Inaugurata a Firenzuola la mostra “Dal Fascismo alla Democrazia”, una bella pagina di storia e dignità
FIRENZUOLA – Sabato 13 ottobre è stata inaugurata a Firenzuola la mostra “Dal Fascismo alla Democrazia”, punto di arrivo (provvisorio) di una ricerca dell’associazione “Cittadini per la difesa del Santerno” iniziata quattro anni fa nell’ambito del “Progetto Memoria per la Pace”.
Nella ricerca le testimonianze orali si sono intrecciate con una grande quantità di documenti d’archivio. Fra questi ultimi un ruolo rilevante è stato assunto dalle carte dell’Archivio del Comitato di Liberazione Nazionale di Firenzuola conservate presso l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.
I criteri della scelta e dell’utilizzazione dei documenti sono stati illustrati – al momento dell’inaugurazione della mostra – da Matteo Mazzoni, direttore dell’I.S.R.T., da Luciano Ardiccioni e Giacomo Malavolti che, insieme a Rosanna Marcato e Federigo Monducci, hanno curato le ricerche e l’allestimento della mostra.
È intervenuto anche il sindaco di Firenzuola Claudio Scarpelli.
Archivi particolari – Gli Archivi dei Comitati di Liberazione Nazionale hanno una peculiarità che li differenzia da tutti gli altri archivi abitualmente utilizzati dagli storici: documentano una molteplicità di aspetti della vita delle comunità e ne restituiscono una immagine complessa e complessiva.
Gruppi ristretti di persone (da cinque a dieci) nominati in maniera paritetica dai partiti antifascisti affrontano e cercano di risolvere problemi che vanno dalle grandi questioni politiche (ed etiche) generali ai problemi “spiccioli” della vita di ogni giorno: “fare i conti” con il fascismo del ventennio e con quello repubblichino, proporre un nuovo modello di relazioni economiche, politiche e sociali, e, al tempo stesso, garantire una distribuzione equa dei beni di prima necessità (ad esempio, la farina di castagne), stilare le graduatorie per l’assegnazione degli alloggi ai senza tetto, riattivare le linee elettriche.
Dall’unità Antifascista all’unità per la Democrazia – Il collante che unisce il C.L.N. è in primo luogo la scelta antifascista. Anche a Firenzuola è rintracciabile una opposizione al fascismo che attraversa l’intero ventennio ed è documentata dalle schede del Casellario Politico Centrale, ma è con l’occupazione tedesca e con la nascita della Repubblica di Salò che l’antifascismo si concretizza in una serie di scelte e di azioni: dall’aiuto ai prigionieri alleati evasi dopo il 25 luglio e l’8 settembre, all’aiuto ai renitenti alla leva e ai soldati sbandati del Regio Esercito, all’aiuto agli ebrei presenti sul territorio comunale, alla partecipazione alla lotta armata delle brigate partigiane.
Ed è da questo mondo variegato che provengono i membri del C.L.N. di Firenzuola, a partire dal Presidente Giuliano Mensini, firenzuolino studente a Firenze, partigiano della 2a Brigata Rosselli, rappresentante del Partito d’Azione; ma anche i giovani conti Sagramoso (Alvise e Pier Francesco) proprietari della fattoria del Palasaccio e rappresentanti del Partito Liberale.
L’antifascismo, che accomuna tutti i membri del C.L.N. non può essere sufficiente per tenere insieme visioni del mondo molto diverse fra loro. E siccome le decisioni più significative del Comitato devono essere prese all’unanimità è necessario individuare un ulteriore elemento di coesione nelle scelte per il presente e per il futuro prossimo e remoto.
Il C.L.N., non eletto ma nominato, sente l’obbligo di essere comunque espressione della volontà popolare, di rappresentare gli interessi comuni, di far sí che “la legge non subisca ulteriori infrazioni a danno della giustizia”, di mettere in pratica da subito il principio che di lí a poco sarebbe stato espresso in maniera inequivocabile dall’art. 1 della Costituzione: “la sovranità appartiene al popolo”. Ed è in questa prospettiva che sui muri che emergono dalla macerie di Firenzuola distrutta sono affissi continui appelli del C.L.N. affinché il popolo si esprima sulle decisioni prese e su quelle da prendere da parte del Comitato. Prove di democrazia diretta e partecipata.
Ricominciare da zero – Quando le truppe alleate arrivano a Firenzuola, il 19 Settembre 1944, sono costrette a muoversi sulle macerie ancora fumanti del paese raso al suolo dal loro bombardamento di una settimana prima. Quando si costituisce il C.L.N., il 5 Novembre, il Comado della V Armata degli Stati Uniti si è appena insediato nel Castello della Traversa.
Il vecchio mondo sembra scomparso sotto le case e le chiese crollate, sotto i cingoli dei carri armati alleati che avanzano verso la nuova linea del fronte. I gerarchi fascisti sono fuggiti al nord, insieme ai Tedeschi, per continuare la loro caccia ai partigiani con le brigate nere.
È ben poco quello che si può recuperare dalle macerie. L’unica cosa che si può fare è ricominciare tutto da zero: costruire nuove case, nuove scuole, nuove relazioni sociali, economiche e politiche.
Rimboccarsi le maniche e lavorare insieme, al di là dei partiti di appartenenza, con tutta l’energia e tutta la volontà perché un giorno Firenzuola possa risorgere. Questo è il senso profondo e l’insegnamento pratico del Comitato di Liberazione Nazionale.
La mostra è stata organizzata da associazione Cittadini per la difesa del Santerno – Progetto Memoria per la Pace, in collaborazione con Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea, con il patrocinio del Comune di Firenzuola e con il contributo del Banco Fiorentino-Credito Cooperativo.
La mostra è allestita nella Cappella dell’ex seminario a Firenzuola in via Allegri. Resterà aperta fino al 9 dicembre
il sabato, la domenica e i giorni festivi dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.00. Per scolaresche e gruppi è possibile prenotare visite guidate anche al di fuori del calendario indicato: [email protected],
tel. 333.7634616, 335.6305078.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 17 ottobre 2018