Marradi, toscanità e i proverbi di Orlando Pescetti
MARRADI – “Il diavolo non è così brutto come lo si dipinge” è il proverbio citato da Dino Campana in una lettera inviata a Mario Novaro nel dicembre del 1915. Così ha raccontato il prof. Paolo Rondinelli, collaboratore dell’Accademia della Crusca intervenuto con una piacevole e dotta lezione on line alla cerimonia di premiazione del Concorso rivolto agli alunni dell’Istituto Comprensivo di Marradi per la realizzazione di un disegno, di una sceneggiatura, di un video o di un commento scritto su un modo di dire o un proverbio, tratti da “I Proverbi italiani” di Orlando Pescetti.
L’iniziativa si inserisce nel progetto dal titolo “Toscanità e i proverbi di Orlando Pescetti” predisposto dal Centro Studi Campaniani con l’intento di promuovere la conoscenza del territorio maradese e degli scrittori ad esso legati. Il termine “Toscanità” è tratto dal titolo di un frammento poetico in cui Campana sottolinea il legame della sua poesia all’antica tradizione dell’arte toscana “che è sempre stata maestra di semplicità e di buon gusto”. Da qui l’attenzione è stata spostata su un illustre marradese poco noto che è Orlando Pescetti (Marradi 1556-Verona 1624). Professore, scrittore, profondo conoscitore della letteratura classica e membro dell’Accademia della Crusca, deve la sua notorietà principalmente alla pubblicazione di proverbi e modi di dire editi la prima volta nel 1598 . Sono tante le cose che separano questi due illustri marradesi, a partire dal tempo in cui vissero: Orlando nel XVI secolo, Dino nel XIX, ma il caso vuole che Campana nascesse in via Orlando Pescetti n.20 (oggi piazza Celestino Bianchi) andasse a vivere all’età di tre anni nella casa del nonno (attualmente Via Pescetti n. 1) attigua al palazzo omonimo. I Campana erano amici di Giovanni Costa, discendente da parte di madre dei Pescetti che aveva una casa ad Orticaia nella parrocchia di Gamberaldi, dove Dino veniva ospitato volentieri durante i suoi vagabondaggi. Il poeta parla di Orticaia nel Diario del suo pellegrinaggio alla Verna, una delle più belle prose poetiche della letteratura del 900. Sappiamo per certo, come testimoniano i documenti dell’Archivio del Comune di Marradi che il “povero uccellino” che trascina una gamba rotta descritto al termine del viaggio è Pietro Costa, figlio di Giovanni e nipote di Caterina Pescetti.
Oggi a Marradi il cognome Pescetti non c’è più, ma era ancora ben conosciuto ai primi del 900,quando nella via dedicata ad Orlando si ergeva il palazzo dell’antica e ragguardevole famiglia (distrutto nel bombardamento del 1944). Tutte queste notizie sono state riportate nell’opuscolo “Toscanità e i proverbi di Orlando Pescetti” redatto a cura della presidente del Centro Studi Campaniani e donato agli alunni delle classi che hanno aderito al progetto e precisamente: per la scuola primaria la classe II con le insegnati Daniela Gentilini e Violetta Savorani e la classe III con le insegnanti Fedora Anforti, Silvia Ravaioli ed Elena Romeri; per la scuola secondaria di primo grado la classe I con il prof. di Arte Salvatore Barbagallo e le classi II e III con la prof. di lettere Errica Cavina.
La giuria del premio, composta da Luciana Ciani, Annamara Gentillini e Mirna Gentilini ha redatto la classifica dei vincitori del concorso : per la sezione disegni al 1° posto Shanel Palli classe III scuola primaria che ha rappresentato il proverbio “Dio mi guardi da quella gatta che davanti mi lecca e dietro mi graffia”; al 2° Vittoria Zaccarini , classe II scuola primaria che ha rappresentato il proverbio: “Chi fa l’altrui mestiere fa la zuppa nel paniere”; al 3° Ruggero Vespignani classe 1° della sezione secondaria di primo grado che ha rappresentato il proverbio “ Parla poco e ascolta assai che non fallirai”; per la sezione testi scritti, veramente di buon livello, al 1°posto Fabio Bouachcha classe II scuola secondaria di primo grado con il testo “Non era farina del mio sacco”; 2° Mattia Casalini classe III scuola secondaria di primo grado con il testo “Il can che abbaia non morde”; 3° Matilde Xhuvani classe II della scuola secondaria di primo grado con “Mi voglio cavar la maschera “. La giuria si è complimentata con tutti i partecipanti, ma ha ritenuto opportuno conferire una menzione speciale alla classe III della scuola primaria per avere realizzato un video in cui gli alunni a coppia leggono il proverbio e ne spiegano il significato. Questo lavoro attestante un’attenta analisi dei proverbi e dei modi di dire, dei quali è stato approfondito l’insegnamento e la morale, ne ha favorito la rappresentazione grafica. I disegni infatti, nonostante la giovane età dei ragazzi, sono veramente belli da vedere e sorprendenti per la loro efficacia .
Il progetto si concluderà con l’allestimento di una mostra che sarà inaugurata prossimamente nella sede del Centro Studi Campaniani alla presenza del prof. Paolo Rondinelli il quale ha valorizzato l’iniziativa dal respiro europeo e citando il Proverbíario Ilustrado pubblicato a Tavira, in Portogallo, nel 2018, ha auspicato la pubblicazione degli splendidi lavori dei bambini.
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 17 maggio 2021