L’Oratorio della Madonna dei Tre Fiumi

Oratorio della Madonna dei Tre Fiumi
Tra i numerosi edifici di culto presenti nel territorio di Ronta, l’oratorio della Madonna dei Tre Fiumi appare forse come il più suggestivo e caro alla devozione popolare. Ciò è dovuto ai molteplici fattori che lo caratterizzano, dalla sua posizione geografica all’architettura singolare e soprattutto a una serie di eventi miracolosi che ne hanno determinato le origini, segnando costume e storia locale per un lungo periodo di tempo.
Collocato alle falde del monte Castellina, poco fuori l’abitato di Ronta prima che la Faentina inizi a salire verso il Passo della Colla, l’oratorio occupa un’esigua appendice alluvionale detta valle del Sorbo, laddove lo splendido torrente Farfereta gettandosi nell’Ensa, genera tre bracci d’acqua dai quali deve aver avuto spontanea origine anche il nome dell’oratorio.
Da tempo immemorabile il luogo riveste aspetti di marcata sacralità. Il Davidsohn, nella sua Storia di Firenze, lo rammenta per la presenza di un convento intitolato a Santa Maria esistente già nell’854, anche se attualmente la citazione non sembra confrontabile con alcuna documentazione d’archivio relativa ad un ipotetico cenobio presente in passato nel luogo dell’attuale oratorio.
Una leggenda tramandata da generazioni lontanissime, vuole invece che in una piccola grotta ai piedi della Castellina, una signora bellissima avvolta da una luce abbagliante, fosse apparsa a due pastorelli piangenti e affamati, consolandoli ed esortandoli a tornare a casa, dove avrebbero trovato gran quantità di pane per sfamarsi.
Di certo sappiamo poi che già all’inizio del Cinquecento, esisteva nel luogo dell’attuale Santuario una piccola cappella, in sostituzione di un semplice tabernacolo viario posto a poca distanza lungo la strada che vi transitava verso la montagna. All’interno di questa cappella si conservava una bella immagine della Madonna col Bambino fra i Santi Francesco, Sebastiano, Donato e Rocco. E proprio questa immagine appare come “protagonista” per la nascita e nella storia dell’oratorio.
Nel 1578, il giorno dell’Ascensione, il volto della Vergine dipinta, avrebbe assunto sembianze umane, volgendo lo sguardo piangente verso alcune donne del luogo in preghiera. A questo primo episodio si unirono presto altri eventi miracolosi, tanto da relegare la cappella a luogo di grande venerazione mariana e assidua meta di pellegrinaggio, nel quale confluivano fedeli e visitatori da tutto il Mugello e dalla Romagna. Per gli innumerevoli prodigi di guarigione e grazia ricevuta, il luogo avrebbe assunto rapidamente caratteri di notevole interesse sociale, tanto da stimolare ed attirare anche le attenzioni della stessa Curia fiorentina, che concedeva il permesso per la costruzione di un luogo di culto più adatto a venerare e custodire dignitosamente l’immagine della Vergine miracolosa.
Con il contributo del popolo di Ronta, che ne sarebbe divenuto patrono, nell’estate del 1579 iniziava la costruzione dell’oratorio attorno alla primitiva cappella e all’immagine della Vergine, divenuta poi pala d’altare e simbolo del moderno luogo di culto.
L’ampliamento e la trasformazione della cappella determinarono di fatto un incremento notevole nell’afflusso dei pellegrini, grazie all’obolo dei quali nel 1633, fu possibile ampliare l’oratorio dotandolo delle due navate laterali, del porticato sulla facciata e di un piccolo refettorio. Ancora nel 1684, Domenico Pananti, pievano di San Giovanni Maggiore, si adoperava perché accanto all’oratorio si costruisse una casa di accoglienza e di ristoro per i pellegrini che avrebbe assunto il nome di Osteria della Madonna dei Tre Fiumi. Cristoforo di Pietro Buini, aristocratico del luogo, fu invece promotore del radicale restauro o ristrutturazione dell’oratorio, avvenuto nel 1705. L’adeguamento della strada Faentina avvenuto nel 1780, avrebbe irrimediabilmente deturpato l’arcata laterale destra del porticato, alterando le geometrie e l’aspetto estetico della facciata. Tuttavia, nonostante una collocazione angusta oppressa dalla rotabile Faentina e da altri edifici che gli si addossano, il complesso mostra ancora i caratteri di un’architettura gradevole, determinata da un’oculata disposizione dei volumi e degli spazi, che gli conferisce l’eleganza tipica degli edifici di culto sette-ottocenteschi.
Il campanile a torre quadrangolare cuspidata, occupa il vertice posteriore destro della struttura, con base a scarpa di bozze a vista che ne esaltano il senso di solidità.

