MUGELLO – Il Filo ha già dato notizia dell’iniziativa “Vino nuovo … in otri nuovi” (articolo qui) che l’Università dell’Età Libera del Mugello organizza in gennaio/febbraio col patrocinio e il sostegno del Comune di Borgo San Lorenzo. Poiché la proposta di incontri sul rinnovamento della teologia è un intervento inconsueto nel panorama culturale, e non solo mugellano, per capirne meglio finalità e contenuti, abbiamo incontrato Andrea Banchi che ha ideato la proposta e curato la definizione degli interventi. Banchi è stato dipendente comunale per tutta la vita lavorativa e per molti anni bibliotecario e responsabile del settore culturale, organizzando a Borgo San Lorenzo iniziative e conferenze innovative su tanti e diversi argomenti (storia del Mugello, letture dantesche, temi di ecologia e sostenibilità, itinerario liberty, ecc.).

Pensi sia attuale parlare di teologia? A volte si ha l’impressione che si stia vivendo in pieno quello che de Lubac definiva come ‘umanesimo ateo’… L’importante è chiarire che teologia (parlare di dio) è ragionare sulle cose ultime, quelle più importanti per l’uomo, quelle significative nella vita singola e collettiva. Per un credente c’è Dio, per chi non crede o è agnostico c’è comunque un’etica a cui riferirsi. Questo rimarrà sempre attuale perché vive nel profondo di ognuno di noi. De Lubac si riferisce alle ideologie nate tra Ottocento e Novecento (positivismo, pensiero marxista e nietzschiano) che però non hanno oggi grande seguito. Le ultime ricerche, a cui è dedicata la prima conferenza, ci dicono che gli atei ideologici sono assai pochi, molti sono invece gli indifferenti, gli agnostici, coloro che non si sanno neppure descrivere perché la loro religiosità è in cammino … oppure chi fa un bricolage di varie credenze. Il pluralismo delle scelte è l’elemento di maggiore evidenza, ma non va valutato secondo i criteri di De Lubac che scrisse il suo testo nel 1944! Se i nostri figli non vanno in chiesa è perché sentono meno il richiamo etico? Crediamo che questo sia un mondo meno attento ai valori della persona, meno aperto alla condivisione? Credo che gli interrogativi chiariscano bene come ci sia esigenza di approfondire.

Cos’è dunque il vino nuovo, e cosa sono gli otri nuovi? Viene utilizzato un esempio contadino ripreso dai Vangeli per significare che quando troviamo situazioni straordinariamente diverse rispetto a quelle solite, per poterle capire e valutare, occorre che vengano riadeguati i paradigmi, non possono essere più quelli antichi. Applicando dunque l’esempio al salto avvenuto di recente nelle conoscenze umane e ai mutamenti conseguenti che si riscontrano nella spiritualità e nell’etica si capisce che ci vogliono strumenti appositi, altrimenti non comprenderemo il mondo nuovo (globalizzazione, sostenibilità, intelligenza artificiale, ecc.) e non sapremo valutarlo.

A chi vi rivolgete in particolare con questo corso? Non rischia di essere indirizzato a una
élite? Il rischio esiste eccome, se non viene compreso bene il contenuto proposto. E’ per questo che cerco attraverso la pubblicità e i mezzi locali d’informazione di spiegare bene il contenuto delle conferenze e di cosa discuteremo con l’ausilio di esperti di carattere nazionale. Questi temi riguardano tutti, sono il futuro che ci attende e di cui non abbiamo ancora un quadro ben delineato. Speriamo inoltre che la quota d’iscrizione non ostacoli nessuno. E’ di 40 euro perché abbiamo voluto distribuire a tutti un libro, ma non vogliamo lasciare nessuno fuori e consentiremo la presenza con quota ridotta anche per singoli incontri.

