BARBERINO DI MUGELLO – “Lettera a Bruno – Bruno Gori sindaco di Barberino di Mugello dal 1982 al 1990” è il titolo dell’ultimo libro di Donella Gori Lascialfari. Scritto sotto forma di una appassionata lettera al marito, scomparso nel 2001, nella quale traspare il grande rapporto di stima e di amore che li legava, il libro ripercorre tutta la vicenda pubblica dell’indimenticato sindaco di Barberino di Mugello dei cruciali anni Ottanta e, conseguentemente, di un tratto importante di storia del nostro territorio. Iniziando con le vicende del gruppo “Amici” di Galliano, un gruppo di giovani che cercava di attualizzare il messaggio cristiano alla luce delle novità conciliari ribellandosi al conformismo religioso dell’epoca, passando poi per le vicissitudini del “Centro Culturale Nuova Frontiera”, che nel piccolo paese mugellano si fece promotore di innumerevoli iniziative culturali e sociali (come mostre di pittura, di documentazione storica ed addirittura di una scuola serale per lavoratori), per giungere al fondamentale periodo degli incarichi pubblici, caratterizzati dalla realizzazione di grandi opere pubbliche, il libro permette di farsi un’idea del clima culturale del periodo, degli ideali e delle grandi speranze che lo attraversavano.
Particolare attenzione è riservata nel libro giustamente al periodo che vide Bruno Gori, eletto nel frattempo sindaco del comune di Barberino, confrontarsi con la costruzione delle due grandi opere pubbliche che interessarono pesantemente il suo territorio, ovvero la variante di valico ed il Lago di Bilancino. Soprattutto quest’ultima lo impegnò profondamente durante tutto il periodo del suo mandato. Nella ricostruzione di Donella emerge chiaramente da una parte la ferma convinzione maturata da Gori sulla utilità e necessità della sua realizzazione (al punto che, nel toccante ricordo che del padre dà la figlia Caterina, l’invaso viene chiamato “il suo lago”), ma anche tutti i dubbi, i timori per la popolazione e per le possibili ripercussioni sul territorio. Ovvero un inevitabile campionario di sentimenti che non possono non investire chi, come Bruno Gori, interpretava il proprio ruolo di amministratore con spirito di servizio e non come un fattore di tornaconto personale.
Nella ricostruzione della vicenda personale del marito che Donella Gori Lascialfari compie con la sua lettera non viene infine sottaciuta la fondamentale vicenda del suo passaggio da esponente di spicco della locale sezione della D.C. a candidato prima, e poi amministratore, come indipendente del P.C.I. Una vicenda che ovviamente ebbe profonde ripercussioni nella vita locale del comune, con la creazione di profonde discussioni e laceranti divisioni.
Oltre all’emergere delle ragioni che portarono nel tempo Bruno a prendere questa sofferta decisione, dalla lettera emergono anche le conseguenze vissute dalla stessa Donella, che confessa di aver sofferto il fatto che il proprio marito si trovasse “a seguire gli ideali di un partito lontano dai principi che insieme avevamo conseguito”. D’altra parte una scelta di campo di questo tipo, in un’epoca ancora caratterizzata da profondi muri ideologici, non poteva che risultare estremamente difficile. Nel testo emerge dunque l’umanissimo senso di rimpianto da parte dell’autrice che al tempo, pur appoggiando la scelta del marito, non riuscì pienamente a condividerla, a causa del diverso cammino e delle diverse esperienze percorse in campo politico.
La seconda parte del libro è costituita da una interessante raccolta di documenti, interventi, lettere del sindaco Bruno Gori, attraverso i quali è possibile farsi un’idea del pensiero, delle convinzioni e degli obiettivi ideali che lo guidarono durante tutta la sua esperienza di amministratore pubblico. Da essi emerge sicuramente una grande passione per le persone e per il suo territorio e, allo stesso tempo, un grande amore per la cultura, vista come un vero e proprio strumento di crescita e di emancipazione per tutti.
Leonardo Cerbai
© Il Filo, Idee e notizie dal Mugello, 20 aprile 2020