Borgo e San Piero, le città senza nome
MUGELLO – Il mio ultimo libro storico “L’Alba del Feudalesimo – Il Mugello dal V al XII secolo” svela episodi inediti e misteriosi sulla nostra valle in una fase dove la leggenda spesso prevale sulla realtà e documenti chiarificatori non esistono proprio. Molti storici non si avventurano nemmeno nell’analisi di questo periodo ritenuto difficile e scarno di notizie; eppure, alcuni aspetti economico-sociali dimostrano uno sviluppo insospettabile per quel tempo e ci sono state pure tramandate molte informazioni importanti o curiose.
Ad esempio si capisce che dal VI all’VIII secolo dopo Cristo in Mugello non esisteva nessuna città rilevante eccetto primitivi e minuscoli nuclei abitativi a Dicomano e Galliano intuibili grazie alla desinenza romana “anum” e alla posizione in punti strategici dell’antica viabilità mugellana. In effetti, la nostra era una valle disabitata e nemmeno troppo trafficata perché esisteva sui rilievi d’Alto Mugello una “pericolosa” provincia ex-bizantina di cui pochi conoscono la curiosa storia; si chiamava Alpes Appenninae, e tutti la evitavano come la peste… ma se volete sapere di più, purtroppo siete costretti a leggere il mio libro! Quanto detto giustifica comunque il fatto che non siano state tramandate ai posteri distruzioni barbariche epocali; l’incendio di qualche capanna isolata o qualche pagliaio non faceva di certo notizia e anche se l’avesse fatta giornalisti curiosi in giro allora non ne trovavi manco uno. Anche a Sant’Agata con l’avvento del Cristianesimo fu costruito attorno alla chiesa paleocristiana un antico nucleo abitativo, ma anche questo fenomeno non sempre si sviluppò rapidamente e con successo.
Possiamo perciò ragionevolmente escludere in quei secoli la presenza in Mugello di aggregati urbani di rilievo, ivi comprese Borgo e San Piero a Sieve, tra l’altro secondo la mia teoria del tutto escluse dall’antica viabilità pre-medioevale. Un’ipotesi interessante riguarda proprio quest’ultimo aspetto. Tenuto conto che i tracciati post-romani correvano lungo i crinali evitando le paludi, è plausibile che esistesse un vetusto percorso da Monte Morello fino a Spugnole e Campiano verso Galliano e i monti, mentre a Borgo, Barberino e San Piero al massimo esisteva la capanna di qualche barcaiolo per l’attraversamento di Sieve e Stura (quando non erano guadabili). Anche la vecchia Faentina correva da Fiesole fino in Valcava (San Cresci ne sa qualcosa, semmai chiedete a lui per sicurezza) per poi scendere a Sagginale (dove c’è l’ipotesi di un primitivo ponte) e risalire i monti, a mio avviso più a est rispetto all’attuale abitato borghigiano; non a caso vi sono su questa direttrice diverse tracce archeologiche e località di origine romana (Pesciola, Romagnano, Farneto, Vezzano/Vetianum).
Ma allora, direte voi, icché facevano a Borgo? Secondo me il paese non esisteva ed è tutta da dimostrare perfino la frettolosa identificazione da parte di alcuni storici con Annejanum o Anneiano, mitica località del famoso Itinerarium Antonini (III secolo d.C.-283,8- in Castello m.p.XXV, Anneiano m.p. XXV, Florentia m.p.XX). Niente fa pensare che si trattasse di Borgo San Lorenzo; le distanze non tornano e in più appare strano che l’antica denominazione “Annejanum”, se fosse stata così importante e in uso da secoli, non si sia conservata e neppure rammentata in alcun documento. Perciò io penso all’esistenza di un’altra località poi scomparsa posta sulla strada che da Sagginale andava ai monti. Proviamo allora a indagare partendo da una curiosità; dovete sapere che in quei secoli oscuri una delle attività principali legate alle zone paludose consisteva nella lavorazione di fibre vegetali al fine di ottenere vari tipi di stuoia che in latino si traduce “Matta”. Guarda caso, nei pressi del presunto tracciato antico esiste località Mattagnano e perciò potrei ipotizzare la presenza in loco di un piccolo centro artigianale romano chiamato Matta-Annejanum o anche “Matt-Agnanum”. Che fosse proprio questa la località indicata nell’”Itinerarium Antonini”? E per stuzzicare di più la pulce strisciante nell’orecchio vi dico pure che l’antico chilometraggio confermerebbe l’ipotesi, come risulta dall’analisi di dettaglio che troverete ma solo nel mio libro.
Tutto ciò premesso, e una volta capito che sto facendo una dannata pubblicità al mio scritto, arrivò ora al punto. La conversione religiosa, la primavera degli ordini monastici e la specifica donazione ai Vescovi della zona che più c’interessa, quella del “Planum maiorem prope Sevem” (anno 978), portò alla fondazione di chiese attorno alle quali furono costruite le prime case causando pure una prima consistente modifica alla viabilità. Tuttavia, le nuove aggregazioni urbanistiche rimasero a lungo delle “città senza nome” tanto che nel comune fiorentino erano chiamate semplicemente Borgo e Villa (città o villaggio in latino) tanto per capirsi. Poveracci, si erano davvero sciupati a forza di pensare, e anche la fantasia mugellana, di solito arguta e vivace, in quell’occasione rimase muta come un pesce morto. E così, arrivati nel X secolo il Vescovo forzò la mano, indossò la mitra e battezzò banalmente i due paesi “motu proprio” con il nome del santo della chiesa plebana: San Piero e Sanctii Laurentii in Mugello. Da parte laica, però, non tutti erano d’accordo tanto che nel XII secolo per San Piero era ancora utilizzato sui documenti notarili il nome Villa in seguito trasformato in “Villa Sevis” (cfr.atto del 1105 in cui si nomina la contessa Matilde). Non c’era verso di mettersi d’accordo, ma alla fine la simbiosi tra potere comunale e vescovile portò a un compromesso ragionevole. Per non far torto a nessuno si fuse denominazione laica e religiosa, nome generico e del santo creando “San Piero a Villa Sevis” e Burgum del Sancto Lorenzo”, primitivi nome delle nostre beneamate cittadine. Così finalmente le due città senza nome ottennero il tanto agognato battesimo. E tutti vissero felici e contenti. O quasi.
Fabrizio Scheggi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 8 settembre 2024
Fabrizio ho cercato di seguirti nei tuoi ragionamenti ma come spesso accade quando si vuole rifare la storia a nostro piacimento qualcosa non torna , come la spieghi la pieve di borgo , che è la più grande di tutto il Mugello ?.
E’ vero i borghigiani son sempre stati indolenti , guada che campanile strano si son costruiti ? Una cosa è vera anche nel medio evo al tempo degli Ubaldini
nel Mugello non ci furono costruzioni di castelli da parte degli Ubaldini anche se qui gli Ubaldini comandarono per oltre 600 anni , mi son sempre chiesto perché a differenza di altre località qui gli Ubaldini non si costruirono i loro castelli .