Quella croce sul monte Giuvigiana, in ricordo di un bambino che cento anni fa si perse nel bosco e morì
VICCHIO – È una storia piena di mistero quella legata a una croce piantata nel bosco, sul monte Giuvigiana.
Una storia che ha proposto di riportare alla luce un escursionista mugellano, Sauro Pini, che, dopo l’incendio che ha colpito la zona, ha voluto fare una passeggiata, anche per controllare i danni fatti dal fuoco e , salendo da Monzagnano dopo la capanna San Francesco, si è imbattuto in una croce con affissa una dedica un po’ erosa dal tempo. La croce è dedicata ad un bambino morto nel 1907 proprio in quella zona.
Da qui le notizie si fanno meno precise.
Le versioni sono due: la prima racconta di due fratelli, il più grande, David del 1895 e l’altro di circa due anni più piccolo, che abitavano in un podere vicino alla stazione di Fornello. Una sera uscirono a governare il gregge di pecore per poi riportarle all’ovile quando, d’improvviso, calò una fittissima nebbia. I due bambini si spaventarono e decisero di tornare velocemente a casa ma, una volta arrivato David si rese conto che suo fratello non c’era più. Subito i familiari corsero nella vicina Gattaia e tutto il paese si impegnò nella ricerca, ma invano. Il piccolo, del quale non siamo certi del nome ma sembra si chiamasse Luigi, fu ritrovato tre giorni dopo senza vita, da Angelo Galeotti, sul monte Giuvigiana.
La seconda versione racconta che il bambino avesse smarrito il cappello ed era andato nel bosco innevato per cercarlo. Una volta recuperatolo, Luigi perse il senso dell’orientamento tra la neve ed invece di tornare verso casa, che distava al massimo 400 metri, scese verso Pesciola e risalì sulla Giuvinana, morendo di freddo e di stanchezza.
Una terza versione, un po’ più magica e sicuramente meno realistica, vuole che la madre dei due ragazzi fosse stata una donna di straordinaria bellezza ed avesse attirato le attenzioni del padrone del podere dove viveva da ragazza. La giovane, però, rifiutò le proposte dell’uomo, per sposarsi con quello che sarebbe stato poi il padre dei suoi figli, tirandosi addosso una “maledizione”.
“Sapevamo di questa storia – racconta Sauro Fontani nipote del fratello sopravvissuto – perché in famiglia ci è stata raccontata molte volte. Adesso stiamo cercando informazioni sul piccolo ma non è facile perché ormai i verbali sono andati perduti. Stiamo chiedendo informazioni all’anagrafe di Vicchio e poi cercheremo i verbali all’Archivio di Stato per conoscere con dovizia di particolari tutta la storia. Pochi giorni fa sono andato a visitare la croce che lo ricorda ed è stata un’emozione veramente intensa”.
“È una storia veramente brutta, che ha colpito la mia famiglia – spiega Giuliano Boni, figlio di David – mia mamma aveva un rapporto stretto con la nonna e le si struggeva il cuore quando la vedeva guardare in alto, verso Giuvinana, con lo sguardo perso e sofferente. Addirittura, quando il bambino sparì i Carabinieri accusarono mia nonna e per lei fu ancora più terribile. Fin da piccoli abbiamo saputo di questo zio che non abbiamo mai conosciuto, una storia che non potremo mai dimenticare”.
Forse non conosceremo mai cosa accadde veramente al piccolo Luigi, ma di certo nessuno dimenticherà mai quel bambino che morì nel bosco. E quella croce tra gli alberi continuerà a ricordare questa triste storia.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 14 Marzo 2021