Chiesa di Sant’Andrea a Camoggiano
BARBERINO DI MUGELLO – Ciò che colpisce subito della chiesa di Sant’Andrea a Camoggiano, insieme al campanile, è l’elegante loggetta quattrocentesca che ne adorna la facciata e che ricorda, fatte le debite proporzioni, quella realizzata dal Brunelleschi per la Cappella dei Pazzi in Santa Croce a Firenze. La facciata è in stile rinascimentale e nella lunetta sulla porta d’ingresso una pittura in pessime condizioni, attribuita a Bartolomeo di Giovanni (1505), rappresenta un Cristo Deposto sorretto da due Angeli.
Certamente anteriore al XV sec. la chiesa è strutturata ad una sola navata; lungo la parete laterale sinistra, dove la muratura scoperta dall’intonaco cadente mostra un filaretto di varie dimensioni e taglio si aprono due ampie monofore vetrate con mosaici policromi a piombo raffiguranti S. Andrea e la Vergine col Bambino. Sotto la gronda corre una originale decorazione realizzata con tre file di mattoni a scalare, che si ritrova anche sotto il tetto del campanile a torre la cui muratura appare invece in bel filaretto regolare. L’ampia cella campanaria ospita quattro campane del trecento. Sul retro, una costruzione più antica nasconde l’abside romanica.
L’aula, coperta a capriate, presenta un pavimento su due livelli delimitati da uno scalino in pietra. Ai lati del settore più basso si trovano due altari in pietra sorretti da colonnette e recanti tavole con dipinti anonimi di non grande pregio. Sotto gli altari, le pareti sono affrescate; tracce di affreschi del XV secolo compaiono anche sulle pareti e sull’abside ai lati della quale si aprono due porte in stile michelozziano con stipiti in pietra.
La pala dell’altar maggiore raffigurante una Crocifissione e Santi di Bartolomeo di Giovanni, venne rimossa nel 1906 dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e oggi, restaurata, si trova nella Pieve di S. Silvestro a Barberino. Il battistero di terracotta invetriata di stile robbiano, attribuito a Benedetto Buglioni, dopo aver subìto il furto di alcune formelle, venne consegnato all’Opificio delle Pietre Dure per l’indispensabile restauro, poi collocato nella Badia a Vigesimo, ed ora al Museo di arte sacra “Beato Angelico” di Vicchio.
Sul lato destro, la chiesa si fonde con il bell’edificio di Villa Cattani, ricco di diversi stemmi di quella famiglia (uno di questi si trova anche sulla porta della chiesa) con bei portali e finestre centinate, in pietra.
Unisce la chiesa alla villa un elegante chiostro a pianta quadrata, con un pozzo del XVI secolo, delimitato da un sedile ininterrotto di pietra e coperto con volte a crociera sorrette da colonne e peducci ionici.
La loggia sovrastante, che ripeteva lo stesso motivo, è stata tamponata e vi sono state aperte delle comuni finestre. Non difettano gli stemmi dei Cattani.
Sopra una porta che dà accesso ai piani superiori si trova una lunetta dipinta e datata 1505.
Foto Marta Magherini
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, aprile 2018
La chiesa di Sant’Andrea, di patronato dei Cattani di Combiate o da Barberino, rammentata dal 1177, secondo Foresto Niccolai è originariamente posta a Valiano (memoria di un romano praedium Valii), non distante dalla badia di Santa Maria Assunta a Vigesimo, notizia rigettata da Carlo Celso Calzolai. Poi sarebbe stata ricostruita a “Camusianum”, Camoggiano (antico praedium Camidii o praedium Camudii, ma forse anche campus modianus, campus Modii). Comunque è certo che a Valiano esistesse una chiesa di S. Andrea e che la località sia in seguito anch’essa detta Camoggiano, dove verrà eretta l’omonima villa dei Bicci. Nel 1276 la chiesa paga di decima 10 libre. Nel 1299 Balduccio Riccobaldi viene eletto procuratore dei sui ‘popolani’.
Nel Trecento i Cattani risultano grandi benefattori della chiesa. Forse allora è canonica con un suo capitolo e, nel settore più antico del palazzetto canonicale contiguo, sono stati ritrovati lacerti di affreschi detti del XIV secolo o, più verosimilmente, del XV; un'”Ultima Cena” e una “Pesca miracolosa”, di probabile pertinenza del refettorio, ora, staccati, posti in chiesa. In quel secolo sono fuse le quattro campane del campanile.
