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Dino Campana? Fu “un creativo”

MARRADI – “La capacità di esprimere il proprio pensiero in modo originale, unico, irripetibile tipica di un pensiero divergente, accompagnata ad una sensibilità estrema era la caratteristica geneticamente determinata di Dino Campana”: lo ha affermato il prof. Giulio Perugi, psichiatra, docente all’università di Pisa, relatore assieme allo psichiatra Massimo Scalini nella conferenza dibattito che si è tenuta presso il Centro Studi Campaniani sabato 8 giugno sul tema “Genialità e follia Dino Campana: genio o folle?”. Il titolo, decisamente provocatorio, è frutto delle valutazioni emerse nell’incontro sui detrattori della sua poesia che ne dettero un giudizio negativo condizionati dalla malattia che lo condusse alla morte in manicomio nel 1932.
Alle considerazioni e alle domande di Scalini, il prof. Perugi ha risposto con un linguaggio semplice e chiaro che ha incantato gli ascoltatori, evidenziando una non comune conoscenza della poesia di Campana, definito semplicemente “un creativo”. L’interesse al tema e alle argomentazioni dei relatori si è concretizzato con diversi interventi del pubblico, rivolti in particolare alla vita errabonda del poeta, ai suoi eccessi, ai vari ricoveri in manicomio.


Una diagnosi a posteriori è impraticabile in specie in assenza di cartelle cliniche introvabili. Si può supporre che Campana fosse affetto da disturbo bipolare, tuttavia la malattia, ha sottolineato Perugi, va vista come un
incidente e non come una deformità. Rimane senza risposta l’interrogativo sulle ragioni che lo hanno costretto in manicomio per ben 14 anni. Lo spettacolo “Verso l’inquieto mare notturno” dove Miro Sassolini ha ha cantato il poeta di Marradi accompagnato da Carmine Torchia e Monica Matticoli ne ha splendidamente interpretato le poesie, ha concluso l’evento coinvolgendo gli spettatori in un’atmosfera piena di emozioni.

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 17 giugno 2019

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