Al voto al voto
MUGELLO – Se l’Italia cambia, il Mugello resta ancorato al passato. Quassù la storia si è fermata, almeno nel voto ai comuni. Con l’eccezione della montagna, bianca dal dopoguerra fino a ieri mattina, il basso Mugello e la Val di Sieve erano rosso vermiglio già al tempo della Costituente, nel 1946. Domenica scorsa gli elettori, salvo Borgo San Lorenzo, hanno riconfermato piena fiducia nei candidati del centro sinistra dopo aver premiato la Lega alle Europee. Stesso giorno, stessa persona, due schede, due voti diversi. Un voto ‘politico’ spostato più a destra, un voto amministrativo collocato a sinistra. Ma è davvero così? In parte, solo in parte è così. Mi pare sia stato premiato soprattutto il buon lavoro svolto dalle amministrazioni locali, da Scarperia a Pontassieve passando per Dicomano. Più che un generico consenso a sinistra, la riconferma di alleanze locali già sperimentate, a segnare la profonda differenza tra una destra (e il mondo grillino) che solo di rado mette in campo candidature eccellenti, ben radicate nei municipi, e partiti e movimenti di segno opposto con una tradizione di governo municipale sapientemente rinnovata. Insomma, soprattutto fiducia negli uomini e nelle donne. Qui sta la vera differenza col passato remoto.
La tendenza alla mobilità elettorale proseguirà, nessuno sarà messo al riparo, presto le zone protette, le enclaves, scompariranno per essere contese apertamente. Il caso di quel sindaco di Londa, mi pare si chiamasse Collacchioni, eletto col 100% dei consensi all’inizio del Ventennio -ne’ una malattia e nemmeno un raffreddore o una scheda bianca – è un reperto rarissimo da museo della scienza, peggio di un meteorite.
Complice il manganello, comuni socialisti e popolari cambiarono colore nei primi anni ’20 poi, nel secondo dopoguerra, divennero rossi, sempre in blocco (ripeto: meno la montagna e Scarperia). Quanto prima ai blocchi succederà un quadro più variopinto dominato da liste civiche e da scontri individuali, una novità assoluta anche per il granitico Mugello, e lo stesso collegio elettorale sarà oggetto di scorribande.
Società liquida, madame, c’è poco da fare.
Riccardo Nencini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 2 giugno 2019