“Io lo so, piccola creatura”, una poesia di Bruno Becchi
Io lo so, piccola creatura,
cosa vuol dirmi il lustro dei tuoi occhi
in questo tempo novembrino,
in cui l’alone della nebbia offusca i colori
e l’opacità della luce fiacca gli umori.
Mi vuole dire che il candore della tua pelle
non può essere sgualcito
da mani troppo grandi, ruvide, irregolari,
da mani familiari;
che l’innocenza del tuo corpo
non può essere umiliata
da una voce pretenziosa, minacciosa, acuta,
una voce conosciuta.
Il silenzio delle tue parole mi chiede
“Perché”? Perché l’adolescenza può venir strappata,
la dignità calpestata,
la femminilità violata?
Tu lo sai, piccola creatura,
cosa voglion dirti l’ombra inquieta del mio sguardo,
la contrazione triste del mio sospiro,
il ritmo inciampato del mio respiro;
ti vogliono dire l’amarezza di un animo che ha vissuto
il dubbio di un’intuizione,
l’accenno di una confessione,
la certezza di una comprensione
e adesso vive il dolente disincanto,
il dissonante controcanto,
per un’inconcepibile possibilità
che in te si è fatta inaccettabile realtà.
Bruno Becchi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 Dicembre 2022