Il complesso viene almeno parzialmente ristrutturato nella seconda metà del Quattrocento, attorno al 1470 circa (data apposta in due pietre nell’edificio canonicale, dove in una terza si legge anche “hoc opus fecit fieri F. G. P[atronus] huius ecclesiae”). Nel 1474 i Cattani presentano il nuovo rettore della chiesa e acconsentono che vengano unite a S. Andrea le chiese di S. Miniato al Turlaccio e di S. Ambrogio a Giratola. Nel 1968 il Salmi datava a questi anni la facciata con il portico e nel 1977 la Caplow avanzò una circostanziata attribuzione a Michelozzo (1396-1472).
I lavori al complesso proseguono a partire dagli anni immediatamente seguenti al 1496, quando diviene priore Pandolfo di Urbano Cattani (1461-1528), giurista e canonico della cattedrale fiorentina, promotore della fondazione del canonicato a Camoggiano, che rimarrà rettore fino alla morte: secondo il Gentilini sono realizzati solo allora la facciata e il loggiato della chiesa, con evidenti richiami al prospetto “rosselliniano” della Cappella Pazzi del Brunelleschi, interrotta attorno al 1478, e la parziale riqualificazione del palazzo canonicale dei patroni Cattani da Combiate.
Le decorazioni pittoriche sono affidate a Bartolomeo di Giovanni (circa 1458 – post 1501), allievo del Ghirlandaio, che tra il 1500 e il 1501 esegue gli affreschi nella chiesa (unici a noi noti dell’artista, tra i quali la lunetta sopra il portale, con un “Cristo in pietà sorretto da due Angeli”) e forse nel chiostro e nel palazzetto canonicale (“Allegoria della Dovizia” e scene mitologiche nel loggiato superiore), oltre ai quadri di chiesa (pala per l’altar maggiore: una “Crocifissione tra i Santi Pietro, Sebastiano, Andrea, Zanobi e la Maddalena” e con il committente Pandolfo Cattani, attualmente nella pieve di Barberino, ad esclusione della predella, ora frazionata in vari musei esteri e in parte dispersa), che rappresentano forse la sua prima commissione da parte del Cattani sul finire del Quattrocento. Il Cattani compare come committente pure in un “Compianto su Cristo morto”, realizzato dal medesimo artista e sempre per la chiesa di Camoggiano attorno al 1498/1500, ora a Toronto.
Secondo il Gentilini i lavori architettonici si concludono entro il 1503 (“terminus ante quem” corrispondente alla data di stesura di un rilievo cartaceo del loggiato e della chiesa). Se accettiamo le date proposte da Gentilini, quindi gli anni 1498-1500 circa, decaduta l’ipotesi di un intervento michelozziano o della bottega rosselliniana, rimane l’incognita sull’autore di queste architetture piene di antiche “eleganze” classiche ancora di ascendenza d’età laurenziana: non proponibile Giuliano da Sangallo, allora “esule” a Roma, né il Cronaca, riconvertitosi ad un rigoroso credo savonaroliano: rimane solo la figura di Baccio d’Agnolo (1462-1543).
Secondo una vecchia attribuzione Luca Della Robbia (1400-1482) realizza “un bellissimo Battistero di forma rotonda, adorno di figure bellissime, che esiste tuttora” (Lino Chini): una vasca marmorea esagonale rivestita in terracotta invetriata bianca e lumeggiature d’oro, con sei “Storie di vita eremitica di San Giovanni Battista” e l’arme dei Cattani. Oggi il fonte è dato a Benedetto Buglioni (1461-1521), che tra il 1500 ed il 1508 esegue anche altri arredi: una statua del Battista, alcuni elementi di un presepe a figure mobili (ora nell’ex Museo Diocesano di Firenze, già attribuiti alla bottega di Benedetto da Maiano), una “Madonna con il Bambino” e due Angeli. Un altro Angelo cerifero è forse di Giovanni della Robbia (1469-1529/1530).
Nelle vicinanze della chiesa si trovava la rammentata Villa di Camoggiano, già dei Bicci, poi dei Paglicci, che nel XVIII secolo sarà dei Buonamici di Prato e infine degli Altoviti Avila Toscanelli.
Al 1505 sono datate una lunetta con la “Vocazione di S. Pietro e S. Andrea” e una sottostante finta porta aperta, dipinta en-trompe-l’oeil, eseguite verosimilmente da artista intervenuto dopo la morte di Bartolomeo di Giovanni, che si trovano nell’edificio della canonica (l’Acidini però assegna anche questi affreschi a Bartolomeo di Giovanni). Nel 1508 è redatto un accurato inventario dei beni, nel quale è documentato anche il fonte battesimale.
