Al ristorante Latera le opere di Fabrizio Maiorelli e di Bruno Serpillo
BARBERINO DI MUGELLO – Dal 15 gennaio al 27 febbraio, nei locali del ristorante Agriturismo Latera, nella frazione barberinese, saranno esposte le opere dello scultore Fabrizio Maiorelli e del pittore Bruno Serpillo in collaborazione con l’associazione culturale “Amici di Giuliano Vangi”. La mostra, che doveva essere inaugurata sabato 15 gennaio alle 17.00, verrà presentata quando e se la condizione covid migliorerà.
“L’associazione culturale Amici di Giuliano Vangi – spiega il presidente Gian Piero Luchi – che rappresento come Presidente, ha accolto con piacere e condivisione la proposta di Giacomo Tatti di organizzare nel suo locale (Ristorante Agriturismo Latera) alcune iniziative culturali perché i frequentatori potessero allo stesso tempo godere del buon cibo e della bellezza delle opere d’arte che periodicamente vengono esposte in questi locali. A tale proposito ringrazio il pittore Giuseppe Langone che ha esposto nel mese di novembre. Ringrazio Anna Pieraccini per il mese di dicembre. Da oggi e fino al 27 febbraio sono esposte le opere di Fabrizio Maiorelli (legno scolpito) e Bruno Serpillo (olio su tela). L’associazione culturale è nata una decina di anni fa con lo scopo principale di “seguire” l’attività artistica del maestro Giuliano Vangi per farlo conoscere in maniera sempre più completa, ma allo stesso tempo è impegnata ad organizzare eventi culturali come può essere l’esposizione dei quadri di questi due artisti locali”.
Fabrizio Maiorelli, nato a Le Valli nel Comune di Firenzuola, risiede dal 1983 a Barberino di Mugello. Ormai da anni scolpisce legno e pietra per ricavarne piccoli e grandi capolavori: volti, figure, paesaggi, soprattutto in bassorilievo, cercando di riproporre “gli intagli armoniosi delle decorazioni rinascimentali”. Nelle sue opere si nota l’antica cultura contadina, che obbliga a non sprecare niente, a riciclare legni e sassi cd “inutili”, ma si evidenzia anche la gentilezza d’animo e i buoni profondi sentimenti dell’artista vero che con umiltà propone le sue soluzioni artistiche.
Bruno Serpillo nasce in Sardegna ed ancora piccolo si trasferisce con la famiglia a Barberino di Mugello circa sessant’anni fa e per questo egli si considera barberinese di adozione. Affascinato dal paese e dalla vallata del Mugello, da tanti anni ha cercato di fermare sulla tela certe caratteristiche, certe situazioni irripetibili di colori: infuocati tramonti e godibili foschie sono stati i suoi soggetti preferiti, ma non mancano, all’interno dei suoi paesaggi, i personaggi e gli animali che ci vivono, testimoni di un’antica, storica, artistica terra. I suoi dipinti sono costruiti quasi con calligrafica precisione. Per un’innata empatia e cognizione del territorio, ne indaga le molteplici espressioni: le acque limpide delle sue sorgenti, il paesaggio della campagna e dei boschi, pervaso dalla più autentica classicità, si materializzano e sublimano nella levità dei suoi quadri.
Entrambi si sono anche scambiati i ruoli: Maurizio dipinge, Bruno scolpisce. Hanno partecipato a varie mostre sia personali che collettive. Fanno parte delle associazioni: “Dalle terre di Giotto e dell’Angelico” di Vicchio e “Modigliani” di Scandicci. Entrambi insegnano le loro discipline per conto dell’associazione “Dalle terre di Giotto e dell’Angelico”. Per quanto riguarda la lettura critica delle opere esposte non posso dirvi molto perché non sono un critico di professione. La lettura obiettiva di un’opera può essere fatta soltanto da chi possiede delle competenze specifiche nel campo artistico, conoscenze specifiche che vanno acquisite con il tempo, con lo studio e con tanta passione. I critici non di professione, i semplici osservatori leggono in maniera soggettiva quello che l’opera in esame riesce a trasmettere a livello di sensazioni e che, quindi, varia da soggetto a soggetto. Per questo un’opera può piacere ad una persona, e non ad un’altra. Il lettore inesperto viene colpito, di solito, dall’abilità dell’esecuzione prima, e poi dalla verosimiglianza con la realtà. Più un’opera s’avvicina alla realtà più è considerata riuscita. I lettori inesperti non si soffermano sulla qualità e sulla composizione dettagliata di ciò che stanno guardando ma è la superficie di ciò che stanno guardando che li spinge a decidere e ad apprezzare un’opera anziché un’altra. Per cui, se guardo un’opera artistica così senza pretendere niente, basta colga l’opera nella sua visione immediata, e decidere: mi è piaciuta; no, non mi è piaciuta. Le opere di Fabrizio e Bruno a me piacciono.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 13 Gennaio 2022
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