La chiesa di San Lorenzo a Villore
VICCHIO – Villore è una gradevole località pedemontana posta a nord-est di Vicchio, raggiungibile percorrendo la strada comunale che risale la valle del Botena in riva destra.
Stretto dai poggi che lo circondano, il borgo si adagia alla prime falde dell’Appennino, quando ormai la Botena Secca, il Torrente Botena ed il Borro di Solstretto hanno da poco unito le loro acque in un unico corso.
In un passato non troppo lontano, il luogo era noto per l’opera di boscaioli, carbonai, pastori e scalpellini ma soprattutto per i maestosi castagneti, che nonostante la disagevole orografia della montagna conferivano a tutta la zona angoli di incomparabile bellezza naturale. La carenza di strade e una viabilità vicinale contenuta, hanno permesso di conservare nel tempo la natura originale di un territorio nel quale sono ancora percepibili i caratteri di quiete e serenità tipici di altri tempi.
Tuttavia in antico, la zona era interessata da tratti importanti di alcune strade che consentivano l’accesso ed il collegamento con la regione romagnola. Tortuosi percorsi poco più che mulattiere, vi conducevano mercanti, pellegrini e militari attraverso il varco delle Scalelle, Campigno e Pian degli Arali sul crinale di levante, mentre un tracciato analogo vi giungeva da Crespino e Poggio al Tiglio, per scendere ad Uzzana sulla destra idrografica del Botena. Una rete stradale molto frequentata, addirittura munita di un piccolo hospitale per i pellegrini posto lungo la via che saliva a Belforte e ancora attivo all’inizio del Settecento.
Nell’antica Villa di Uzzana sarebbero da riconoscersi le tracce del primo agglomerato urbano di Villore, cresciuto attorno ad un avamposto dei Conti Guidi, gli stessi signori che controllavano il resto del territorio circostante dalle possenti rocche di Ampinana e Belforte.
In epoca prossima all’anno Mille, accanto alla piccola borgata si sarebbe costruita la prima chiesa di San Lorenzo comunemente detta al Corniolo, forse per l’apice collinare sul quale era costruita.
Le prime notizie documentabili in merito a quest’antico luogo di culto, sembrano risalire al 1260, quando lo stesso era chiamato a versare 9 staia di grano per sostenere l’esercito fiorentino contro i senesi nella battaglia di Montaperti. La chiesa compare ancora citata nei decimari del 1276 -77 e poi nel 1311, quando vi era rettore tal prete Francesco. Nelle prime decadi del Quattrocento la capienza della chiesa era ormai insufficiente alla crescita demografica locale e ancor più preoccupanti apparivano le condizioni di staticità della fabbrica. Nel 1452 l’arcivescovo Pierozzi si adoperò per una donazione in favore di San Lorenzo a “Villole,” probabilmente un intervento teso ad assolvere la precarietà della chiesa se non la realizzazione di un nuovo tempio, costruito poi sul colle opposto a quello di Uzzana.
La chiesa di San Lorenzo a Villore avrebbe preso forma nella seconda metà del XV secolo (secondo lo storico Santoni nel 1472), eretta in riva sinistra del Botena, nel luogo conosciuto oggi come il Santo. Una condizione che emerge graficamente anche dallo studio delle Piante dei Capitani di Parte, la cartografia che illustrava il territorio nelle ultime decadi del Cinquecento, con la chiesa disegnata nella posizione attuale e la scomparsa di altri luoghi di culto nell’antica Villa di Uzzana.
La strada che vi si inerpica verso Campogianni ed il varco di Belforte, consente di elevarsi di livello fino a scorgere la parte tergale del complesso, dominato dalla possente torre campanaria posta sull’angolo nord- ovest della chiesa.
È indubbio che questa struttura a pianta quadrangolare, costituisse parte integrante di un più ampio complesso militare, forse edificato per difendere l’accesso a questa parte della valle. Trasformata in campanile con la costruzione della nuova chiesa, conserva un paramento con bozze di taglio medio, posate secondo un disegno regolare che gli conferisce solidità e compattezza. Sul lato sud resta visibile un passaggio tamponato, probabile accesso o rapido collegamento con gli ambienti interni del presidio. In origine la torre presentava un’altezza maggiore, ma il terremoto del 29 giugno del 1919 avrebbe determinato il crollo della parte sommitale, riducendo l’elevato di circa quattro metri. Nell’ampia cella campanaria fu traslata la campana appartenuta alla vecchia chiesa del Corniolo datata al 1358 e recante la scritta “Franciscus Pucci florentinus me fecit.” A questa ne sarebbe stata aggiunta un’altra, fusa nel 1486 da “Damianus Joannes de Florentia.”