Altri lavori al complesso si concludono tra il 1523 ed il 1527, forse sempre seguiti da Baccio d’Agnolo, compresa l’unificazione dei prospetti del palazzetto canonicale dei patroni Cattani da Combiate, che vi appongono il loro stemma.
Durante la visita pastorale dell’arcivescovo fiorentino Jacopo Antonio Morigia (1633-1707) viene ordinato che sia aggiunta al fonte battesimale una formella (evidentemente allora non più esistente) con la raffigurazione del Battesimo di Gesù.
Nel 1702 viene trovata interrata nel prato della villa dei Cattani a Barberino una “Madonna con il Bambino” in terracotta invetriata policroma, che viene collocata nel 1703 sull’altare della Madonna del Carmine nella chiesa di Camoggiano.
Nel 1719 è per l’ultima volta attestata la presenza in chiesa della predella a tre scomparti della pala dell’altar maggiore, opera di Bartolomeo di Giovanni, ma allora attribuita al Ghirlandaio. Tale predella verrà alienata alla fine del Settecento.
Nel 1748 la chiesa risulta “annessa al Canonicato de’ Signori Cattani, il quale essi hanno in questa Metropolitana Fiorentina” (Giuseppe Maria Brocchi). Allora la chiesa possiede “una magnifica abitazione [= palazzetto canonicale] e un bel Campanile”. Ne è rettore don Francesco Antonio Ricchi da Lucca.
Con decreto del 4 giugno 1784 la chiesa è resa inamovibile.
Nel 1822 la chiesa viene distaccata dal piviere di S. Gavino ed unita a quello di Barberino.
Nel 1833 il ‘popolo’ della chiesa comprende 224 anime, nel 1847 200. Dal 1824 è parroco della chiesa don Tommaso Stefanacci. Il patronato spetta al “rettore pro tempore del Canonicato e Prebenda Cattani nella Metropolitana Fiorentina”.
Nel 1898 è parroco di S. Andrea don Demetrio Rossi.
Nel 1906, dopo un furto in chiesa, la “Crocifissione” di Bartolomeo di Giovanni viene traslata a S. Marco a Firenze e, in seguito, agli Uffizi e poi all’Accademia. Il fonte battesimale, danneggiato e privato di una formella in quell’occasione, viene smontato e portato all’Opificio delle Pietre Dure e poi anch’esso a S. Marco.
Con l’alluvione del 1966 la pala di Bartolomeo di Giovanni, che si trova a Firenze nel Gabinetto restauri della Soprintendenza, viene danneggiata seriamente.
Nel 1970 è parroco don Antonio Mazzoni e la parrocchia conta 146 anime.
Nel 1983 sono restaurati gli affreschi della prioria di S. Andrea e nel 1984, dopo il suo restauro, si pensa di porre il fonte battesimale al Bargello, ma poi si opta per riportarlo in Mugello.
Nel 1986 la parrocchia di Camoggiano viene unita a quella di S. Silvestro a Barberino.
Nel 1998 si conclude il restauro della pala di Bartolomeo di Giovanni, che, dopo essere stata nel Museo d’Arte Sacra e Religiosità Popolare “Beato Angelico” a Vicchio, da non molti anni è stata collocata nella pieve di Barberino. Il fonte battesimale invece è attualmente posto nell’ex badia di Santa Maria Assunta a Vigesimo.
La chiesa è oggetto di un restauro messo in opera negli anni 2011-2013, che riguarda gli intonaci esterni e le coperture.
La chiesa di S. Andrea si trova a Camoggiano (ca 275,00 m s.l.m.), frazione del Comune di Barberino del Mugello. La chiesa sorge “alle radici orientali del monte della Calvana, sul torrente Lora, presso la villa di Camoggiano de’ Buonamici di Prato” (Emanuele Repetti). La chiesa è ubicata ad occidente e non lontano da Barberino del Mugello. Il complesso è isolato; a destra è la canonica (un tempo costituente il palazzetto canonicale dei Cattani), che si sviluppa intorno al chiostro, ove le otto massicce colonne ioniche che scandiscono le arcate sono in arenaria, così come le cornici marcapiano nella parete, i peducci delle volte a crociera ed i portali. La pavimentazione del portico del chiostro è in cotto, con mattoni rettangolari disposti a spina, al centro è in pietra serena e presso l’angolata meridionale vi è un pozzo con vera in pietra. Alle pareti sono affissi gli stemmi dei Cattani; nella lunetta sopra il portale ad oriente è l’affresco attribuito a Bartolomeo di Giovanni, raffigurante la “vocazione di S. Pietro e di S. Andrea”, e di lato l’illusoria duplicazione del portale, con il ritratto di Pandolfo Cattani. Sopra il portale architravato nella fronte esterna della canonica è un altro stemma dei Cattani; le finestre del primo piano presentano una mostra centinata. Una cornice con triplice ricorso di mattoni disposti in punta è collocata lungo la parete laterale sinistra della chiesa. La torre campanaria è a pianta quadrata. I rivestimenti esterni della canonica sono tinteggiati nei toni del marrone chiaro (beige). La facciata della chiesa è preceduta dal portico rinascimentale, la pianta è a navata unica.
