SCARPERIA E SAN PIERO – “Il Lorenese” è un romanzo storico a tinte noir, presentato sabato scorso (annuncio qui) nell’adeguato scenario del Palazzo dei Vicari, che ben si presta a fare da sfondo ad un intrigo ambientato al tempo del Granduca.
Seconda opera di Giovanni (Battista) Nencini, figlio del celebre ciclista, al quale ha dedicato la sua prima pubblicazione (edizioni Sarnus), qui l’autore con l’ingegno del valente artigiano restauratore per passione di bici d’epoca, ha incastonato nella Firenze e nel Mugello del 1780, piacevoli e intriganti digressioni, dal tema centrale che, apparentemente, è la soluzione a un problema assai gravoso: la sparizione di alcuni uomini facoltosi, tra cui un rampollo della nobiltà britannica.
L’avvocato Stork, arrivato da Vienna al seguito della corte di Pietro Leopoldo, si trova, suo malgrado coinvolto nell’intrigo, che pare più spesso una trappola, e gioca la sua partita che affronterà con dignità e intelligenza.
Il viaggio alla ricerca della soluzione parte da Porta San Gallo per salire sia via via alle poste fino alla fine del territorio granducale; e i dettagli e i paesaggi appaiono familiari mentre i tiponimi scorrono sicuri, La Lastra, Trespiano, Pratolino, Uccellatoio, Fontebuona, Tagliaferro, San Piero, Cafaggiolo, Trebbio, Covogliaio, Santa Lucia e via fino alle Filigare, confine dello stato pontificio.
Il linguaggio toscano descrive personaggi azzeccati, il medico che sembra un ciarlatano, ma poi…, il prete curioso, i caffè del tempio – il Lorenese è un patito di caffè, i vestiti, gli odori e alcuni omaggi letterari, tra cui a Oriana Fallaci e a Pratolini con Gemma che abita in Via del Corno. Ogni occasione è buona per aggiungere pennellate, Giovanni dalle Bande Nere al Trebbio, San Gavino Adimari, i fochi fatui e il personaggio clamoroso di Alessandro Volta che sarà di grande sostegno al nostro avvocato.
Risolto il mistero, il libro continua con due fasi che trattengono l’attenzione del lettore per scoprire quello che si intuisce possa arrivare: da cui si possono trarre molte considerazioni generali ben oltre l’episodio narrato: la dignità, la schiena dritta, perdere ma segnando un gol, il potere che viene a patti.
Sullo sfondo inoltre si staglia possente la figura del Granduca su cui Nencini indulge e illustra con particolari e riferimenti precisi, il grande riformatore che però voleva controllare tutto e tutti. Ben scritto, il volume si presterebbe anche a una trasposizione cinematografica, tanti sono i personaggi, le situazioni, i colpi di scena che si susseguono. Un libro che merita.
Si affaccia anche la Casa Editrice Syel, che ha aperto l’attività da poco, e che, fondata da due donne, Syra e Elisa, si ripromette di spingere la lettura dei libri purtroppo ancora in ribasso.
Massimo Biagioni
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 29 Settembre 2023