La chiesa di San Giovanni Battista a Senni

San Giovanni Battista a Senni
MUGELLO – Il territorio di Senni si estende su di un’ampia zona pianeggiante ed intensamente coltivata, posta tra Borgo San Lorenzo e Scarperia, vagamente delimitata dallo scorrere dei torrenti Bagnone e Bosso. Le origini del luogo potrebbero essere antichissime, addirittura risalenti al periodo etrusco, anche se l’epoca medievale resta senza dubbio come la più conosciuta, se non altro per la ricca documentazione riferita alla storia degli Ubaldini, ancora feudatari in questa parte del Mugello per oltre tre secoli dopo il Mille.
Signori del turrito Palagiaccio, gli Ubaldini di Senni ebbero a lungo in mano le sorti di questo popolo e particolarmente efficace si rivelò la loro strategia politica nei rapporti con Firenze, durante la conquista e la sottomissione cittadina del contado. Nel loro atto di ribellione ai voleri del Comune, solo il ramo di Senni seppe adeguarsi alle nuove condizioni e tale fu la loro abnegazione, che presto alcuni membri di quella cerchia furono accolti nei ranghi del governo cittadino. Un discreto numero di documenti, esteso almeno fino alla metà del Quattrocento, ci informa poi sulle attività sociali ed economiche svolte dagli Ubaldini nella zona di Senni; dalla compravendita di beni, ai rapporti di parentela intercorsi con altri rami della stessa cerchia comitale, come ad esempio gli Ubaldini della Pila o quelli di Susinana. Nel 1145 gli Ubaldini sono indicati come patroni di San Giovanni Battista, la chiesa collocata nella parte mediana del loro feudo, titolo mantenuto fino all’inizio del XVI secolo.
Il 1145 sembra essere dunque il riferimento più antico sulla storia della chiesa ma anche indicazione attendibile del suo momento di costruzione, probabilmente antecedente di poco quella data. La chiesa è nuovamente citata in un documento dell’11 giugno 1299, dipendente dalla Mensa vescovile fiorentina, alla quale deve un censo annuo di due capponi, da pagarsi il giorno di Natale. Inserita nel piviere di Fagna, la chiesa di San Giovanni Battista a Senni compare in posizione isolata al centro di un’ampia radura, con la facciata che guarda la sponda sinistra del Bagnone e il panorama che oltre il fiume, si perde oltre le brulle pendici dei Crocioni, luogo dell’epico scontro Goto-Bizantino del 542 d.C.
Il luogo di culto deve la sua notorietà ad un evento miracoloso accaduto nel 1459 e autenticato da una bolla pontificia di Papa Pio II emessa nello stesso anno. I documenti dell’epoca parlano di un singolare prodigio riferito ad una particola consacrata che non si sarebbe staccata dalla patena per comunicare una donna che non si era voluta riconciliare sinceramente con una sua vicina. Il rito si sarebbe compiuto solo quando perdono ed armonia sostituirono il rancore nell’animo della donna. Dal 1461 la chiesa assume il titolo di prioria, momento concomitante con importanti adeguamenti strutturali dell’edificio, come la costruzione del porticato antistante l’ingresso, eretto nella seconda metà dello stesso secolo. All’inizio del Cinquecento, Papa Leone X aggrega definitivamente la chiesa al Capitolo fiorentino che ne assume anche il patronato, togliendolo agli Ubaldini.
Nello stesso periodo la chiesa è dotata di nuovi arredi tra i quali spicca una splendida tavola della Madonna col Bambino, omaggio dovuto ad un luogo di culto ormai tra i più importanti della zona e consacrato ufficialmente il 6 luglio del 1548. L’8 maggio 1612 si riunivano in Firenze insieme al gonfaloniere del popolo Sebastiano Lapi, alcune autorità militari e civili, e personalità della nobiltà cittadina, fra le quali spiccava il nome di monna Nannina de Medici, per trattare a loro spese, la costruzione nella Potesteria del Borgo San Lorenzo, di un convento per la dimora dei frati Cappuccini. L’anno successivo nella parrocchia di Senni sorgeva, il convento di San Carlo dei Frati Minori Cappuccini della Toscana, dalla cui opera avrebbe preso vita nel 1921, il Ricovero di Mendicità per gli anziani del Mugello, voluto da P. Massimo da Porretta. Gli stessi padri di san Carlo ebbero in cura anche la parrocchiale di San Giovanni Battista, divenendone i custodi e riferimento spirituale del popolo di Senni.
Alla metà dell’Ottocento, la chiesa figurava come maggiore suffraganea del piviere di Fagna. Nelle ultime decadi del secolo si compirono in chiesa vari interventi conservativi, potenziando anche la canonica di alcune nuove stanze. Il terremoto del 1919 danneggiò campanile e tetto della chiesa, ripristinati negli anni successivi.
Giungere oggi sul sagrato di San Giovanni Battista a Senni, significa trovarsi al cospetto di un complesso imponente, con la chiesa affiancata sulla destra dalla canonica con altri edifici ad uso residenziale e a sinistra dalla cappella della Compagnia del SS. Sacramento. Accanto a questa si apre l’accesso al Campo Santo, dal quale è possibile apprezzare completamente il lato sinistro della chiesa, con l’abside poligonale e la torre campanaria cuspidata, probabilmente ricostruita su una precedente struttura di pietra.