Il porticato d’ingresso all’oratorio
Il porticato, pavimentato in pietra, occupa l’intero fronte della facciata, con archi ribassati sorretti da colonne quadrangolari. Sulla colonna di sinistra dell’arcata centrale, una lapide apposta verso la metà del XVII secolo, riporta le norme imposte dall’Arcivescovo Niccolini per la visita del Santuario, con l’ammenda di dieci monete d’oro per chi le contravveniva.

Lapide scolpita sulla colonna del porticato
Ai lati della porta centrale si aprono due finestre con inferriate a losanghe, tenute sempre aperte per la vista e le lodi alla Vergine anche dall’esterno. Nella parte inferiore di una finestra è ancora presente la fessura delle “limosine per il mantenimento della fabbrica”.

Finestra inferriata sotto il portico

Oratorio della Madonna dei Tre Fiumi – Interno
L’interno è arioso, con architettura elegante, coperto a due spioventi sorretti da travatura lignea. L’aula è a tre navate scandite da tre arcate a tutto sesto per parte. Sul fondo delle navate laterali sono collocati due altari di pietra recanti rispettivamente a destra, una Vergine Assunta in cielo, San Giovanni Evangelista e Maria Maddalena, e a sinistra l’immagine di un Santo in adorazione alla Madonna la cui iconografia appare di difficile lettura. L’opera presenta caratteristiche geometriche diverse dalla nicchia che l’accoglie, ipotizzandone quindi una collocazione molto posteriore alla realizzazione dell’altare.

Oratorio della Madonna dei Tre Fiumi – Navata centrale

Oratorio della Madonna dei Tre Fiumi – Il coro

Vergine Assunta, Maria Maddalena e San Giovanni Evangelista Altare in Cornu Epistolae

Madonna col Bambino – Affresco di Jacopo Chimenti
Pregevole il disegno dell’Altar Maggiore in pietra serena, con timpano semicircolare interrotto da un fregio, colonne cilindriche laterali e due angioletti scolpiti. Al centro è un affresco centinato che riproduce una delicatissima immagine della Madonna col Bambino, attribuita a Jacopo Chimenti.
Dietro l’Altar Maggiore è il coro rialzato di due gradini e con volta a unghiature. Vi si conservano appesi alcuni ex voto raccolti in teche di vetro e altri arredi lignei appartenuti all’oratorio, fra i quali un antico leggio con imposta di lettura bifronte.

Leggio ligneo nel coro
Sulle pareti delle navate laterali e sulla controfacciata, si aprono cinque finestre con vetrate policrome riproducenti scene della vita di Gesù e della Madonna, opere dell’artista scultore novecentesco Fra’ Alberto Farina.

Vetrata policroma, opera di Frate Alberto Farina

Vetrata policroma, opera di Frate Alberto Farina

Vetrata policroma, opera di Frate Alberto Farina

Vetrata policroma, opera di Frate Alberto Farina

Vetrata policroma, opera di Frate Alberto Farina
Scheda e foto di Massimo Certini