BARBERINO DI MUGELLO – “Barberino 1772-1857. Documenti e tecnologie informatiche per la storia urbana”: al progetto che viene presentato domenica 26 febbraio, nel salone del Castello di Barberino di Mugello, alle 15.30 (articolo qui) l’assessore alla cultura barberinese Fulvio Giovannelli tiene in modo particolare.

E per questo si è dato molto da fare per mettere insieme un gruppo di appassionati, coordinato dalla docente universitaria Giuseppina Carla Romby e formato da Leonardo Cerbai, Sandra Mantelli, Roberto Toccafondi, Manuela Gambi, Paolo Gessani, Samuele Ferraro, Angela Cerbera, Stefania Salomone, Antonella Perretta e Francesco Calamai.
E anche lui è andato a “frugare” in archivio… “E’ interessantissimo –dice-, perché si scoprono tante cose. Si rivedono le nostre radici, il come eravamo. Anche con indicazioni interessanti per quello che siamo ora”.
Un documento prezioso è all’origine di questa ricerca: il “campione di strade” del 1772, che il Comune –ed è tra i pochi- possiede ancora in originale. E che è stato digitalizzato e messo a disposizione di tutti (articolo qui).
Da lì, da quei minuziosi disegni, con i nuclei abitati pitturati con abilità e precisione, si è iniziato a indagare l’evoluzione urbanistica della parte più antica del paese, piazza Cavour e il corso Corsini.

L’assessore prosegue: “Intanto mi ha colpito il senso delle regole, l’atteggiamento civico partecipativo. Ad esempio per far parte della podesteria occorrevano dei requisiti precisi: scoprono che un nominato a quell’incarico ne è privo e succede il finimondo. E c’era una grande attenzione su come venivano eseguiti i lavori pubblici, e si attribuivano precise responsabilità ai consiglieri, tenuti a controlli rigorosi. Non solo: i consiglieri erano fortemente impegnati, e non si potevano fare assenze ingiustificate: c’era un senso politico spiccato, di partecipazione e di responsabilità.”
“Un altro documento –continua Giovannelli- mi ha fatto scoprire che allora, alla fine del ‘700, c’era una grande cura e attenzione verso gli emarginati e i malati psichici, così come si premiava l’uomo che si era gettato nel fiume e aveva salvato un bambino. Un’altra cosa molto interessante è che si viene a sapere come non sia affatto vero che qui a Barberino fossero soltanto e tutti contadini: c’erano invece tanti mestieri, visto che si contavano oltre 40 mestieri, con tanti artigiani diversi, e chi lavorava la terra era una minoranza”.
Naturalmente il lavoro prosegue: “Stiamo indagando le ragioni urbanistiche per le quali il comune di Barberino ha preso questa forma e queste dimensioni, perché si è sviluppato così. La carrozzabile della Futa fu decisiva, di qui iniziò passare il mondo del commercio. E vorremmo estendere la ricerca fino al periodo della nascita dello Stato italiano. Consultando anche gli archivi delle parrocchie e facendo un lavoro analogo anche per le frazioni”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 febbraio 2017