BARBERINO DI MUGELLO – Tra pochi giorni la giunta comunale di Barberino inaugurerà la nuova collocazione del monumento ai caduti della prima guerra mondiale. Sono terminati i lavori di ripristino dei giardini pubblici del capoluogo, dove è stato completato e collocato il monumento.
Finalmente tutta la popolazione, ma soprattutto i giovani, potranno vedere ed ammirare il monumento nella sua interezza. Era stato tolto dalla piazza, sua collocazione originale, molti anni fa per far posto all’aumento del traffico cittadino, favorirne la circolazione e dare alla piazza un diverso assetto urbanistico.
Per disporre comunque di un luogo rappresentativo, atto a celebrare le manifestazioni in ricordo degli avvenimenti storici, politici e sociali, all’inizio dei giardini pubblici, erano state collocate alcune pietre ed effigi del monumento, insieme a due aste per innalzare le bandiere nazionali ed europee, dando a tale spazio un carattere istituzionale e commemorativo.
E’ doveroso sottolineare come il monumento debba avere una valenza significativa per i giovani. Questo nostro ritrovarsi e parlare dei significati intrinseci del monumento è infatti uno dei motivi fondamentali, perché si crei un rapporto continuativo tra il passato ed il presente tra la storia ed attualità, tra memoria ed insegnamento. Perché tutto ciò non sia disperso e dimenticato come si legge anche in una comunicazione del 1924.
Facendo un breve excursus storico, molto riassuntivo, preme sottolineare certi aspetti.
Il monumento è stato inaugurato il 20 luglio 1924.
Cento anni fa. Quindi è duplice l’inaugurazione: il monumento compie cento anni e viene interamente collocato in pianta stabile, nei giardini pubblici.
Il “ Messaggero del Mugello” del 20 luglio 1924 N. 29 ne riporta la cronaca dell’inaugurazione, in una forma aulica e ridondante, come il costume espressivo del tempo imponeva.
Barberino
La solenne inaugurazione del Monumento ai Caduti e del Parco della Rimembranza
La consegna della bandiera alla sezione mutilati
Il nostro paese è affermato nelle cerimonie di domenica la riconoscenza e la venerazione per i suoi Morti, per tutti i Morti per la nostra Patria.
E la nostra patria ha tanto bisogno di ricordare. Quelli che seppero per Essa morire. Il ricordo di tanta purezza di sacrificio comanda a tutti coloro che l’amore di Patria sentono, che cessino le opposizioni e le minacce e che la vita della nostra Italia continui il suo corso normale verso i più alti destini della gloria e della grandezza. Da ogni blocco di travertino, da ogni albero del parco io sento un comando solo: “ non fate che il nostro sacrificio sia vano……….
Il Monumento, bello nella sua linea architettonica: ben modellato, espressivo nella parte scultorea, opera pregevole del prof. Giuseppe Gronchi, sorge nella grande piazza Cavour, circondato dagli alberi dedicati ai figli del popolo di Barberino che s’immolarono per una grandezza che deve essere la nostra fede.”
Si menziona un architetto che in quegli anni godeva di una vasta fama, soprattutto nel Mugello, dove si era cimentato in diversi comuni del luogo, costruendo monumenti e targhe rappresentative, come per esempio, la targa posta in piazza, nella frazione di Galliano.
E’ interessante citare un commento da “IL Filo” del 15 Novembre 2018, sul monumento di Barberino, dove si sottolineano le caratteristiche fondamentali dell’opera dove si evince:
Il monumento di Barberino di Mugello è caratterizzato da una struttura complessa, costituita da forme plastiche diversificate: la parte centrale, con la raffigurazione bronzea dell’Italia assisa sul trono con l’elmo in testa, ha un modellato rigido, ieratico, e teso ad esprimere il concetto grande e forte di Patria, per la cui difesa il soldato è stato disposto a sacrificare la propria vita per le generazioni future. Nelle due formelle laterali − con unità e coerenza di contenuto e di forma − troviamo un modellato più morbido, per significare sentimenti di affetto e di pietà: il distacco è espresso dal saluto che il soldato porge alla sua famiglia nel pannello di sinistra, e il dolore è rappresentato dal corpo senza vita del caduto, sostenuto dai compagni nel pannello di destra. La famiglia riveste un ruolo molto importante nel nostro paese, e questo forte legame viene messo in risalto anche in altri monumenti ai caduti.
Cfr. IL Filo 15 Novembre 2018
Nella parte centrale la statua bronzea è stata tolta, così come l’aquila in cima alla colonna, subito dopo la seconda guerra mondiale, mentre le due formelle laterali sono presenti.
Concludendo questa breve sottolineatura storica nella descrizione di questa opera rappresentativa, preme riportare come la popolazione di Barberino accolse l’inaugurazione, riportata dal “Messaggero del Mugello” sempre nel sopracitato articolo:
Alle 17.30 si riforma un corteo ancora più lungo di quello della mattina; percorre il viale Pietro Betti, il Corso Garibaldi e si avvia alla piazza Cavour per l’inaugurazione del Monumento…….
Il corteo interminabile, con innumerevole bandiere, sfila composto per le vie del paese, mentre dalle finestre vengono gettati fasci di fiori.
Da ogni casa sventola un drappo tricolore ad ogni finestra si accalca il pubblico. Il corteo passa silenzioso; rompono il silenzio le note musicali….. Il popolo comprende il significato della cerimonia più di ogni altro ed il corteo sfila senza chiasso, senza strepitio.
Nella piazza ove prestano servizio d’ordine pubblico circa 200 avanguardisti al comando del dott. Ubaldo Baldi, si snoda e sfila di fronte al monumento.
Le Autorità, i Mutilati, le Vedove di guerra………. prendono posto sul palco, innalzato a fianco del monumento che è ora coperto da una lunga tela bianca.
Le associazioni si ammassano davanti al monumento, le scuole sul lato sinistro.
In breve si fa un silenzio religioso: si odono tre squilli di attenti. La tela cade mentre la musica suona la marcia del Re. Il momento è davvero indimenticabile………Padre Geroni benedice le pietre ed il bronzo che ricorderanno ai posteri ………; le trombe cessano e duecento fanciulli intonano il mesto inno del Milite Ignoto. Le voci prima tremule si fanno poi più sicure ed è all’ultima nota piccole braccia si levano e gettano fiori che vanno cadendo ad accarezzare il monumento.
Il popolo applaude freneticamente, non certo l’esecuzione del coro che non ve n’è ragione, ma l’atto gentile di ammirazione. E l’applauso fu sinceramente l’esaltazione alla grandezza dei caduti.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 8 settembre 2024