San Giovanni Battista a Senni – Fianco sinistro della chiesa
L’ingresso alla chiesa è preceduto dal precitato portico quattrocentesco, sorretto da quattro colonne con capitelli di ordine corinzio.

Capitello del porticato seconda metà del XV sec.
Sulle pareti del portico trovano spazio numerose lapidi sepolcrali, commemorative dei caduti nei due conflitti mondiali.

I simboli della Repubblica Fiorentina sopra la porta di accesso alla canonica
Sopra il portale di accesso alla canonica, campeggia un’elegante composizione araldica che richiama ai simboli della Repubblica fiorentina, con i due gigli che affiancano la Croce del popolo.

Rosone policromo della facciata – Chini, Sec.XX .
Sempre sulla facciata ma sopra il porticato si apre l’oculo circolare con vetrata policroma raffigurante il Redentore, opera delle Fornaci San Lorenzo. Lo sovrasta un fregio di pietra arenaria con l’effige stilizzata di un angelo.

L’angelo stilizzato in facciata

San Giovanni Battista a Senni – Interno
L’interno è ad unica navata con pianta rettangolare, coperto a capriate lignee e pavimento in tessere di granito nero posate in diagonale e interrotte da liste di marmo bianco a formare un mosaico di gradevole cromia. Le pareti laterali dell’aula mostrano una balza con pannelli verticali tinteggiati a due colori.

Fonte Battesimale
Il Fonte Battesimale di marmo occupa una nicchia sulla parete sinistra; ha vasca circolare sorretta da una colonna poggiante su due gradini dello stesso materiale. Sempre sulla parete sinistra, quasi al centro dell’aula, è un quadro di “Sant’Antonio Abate con angeli e cherubini” (1) databile tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo.

Sant’Antonio Abate con angeli e cherubini – Sec. XVIII
Gli altari laterali sono due, addossati alle pareti in prossimità del presbiterio. Collocati nella seconda metà del Novecento in sostituzione di strutture più antiche, hanno mensa di pietra sostenuta da semplici colonnette cilindriche.

Ultima Cena – Scuola fiorentina, Sec. XVI
Su quello di sinistra è visibile un “Ultima Cena” (2) di scuola fiorentina databile all’ultimo quarto del XVI secolo e a destra, una tela centinata della “Madonna Assunta in gloria e angeli” (3) copia di buona mano dell’Assunta dipinta dal pittore fiorentino Antonio Domenico Gabbiani nel 1720, ora conservata a Firenze nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti.

Madonna Assunta in gloria e angeli, Sec. XVIII
Il presbiterio è rialzato di un gradino e delimitato da un arco trionfale di mattoni a vista poggiante su semipilastri in muratura. L’Altar Maggiore, realizzato nel 1983 secondo la riforma conciliare, ha mensa di pietra sorretta da sostegni cruciformi dello stesso materiale. La parete absidale ha disegno semicircolare che non rispetta l’andamento perimetrale esterno. Al centro della parete è sistemato il cinquecentesco tabernacolo di arenaria per il SS. Sacramento, sopra il quale trova giusta collocazione, il grande Crocifisso ligneo del XV secolo.

Il grande Crofifisso ligneo dell’abside, Sec. XV
Sulla stessa parete absidale ai lati del Crocifisso, si aprono due strette monofore centinate, con vetrate policrome realizzate dai Chini nelle Fornaci San Lorenzo.

Vetrate dell’abside – Chini, Fornaci San Lorenzo, Sec. XX
Come accennato, in passato uno degli altari laterali di San Giovanni, ospitava una pregevole tempera su tavola databile agli inizi del XVI secolo raffigurante la “Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista e Sebastiano”.

Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista e Sebastiano, sec.XVI – Museo di arte sacra Beato Angelico – Vicchio
L’opera, conservata e visibile nel Museo di arte sacra e religiosità popolare Beato Angelico di Vicchio, è stata recentemente oggetto di approfonditi studi condotti da esperti e storici dell’arte che non hanno espresso giudizi unanimi sulla sua paternità, lasciando tuttavia percorribile l’ipotesi che il dipinto possa aver preso vita nella bottega fiorentina del Perugino o più verosimilmente dalla mano di un suo seguace.

Via Crucis – Formella in terracotta policroma
Dalla sacrestia, aperta sulla parete sinistra dell’aula, si può accedere alla vecchia cappella della Compagnia del SS. Sacramento.

Battaglio metallico sulla porta della Compagnia
L’ambiente, ridotto e coperto con solaio ligneo, ha pareti completamente intonacate, con labili tracce di decorazioni murali ormai quasi perdute. Vi si conserva un massiccio altare di pietra arenaria con mensa sorretta da robuste mensole a voluta.
1, 2, 3 – La descrizione di queste opere è stata possibile grazie allo studio e al gentile contributo della Storica dell’Arte, Dottoressa Lucia Bencistà.
foto e testo di Massimo Certini
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 24 gennaio 2021