguirsi di travi di cemento armato, e il pavimento di pietra nera su cui è posata una scultura di Fritz Kühn a forma di corona di spine.
Scendendo, sul lato nord del muro una porta introduce all’altra cripta, quella con le insegne militari. Tre percorsi diretti fatti di gradinate, tagliano il pendio e consentono di raggiungere più direttamente la parte sommitale. Posate sui prati verdi, fra i vari terrazzamenti tra i muri della spirale, le lastre tombali dei caduti, due morti per ogni pietra (70×140 cm), con incisi i nomi dei militari caduti, oppure con la semplice dicitura “ein unbekannter deutscher Soldat” (un soldato tedesco ignoto), ricordano le ordinate file di un esercito.
Particolari sull’erezione del Cimitero di guerra sul PASSO della FUTA
Situazione
L’area destinata all’erezione del Cimitero di guerra è posta vicino alla strada statale n. 65 del passo della Futa che da Firenze conduce a Bologna (35 km in linea retta da Firenze) a una altezza di 952 m. immediatamente a nord ovest del Passo della Futa, nel territorio comunale di Firenzuola. La quota 952 è una collina con una differenza di altezza su l’area di 35 m., che si vede particolarmente dal sud e dall’ovest. Il terreno è composto di un fondo pietroso, cosparso di salici.
Configurazione
Il cimitero di guerra è configurato principalmente a giardino. Curando il massimo adattamento all’area esistente, il terreno viene conformato a terrazza a mezzo di un solo muro di sostegni, che, seguendo la forma di una spirale e continuando pressappoco le linee altimetriche, a poco a poco raggiunge il punto più elevato della collina. Dal muro a spirale vengono formati circa 20 gruppi di croci, alla distanza di circa 100 m. l’uno dall’altro. Circa 500 m. sotto il culmine, dal muro di sostegno si forma gradatamente un muro indipendente, che, raggiunto il culmine continua a crescere fino a diventare un’ala di muro che si eleva obliquamente verso il cielo. Per mezzo dell’angolare sviluppo dell’ala di muro, si forma un cortile d’onore che nel suo sottosuolo accoglie la cripta. Sulle 5 terrazze formate dallo sviluppo dei muri, sono collocate le singole tombe per 34.500 caduti.
Edifici
1 Famedio
Il famedio si compone del cortile d’onore formato dai muri e dalla cripta sottostante (circa 100 ma.). Nella cripta viene custodito il Libro d’onore.
2 Entrata
L’entrata è situata all’angolo sud-est dell’area, che è più vicino alla strada statale n.65. Il continuato muro a spirale abbandona in questo punto la sua funzione di muro di sostegno, diventa un muro di protezione che abbraccia il cortile di entrata e con una lunga obliqua finisce nella terra. Con questo graduale discendere verso la terra si vuol significare la caratteristica dell’infinito.
Di fianco al cortile d’entrata circondato dai muri, sorge un edificio a tetto piano che accoglie i seguenti locali: sala di aspetto per i visitatori che hanno qui la possibilità di vedere le liste dei caduti (qui seppelliti di ca. 24 mq)
sala per il custode di ca. 15 ma
Ripostiglio attrezzi di ca. 24 mg
Gabinetti
Atrio protetto dalle intemperie con panchine per i visitatori
3 Casa del custode e del giardiniere
Questo edificio è disposto come casa doppia sotto l’entrata principale in comunicazione col posteggio e collegato nei muri di recinto. Questa posizione permette un facile controllo dei visitatori in arrivo, del posteggio, dell’entrata principale e della maggior parte del cimitero.
Ogni appartamento comprende:
1 salotto di ca. 25 ma
1 stanza da letto di ca. 18 mq
1 stanza per i bambini di ca. 11,5 mg
1 cucina di ca. 9,0 mq
Bagno e gabinetto
Nel piano sottostante, che si può anche raggiungere da un piccolo cortile, sono disposti i ripostigli e gli accessori. Da qui si può entrare nel locale delle pompe. (Acqua).
Accessi e possibilità di posteggio
Sotto l’entrata principale, tra l’edificio d’entrata e la casa del custode, si trova una piazzola di posteggio per due autobus e sei automobili. Un muro di sostegno la toglie alla vista.
La strada dal posteggio all’entrata principale deve continuare solo come strada per pedoni.
Accanto alla casa del giardiniere e all’angolo nord dell’area sono disposte due entrate di servizio.
Materiale:
Il materiale per la costruzione dei muri di sostegno e per le pareti del cortile d’onore, per i viali e le scale viene ricavato sul posto o nelle cave vicine. Anche l’edificio d’entrata e la casa del custode devono essere costruiti con pietra lavorata, usando in parte mattoni, cemento armato e legno.
Hannover, il 14 giugno 1960
L’architetto Professor Oesterlen
I Costruttori delle opere in pietra
In piedi da sinistra: Quinto Giuntini, Luigi Poli, Mauro Maestri, Gino Mazzanti, Roberto Giovannardi, Giancarlo Mazzanti, Alessandro Barzagli, Renzo Ballerini, Filiberto Capitani, Romano Malavolti, Dario Benassi, Paolo Rossetti, Renato Malvezzi. Accucciati da sinistra: Giuseppe Tinti, Luciano Stefanini, Giuseppe Vettori col figlio Luigi, Renzo Sabatini, il portoghese, Vittorio Noferini, Corrado Pierantoni, n.i…….
Le opere in pietra furono eseguite dalla Cooperativa Scalpellini di Firenzuola. Foto gentilmente concesse da Ivo Maestri (nella foto il terzo accucciato da sx).
Ricerca di Fausto Giovannardi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 30 giugno 2024