Saranno conferenze difficili che richiederanno particolari conoscenze? L’intenzione è quella di condurre gli incontri con linguaggio divulgativo, dunque senza che si debba conoscere chissà cosa. Certo i temi sono di per sé delicati a trattarsi perché attengono alle convinzioni più intime e alla visione del mondo. La comprensione delle cose avviene per ognuno attraverso schemi mentali, ma il rinnovo di questi ultimi è un processo impegnativo, perché richiede un po’ d’elasticità mentale. Come accennato al momento dell’iscrizione verrà consegnata una antologia di vari autori, così da avere un testo di riferimento e di ausilio a quanto verrà illustrato nelle conferenze. Per offrire poi la possibilità di un seguito agli spunti raccolti consegneremo una bibliografia ragionata di libri che sarà possibile consultare e prendere in prestito alla Biblioteca comunale.

Nell’invito si dice che il tema riguarda anche i non credenti. Perché un non credente dovrebbe venire a ragionare di Dio e di teologia? Perché appunto tutti abbiamo un’etica. Quella dei non credenti non è più debole né meno seria di quella del credente. E’ meno conosciuta, forse meno sbandierata, ma è una realtà importante e diffusa, da attivare ogni volta che nella società si pongono dei dubbi. Oltre a quelli medici e del fine vita ci sono quelli che riguardano lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, la salvaguardia della privacy, la gestione dei dati che riguardano ognuno di noi nelle nostre caratteristiche e scelte. Questi dilemmi definiscono la nostra società futura, quella che stiamo costruendo.

Che giudizio date sulla situazione locale? Come sono i nostri otri e il nostro vino? Per locale Paolo intendi italiana? Perché i temi che indichiamo hanno una dimensione mondiale e dunque ha poco senso guardarsi le scarpe senza alzare l’orizzonte. L’Italia è purtroppo provincia, anche culturalmente. I temi della crescita della conoscenza, anche di quella dell’uomo nel passato, anche di quella del cosmo, determinano un diverso senso nel porsi di fronte alle sfide della storia. Nei confronti della salvaguardia del pianeta ha importanza distinguere i credenti dai non credenti? I credenti di una religione da un’altra? Forse dobbiamo unire insieme gli sforzi per superare la soglia critica della sopravvivenza!

Puoi dare un’idea di quali argomenti si tratteranno in ogni conferenza? Certo. Iniziamo il 18 gennaio con un’esame della percezione che si ha dei fenomeni religiosi, attraverso le ultime indagini e gli studi realizzati su di esse, svolta da studiosi di sociologia della religione. Rispetto al recente passato in cui Berger, uno dei più conosciuti sociologi, affermava che la religione avrebbe ridotto via via il proprio spazio al crescere della secolarizzazione, oggi non si ritiene più valida questa convinzione. Lo spazio religioso è divenuto però così multiforme da confondere e sorprendere nelle sue caratteristiche. Non sono più le religioni tradizionali ad attirare, o comunque non lo sono più nelle forme fino ad oggi conosciute. La settimana successiva, il 25 gennaio, tratteremo il pensiero del vescovo Spong, nordamericano, che propugna l’uscita del cristianesimo dal teismo, cioè dalle forme rigide e dogmatiche della fede, per una profonda riforma più aderente al messaggio di amore e donazione di Gesù.
Il 1 febbraio spalancheremo una finestra sulla teologia che viene dal sud del mondo: la riflessione punta alla liberazione dei popoli e alla salvaguardia della terra, ritrovando gli accenti del sinodo sull’Amazzonia, da poco terminato, e quelli dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Termineremo l’8 febbraio dedicando il pomeriggio ad Alda Merini, morta dieci anni fa. La proponiamo perché il suo percorso sia d’insegnamento ad ognuno di noi: le sue scelte, la sua malattia psichiatrica, il suo dolore non le hanno impedito di percorrere nelle sue poesie la strada di amore che ha scelto. Viene proposta una lettura critica nuova, che evidenzia l’ispirazione mistica ed erotica, trattata nel libro appena uscito: Se decantarmi può solo Dio…

Paolo Guidotti
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 4 gennaio 2020

Share.
Leave A Reply

Exit mobile version