Pianta
La chiesa ha pianta a navata unica, rettangolare, absidata orientata a est. Le due porte ai lati del presbiterio danno accesso al vano tergale adibito a sacrestia. Lungo la parete laterale destra della chiesa si apre un accesso al chiostro. sul lato sinistro un portale dà accesso al fonte battesimale. Le dimensioni indicative dell’interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 18,70; lunghezza fino all’arco trionfale: m 16,70; larghezza totale: m 6,30.
Facciata e portico
La facciata è costituita dal loggiato rinascimentale antistante, esemplato su quello della Cappella Pazzi a Santa Croce. Il settore inferiore presenta una serliana poggiante su due esili colonne doriche e su altrettante semicolonne laterali, a loro volta impostate su un muretto basamentale. Al di sopra della trabeazione si innalza il secondo ordine di lesene tuscaniche, sulle quali si imposta il frontone triangolare. Il portale di chiesa, sotto il loggiato, è architravato e reca lo stemma dei Cattani. Al di sopra si trova la lunetta con la raffigurazione di “Cristo in pietà tra due Angeli”. I rivestimenti esterni della chiesa sono ad intonaco tinteggiato in bianco. Tutte le scansioni architettoniche sono in arenaria. Il portone è ligneo.
Campanile
Il campanile, posizionato in corrispondenza della facciata, a destra, è a pianta quadrata ed è realizzato in conci di alberese a vista, con la cella a quattro fornici. La copertura a padiglione è impostata su una cornice in cotto. Il sistema campanario è elettrificato, non in funzione, e provvisto di tre campane.
Interno
L’interno è ad aula unica, la pavimentazione è disposta su due livelli, delimitati da un gradino in arenaria (attualmente preceduto da pedana lignea rivestita in PVC); due gradini in arenaria precedono il presbiterio. Davanti al catino absidale è posto l’altar maggiore in arenaria, con mensa su due colonnine ioniche, dove al centro è il tabernacolo frontonato, con sportello in legno dorato e metallo. I due portali architravati ai lati del presbiterio sono in arenaria; a sinistra si trova un tabernacolo a parete frontonato. Nel catino absidale sono lacerti di affreschi rinascimentali, nei quali possiamo ancora leggere una raffinata trabeazione e alcune specchiature marmorizzate. Dietro all’altare è collocato un armonium, non in uso. Al centro delle pareti laterali sono, in posizione speculare, due altari in arenaria, provvisti di mensa poggiante su balaustri e con un dossale qualificato da un frontone triangolare spezzato.
Nella nicchia al centro del dossale di destra è la raffigurazione di “Dio Padre e quattro Santi”, con al centro una nicchia contenente il busto policromo della “Madonna con il Bambino e due Santi”, che secondo la tradizione sarebbe stato ritrovato nel Settecento, in quello a sinistra è una pittura murale, così come anche sui prospetti posti sotto alle mense dei due altari. Alle pareti della chiesa sono appesi tre affreschi staccati tre-quattrocenteschi (due nella parete destra); due confessionali lignei sono inseriti nelle murature, in posizione speculare. In controfacciata le due acquasantiere sono in marmo; sul lato sinistro il portale architravato dà accesso ad un vano a pianta quadrata, voltato a cupola (in origine probabilmente dipinta), dove è il fonte battesimale in arenaria, con la vasca su un fusto a colonna, che dal 1906 sostituisce l’originario rinascimentale. Sul lato destro il vano (attualmente vuoto) corrisponde all’imposta della torre campanaria: sul soffitto sono visibili i fori per corde con le quali un tempo venivano azionate le campane. La chiesa prende luce da due finestre rettangolari, strombate, aperte lungo la parete laterale sinistra, dotate di vetrate policrome (raffiguranti “Sant’Andrea” e la “madonna con il Bambino”). L’altezza massima della navata è m 7,40, quella minima m 6,40.
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