Il libro di Mario Lancisi su don Milani “profeta disobbediente” ha chiuso la Festa della Toscana 2024
FIRENZE – “Nel mio libro ci sono due storie: la storia grande di don Milani e la storia piccola, ma per me importante, perché è la mia storia di figlio di mezzadri bocciato al liceo, anzi ‘respinto’ come si diceva allora”. Spiega così, Mario Lancisi, giornalista, il suo libro ‘Don Milani. Vita di un profeta disobbediente’, edito da TS, presentato mercoledì 27 novembre nella sala del Gonfalone del palazzo del Pegaso. “In quel momento qualcuno mi suggerì di leggere Lettera a una professoressa e sin dalle prime parole cominciai a piangere e a sorridere, gli stessi sentimenti, come poi ho scoperto, provati da Pier Paolo Pasolini. Con quella lettura è cambiata la mia testa ed è cambiato il mio mondo. Fu un’illuminazione”.
Insieme con l’autore, sono intervenuti alla presentazione il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo; Rosy Bindi, presidente del Comitato per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani; don Andrea Bigalli, coordinatore del Comitato Diocesano per don Lorenzo Milani. Ha moderato l’incontro il direttore di ‘Toscana Oggi’, Domenico Mugnaini. In sala, il sindaco di Vicchio, Francesco Tagliaferri, e il presiedente dell’Istituzione Don Milani, Antonio Foti Valente.
“La presentazione del libro di Mario Lancisi rappresenta il momento di conclusione della Festa della Toscana 2023, che abbiamo voluto dedicare proprio al parroco di Barbiana e al suo ‘I care’, il prendersi cura, tendere una mano che racchiude la nostra idea di Toscana”, ha detto Antonio Mazzeo. “Quello che ci ha insegnato don Milani dovrebbe essere il filo comune da seguire, ciascuno nell’attività che svolge: diminuire le disuguaglianze, impegnarsi per fare in modo che nessuno venga lasciato indietro. Nel modo di essere disobbediente di don Milani c’era anche tanta obbedienza al Vangelo e alla Costituzione – ha aggiunto il presidente dell’assemblea toscana –. Ha posto la questione della povertà educativa, sempre molto attuale. Ci ha insegnato che un ragazzo o una ragazza, un bambino o una bambina si misurano per il numero di parole che conoscono. La necessità di non lasciare indietro nessuno e di essere disobbedienti per cambiare il mondo. Ognuno di noi, dal proprio punto di vista, ha gli strumenti per cambiare il mondo”.
Anche secondo Rosy Bindi, “in realtà, la disobbedienza di don Lorenzo è da interpretare. Credo che fosse un ‘ribelle obbediente’: alla sua Chiesa, al Vangelo, e alla Costituzione. Tuttavia, ha insegnato ai ragazzi e anche a noi che l’obbedienza ha un fine, che è quello della giustizia. Alle leggi bisogna obbedire – ha proseguito Rosy Bindi –, ma allo stesso tempo dobbiamo chiederci se sono leggi giuste”. Il criterio di giustizia di don Milani “era molto esigente: le leggi sono giuste se stanno dalla parte dei poveri e degli oppressi, sono ingiuste se danno man forte agli oppressori. Dovremmo sempre chiederci, quando obbediamo alle leggi, se abbiamo la forza di disobbedire, che significa anche impegnarsi a cambiare le leggi. Oggi direi anche a cambiare la società nella quale viviamo, nella quale si sta affermando un modello che aumenta le disuguaglianze e non dà abbastanza strumenti ai poveri per riscattarsi”.
“Con un pugno di libri, don Milani ha trasformato l’ambito sociale a cui si rivolgeva”, ha commentato don Andrea Bigalli. “L’ha fatto con un talento letterario assoluto e uno stile notevolissimo. Si può dire che don Milani era un genio. Penso che ai ragazzi di oggi direbbe che debbono tornare a impossessarsi della loro storia, che devono metterci fantasia, creatività e gusto del sapere”. Don Bigalli ha voluto dedicare questa serata alla memoria di Adele Corradi, “la professoressa diversa da tutte le altre, che ci ha fatto tanto del bene”, come la descrisse lo stesso don Milani, morta nei giorni scorsi a quasi 100 anni di età. La professoressa che aveva accompagnato il percorso educativo e spirituale del prete di Barbiana.
“Quanto è attuale don Milani? La domanda trova risposta in quello che ci dice Papa Francesco tutti i giorni – ha osservato Domenico Mugnaini –. Don Milani guardava agli ultimi, ai poveri, a quelli che erano messi ai margini della società. Oggi avrebbe combattuto da par suo”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 28 Novembre 2024
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