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Il grande crocifisso ligneo innalzato sopra l’altare maggiore della pieve è tornato al suo attuale splendore nel 2021 dopo un lavoro di restauro che, fra le altre cose, ha rimosso la finta bronzatura e doratura fatta fare nel 1856 dal pievano di allora. Prima di questo intervento, e già dalla fine dell’ Ottocento, gli studiosi avevano attribuito l’opera alla mano di Raffaello da Montelupo, scultore della prima metà del ‘500.

Questa attribuzione, oltre all’analisi stilistica resa comunque difficile dalla bronzatura, si appoggia su una possibile ricostruzione storica. Negli anni Trenta del Cinquecento, mentre la fama di Raffaello da Montelupo era in crescita e lavorava ad alcuni crocifissi lignei a Firenze, la chiesa di San Piero fu completamente rinnovata da Bernardo de’ Medici, rettore della chiesa e Vescovo di Forlì. Non stupirebbe se un pievano facoltoso avesse ordinato a un artista in voga l’arredo più importante per la propria chiesa; andando anche a imitare il proprio predecessore, Leonardo de’ Medici, anche lui pievano a San Piero e Vescovo di Forlì, che donò alla chiesa il fonte battesimale. Non sono però al momento noti documenti che possano confermare questa ipotesi e nessuno degli studiosi che ha avanzato questa proposta ha visto il crocifisso ripulito dalla bronzatura.

In concomitanza con il restauro è stato condotto un nuovo studio che data l’opera agli anni ’30 del ‘600, un secolo dopo i crocifissi di Raffaele da Montelupo; senza riportare un nome di un artista di cui si riconosce con convinzione la mano. Il restauro ha dato la possibilità di studiare in maniera più approfondita la qualità dell’opera e del lavoro, ma anche questa attribuzione trova scarsi punti di appoggio tra la documentazione. In particolare la prima metà del ‘600 è per San Piero un periodo di povertà e difficoltà varie: il pievano deve chiedere un prestito per abbattere e ricostruire il campanile e per affrontare urgenti lavori alla zona absidale, corrosa dall’umidità. Nelle memorie del tempo si segnala solo che nella chiesa fu costruito un nuovo altare laterale, ma a spese di un privato. Questo non esclude che il crocifisso possa essere un dono, ma anche in questo non esistono notizie in merito.

scheda a cura di Francesco Calamai
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello

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