Le scuole rurali a Firenzuola
FIRENZUOLA – Le scuole rurali avevano lo scopo di coniugare l’apprendimento degli elementi basilari dell’istruzione (leggere, scrivere e far di conto ), con le nozioni relative ai bisogni della vita contadina, vale a dire: tecniche colturali, allevamento e tecnologia agraria. La scuola, che nei principi avrebbe dovuto essere paritaria con le scuole urbane, in realtà diventò un tipo di insegnamento minore. Si fece strada il concetto, non tanto nuovo ma esistente da secoli, che ai figli dei contadini non servisse una grande istruzione per far fronte a quella che sarebbe stata la loro vita.
La scuola rurale nasce come iniziativa filantropica di privati illuminati; il primo esperimento, di un’educazione legata ai valori della terra, fu portata avanti, nel 1830, da Cosimo Ridolfi nei suoi possedimenti di Meleto. Seguirono altri tentativi da parte dell’abate Lambruschini, a San Cerbone, e di Domenico Cena, che istituì, ai primi del novecento nel Lazio, delle piccole scuole itineranti che seguivano i pastori e tenute da maestri volontari. Lo stato, dopo un iniziale disinteresse, istituzionalizzò queste idee e con una legge del 1923 estese la scuola rurale in tutta Italia, tanto che si passò dalle poche decine degli inizi a oltre 10000 degli anni Quaranta. Lo Stato italiano non gestì direttamente questi istituti, ma le affidò a varie istituzioni culturali; per la Toscana e l’Emilia Romagna fu scelto l’Ente Nazionale di Cultura, che era un ente amministrativo e non didattico. Questa conduzione da un lato permetteva una diffusione capillare senza i lacci della burocrazia, dall’altro scavava un solco sempre più profondo tra scuola comune e scuola rurale, utilizzando, allo scopo di risparmiare sui bilanci, personale di scarsa formazione ed esperienza, ambienti poveri e spesso fatiscenti e programmi ridotti all’osso, tutto per risparmi sui bilanci. Si permise di fatto che si creassero due ordini d’ istruzione primaria, con due didattiche diverse per i due tipi di scuola.
Le scuole erano generalmente edifici modesti, messi a disposizione dai comuni o da altri enti pubblici, avevano, comunque, un appezzamento di terreno più o meno grande, sul quale gli alunni potevano esercitarsi nelle varie pratiche agricole. Si preferivano coltivazioni a ciclo breve, che duravano fino alla fine dell’anno scolastico, e comunque, al termine di questo, la gestione dell’appezzamento veniva affidata generalmente al custode della scuola, che in cambio poteva disporre degli eventuali frutti raccolti.
Nel territorio del comune di Firenzuola, la scuola rurale era la tipologia più diffusa, ed era a disposizione delle famiglie contadine. Nel capoluogo esisteva anche un seminario ma era a disposizione dei futuri sacerdoti e per quei giovani, generalmente di famiglie abbienti, che avrebbero continuato poi con gli studi superiori. Abbiamo ritrovato due foto di scuole rurali del territorio: una di San Pellegrino e una di Cornacchiaia.
Della prima sappiamo anche il nome, era intitolata a Italo Spaggiari, un fascista ucciso, a Vicofertile nel Parmense, negli anni ’20. La foto fu scattata nel 1937, davanti a quella che era stata la scuola comunale fin dai primi del Novecento; probabilmente l’ occasione era per qualche manifestazione patriottica, come si vede dalle bandiere e dai cartelli inneggianti al re e a Mussolini.
La seconda, una classe della scuola di Cornacchiaia, ci presenta un gruppo di alunni in divisa con l’immancabile bandiera italiana. Le lezioni venivano svolte in un edificio che sorgeva presso l’antica bottega Corbatti, nella parte alta del paese, e che era servito, negli anni precedenti, come sede della locale scuola di ricamo. Si ricorda anche che, a Firenzuola nell’ex seminario, esiste un piccolo Museo della Scuola con interessanti allestimenti, che ci mostrano molti materiali didattici del periodo di cui abbiamo parlato.
Sergio Moncelli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 27 Febbraio 2020