La facciata della chiesa e lineare, con cadute d’intonaco che lasciano intravedere un paramento sottostante di bozze irregolari. Il sagrato è coperto da un’elegante loggiato a padiglione sorretto da quattro colonne con raffinati capitelli ionici.
È probabile che in origine la copertura fosse estesa all’intera facciata ed in grado di proteggere anche l’accesso all’oratorio della Compagnia dell’Annunziata, posto sul fianco sinistro della chiesa. Sull’architrave d’ingresso è uno stemma in arenaria bipartito, con la graticola simbolo di San Lorenzo e le tre stelle ad otto punte emblema dei Giannelli, maggiori benefattori della zona.
Ancora sopra l’ingresso, ma nella parte interna, campeggia la scritta: “fatta con le elemosine del popolo A. 1652, probabile retaggio di restauri ed interventi radicali compiuti in quell’epoca.
L’interno è ad unica navata, con copertura a capriate ricostruite nel 1719 da Don Giovanni Domenico Fabbri, come si legge sulla seconda trave dopo l’altare. Il presbiterio è rialzato di due gradini e delimitato da una balaustra a pilastrini quadrangolari. L’ Altar Maggiore monolitico in pietra serena, appare finemente decorato da fregi e stemmi e da un’epigrafe che ricorda il committente; Don Ulisse Giannelli e l’anno di costruzione, il 1652. L’aula si conclude nella scarsella, delimitata da un arco trionfale e completamente affrescata a motivi geometrici. Alla parete di fondo si appoggia un’elegante cornice con colonne che sostengono il timpano interrotto dall’emblema eucaristico. Al suo interno è l’immagine della graticola, simbolo del martirio di San Lorenzo, venuta in luce in seguito al furto della pala d’altare riproducente la figura del patrono.
Il Fonte Battesimale si colloca a sinistra dell’ingresso, ricavato negli ambienti che un tempo costituivano l’oratorio della Compagnia. La piccola cappella ha pareti decorate ed ospita la vasca di pietra serena sorretta da un piedistallo a base ottagonale.
L’aula è munita di pulpito, collocato sulla parete destra in prossimità del presbiterio e recante il trigramma di San Bernardino da Siena.
Gli altari laterali sono due, entrambi in pietra serena, realizzati nella prima metà del XVII secolo. Il più antico è quello di destra, voluto da Francesco Giannelli nel 1634 per la Compagnia dell’Annunziata; vi era esposta una tela dell’Annunciazione.
Del 1638 è invece l’altare in cornu evangeli, donato da Luca Chimenti de Gori e custodiva un tempo il dipinto raffigurante la Madonna del Rosario.
Nel novembre 1996 la chiesa fu profanata e derubata delle tre opere pittoriche che vi si custodivano. Fortunatamente nel 2004 a Firenze, grazie ad una rocambolesca azione dei carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale, fu possibile ritrovare e recuperare la tela ad olio della Madonna del Rosario.
L’opera è tornata finalmente in Mugello nel 2015 ed ora è visibile in tutto il suo splendore nella pieve di San Giovanni Battista a Vicchio.
Massimo Certini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 novembre 2023
Grazie per le bellissime notizie e foto.
per chi ama il Mugello sono notizie straordinarie grazie Massimo , cosa sai su Ampinana cosa c’è rimasto dell’antica fortezza ?limitrofa a Villore ? e di San Domenico a Rossoio ? Lorenzone
Grazie Lorenzone, ad Ampinana resta visibile parte della cisterna (quasi riempita) e parti consistenti delle mura perimetrali o di contenimento sul lato ovest; ci sarebbe da scrivere molto.
Per Rossoio invece non saprei, visto che l’ultima volta che ci sono andato, sono stato rincorso dai cani.
Grazie per l’attenzione e per i complimenti che fanno sempre piacere