In viaggio sulla luna ai tempi del Covid: un progetto della IV liceo del Giotto Ulivi (1^ Parte)
MUGELLO – Astolfo, in groppa all’ippogrifo, raggiunge la luna per recuperare il senno di Orlando; nel suo viaggio prodigioso il paladino scopre con meraviglia che sulla luna si trova tutto ciò che sulla terra è stato perduto o invano desiderato.
I ragazzi della IV classe del liceo scientifico all’Istituto Giotto Ulivi insieme alla professoressa Sabina Mazzoldi hanno immaginato cosa potrebbero trovare i ragazzi sulla luna nel 2021.
Matilde Giusti: Un’impronta sulla luna
È una notte gelida sulla terra, come gelidi sono diventati gli uomini, perché ormai da troppo tempo vivono distanti gli uni dagli altri.
Improvvisamente, il forte calore di un sogno mi sveglia; la mia mano scotta, è un calore che pervade tutto il mio corpo riscaldando anche il mio cuore. Da troppo tempo gli uomini vivono privi del calore, perché divisi dalla distanza, dalla solitudine e dal silenzio della loro città. Tutto sembra essersi fermato a causa di una forza più potente dell’assurda illusione umana di poter gestire il mondo e la natura: tutti troppo impegnati nella corsa frenetica della nostra individuale quotidianità. E se ognuno di noi riuscisse a compiere un viaggio nella propria interiorità? Se la salvezza fosse dentro di noi…
La Terra ha bisogno di cure: solo Sorella Luna può riuscirci. Devo partire e raggiungerla prima che sia troppo tardi e il mio calore si perda nuovamente. Mi chiedo, però, come posso intraprendere un viaggio così lungo? Penso allora che forse la tecnologia può aiutarmi per una buona causa! Accendo il mio cellulare, diventato ormai il compagno di questi nostri giorni. Cerco, cerco, scopro pagine, siti ed app. Ecco che trovo “Love Contact”, l’applicazione che mi aiuterà a compiere questo viaggio. La apro e mi catapulto dentro. In questo momento sento un dolce frastuono di battito di ali che improvvisamente diventa musica. È un suono di libellule, simbolo di speranza, che mi conducono fino alla Luna. Un vento caldo, un silenzio che sa di serenità mi conforta, sono la quiete e la pace che servono alla Terra. In questo viaggio la libellula madre non mi abbandona un attimo, mi indica il percorso verso il cratere “Spen” e, mentre la seguo, riconosco un’impronta a me familiare: è la forma di una mano. Istintivamente mi avvicino, sono invasa dalla bella sensazione di rivivere il “Contatto”. Sovrappongo la mia mano all’impronta, sono perfettamente uguali: è un contatto di fratellanza di sorella Luna da portare alla Terra. È la forza di questa fratellanza che in pochi istanti mi riporta nel mio letto. Domani sarà finalmente un nuovo inizio per la terra e per gli uomini, con l’augurio che il gelo possa non tornare più ad occupare il cuore dell’umanità.
Francesca Naldi: Sulla via per la luna
È una tranquilla sera d’Agosto del 2021. Ho trascorso qualche ora in compagnia delle mie amiche più care al tavolo del bar, nella piazza del paese, dove siamo solite ritrovarci dopo cena. Abbiamo chiacchierato a lungo del più e del meno, ho bevuto l’ultimo sorso del bicchiere e le ho salutate con la promessa che ci saremmo riviste il giorno seguente. Monto sulla mia vespa azzurra e mi dirigo verso casa, nel silenzio della provincia toscana. Per un momento sono completamente sola, un’atmosfera magica mi circonda. Conosco la strada a memoria, ma questa sera il paesaggio familiare mi sorprende per la bellezza insolita dei prati e dei campi coltivati: sono illuminati solo dalla luce delle stelle. La piacevole sensazione di meraviglia mi impedisce di fermarmi al cancello di casa. Decido di guidare ancora un po’ e accelerando bruscamente mi lascio alle spalle il complesso di case coloniche dove abito. Il motorino scivola sull’asfalto nero, mentre respiro a pieni polmoni l’aria fresca, che ha l’odore del fieno umido.
Il mio fanale sfiora la gramigna e i fiori di campo pallidi ai lati della strada: è uno spettacolo inaspettato che voglio godermi fin quanto posso, per questo continuo a guidare senza una meta precisa. Supero una serie di curve, quando noto con stupore che la luna stagliata sul blu profondo della notte si è fatta più grande. La strada, adesso tanto diritta da sembrare infinita, mi permette di perdermi con lo sguardo in quella misteriosa forma tondeggiate di luce. Probabilmente a causa di qualche effetto ottico, la vedo sempre più vicina a me, fa risplendere le mie braccia nude e accresce ilmio desiderio di spiccare il volo per diventare un tutt’uno con la superficie lunare. Purtroppo, non siedo a cavallo di un ippogrifo. Il mio mezzo raggiunge a malapena i 55 km/h in discesa e, sebbene vicina, la luna è una destinazione impossibile daraggiungere. Continuo ad ammirarla, chiara e irraggiungibile, penso ad Astolfo dell’Orlando Furioso, non sono mai stata più invidiosa di così di un personaggioletterario. L’eccentrico paladino, descritto da Ariosto, ha avuto la fortuna di fare un viaggio sulla luna con la stessa facilità di chi la domenica raggiunge il fiume più vicino per trovare sollievo dal caldo estivo. La sua fortuna non si limita però all’esperienza di visitare il luogo magico ed inaccessibile per eccellenza: sul satellite terrestre può passeggiare indisturbato tra tutto ciò che sul nostro pianeta è andato perduto. Scommetto che le valli e le colline viste da Astolfo ad oggi siano completamente ricoperte dagli oggetti più svariati; non deve essere rimasto molto spazio libero lassù! Per assurdo, in un passato prossimo, tutti noi siamo stati catapultati in una dimensione surreale: a causa di una pandemia abbiamo dovuto convivere con grandi rinunce e siamo venuti a patti con il nostro concetto di normalità. Per questo, se solo potessi arrivare fin sulla luna, sono certa di che cosa vi troverei: mesi e mesi della mia libertà. Immagino uno scenario simile ad una moderna metropoli orientale, una luna frenetica ed affollata, lontana dall’aspetto spettrale che siamo soliti attribuirle. Vagherei curiosando tra tavole imbandite di banchetti che non hanno mai avuto luogo, mentre il vento porta con sé il suono dei concerti a cui non ho potuto partecipare. Troverei il calore degli abbracci e il lusso di essere spensierata. Quando, non molto tempo fa, ho conosciuto la preoccupazione per la salute dei miei cari e per il mio stesso futuro, la luna deve aver trovato posto per la mia allegria. Ammetto di non essere riuscita a tenerla sempre con me, ma non è stato facile affrontare l’isolamento forzato dal mondo e la privazione di libertà: sono un’adolescente e ho desiderato l’uno e l’altra con tutta me stessa. Solo in questo momento mi rendo conto di essermene riappropriata. Sono felice e profondamente libera, il coprifuoco è un ricordo lontano. Capirò dal contatore della benzina quando sarà il momento di tornare a casa, nel frattempo continuo ad apprezzare la semplicelibertà del paesaggio notturno. Sembra di essere su un altro pianeta.
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 29 marzo 2021