“Marradi il suo territorio”, Marco Cappelli racconta i poderi di una volta
MARRADI – È da poco in libreria l’ultimo libro, scritto da Marco Cappelli, nato nel 1953 a Marradi nella frazione di S.Adriano dove vive ancora oggi.
Dopo gli studi in architettura è stato un valente tecnico presso l’Enel, il suo lavoro tuttavia non gli ha impedito di seguire i suoi numerosi interessi, legati all’amore per il nostro territorio in un incontro continuo fra aspetti ambientali e storici.
Proprio Marco confida che tutto questo è scaturito dal desiderio di scoprire e di conoscere. La curiosità, fa parte di lui da sempre, forse da quando ancora molto piccolo, ascoltava le storie del babbo Domenico, che aveva vissuto la guerra in Russia; nella sua mente di bambino prendevano vita luoghi e personaggi sconosciuti: immense distese di neve, battaglie con cannoni e carri armati, cosacchi a cavallo con i loro originali cappelli… così uno dei primi libri pubblicati, sarà proprio un omaggio al Padre: “La guerra in terra di Russia di uno stagnino di Marradi”. Domenico era davvero una persona speciale, da autodidatta studiava e conosceva la storia che considerava: magistra di vitae; di lavoro faceva l’artigiano come stagnino e docciaio, con un anima d’artista che si concretizzava nel realizzare bellissimi piatti rame, vere opere d’arte. Amava l’impegno politico e molti ricordano ancora la sua oratoria colorita e il suo coinvolgimento emotivo in Consiglio Comunale nelle file della Democrazia Cristiana.
Fra le prime passioni di Marco c’è la micologia, infatti è un esperto tartuficoltore e lui stesso produce piantine micorizzate, questo gli ha permesso di conoscere a fondo radure e boschi marradesi con i loro molti abitanti. La curiosità l’ha spinto a scoprire la vita nei boschi anche la notte e così servendosi di un foto trappola ha scoperto un nuovo mondo.
Davanti a una tana dove vivevano istrici e tassi, protetti dal buio, arrivavano i più svariati animali: la volpe, il cervo, il capriolo, molti uccelli fra i quali il falco e addirittura un martin pescatore, Cappelli racconta che la tana diventava una specie di condominio dove all’insegna del rispetto reciproco e delle diversità, si incontravano tante specie di animali che ancora una volta diventavano insegnamento per l’uomo.
Queste immagini hanno sollecitato la fantasia dello scrittore, che oltre e raccogliere in un libro questa esperienza accompagnata da molte foto, lo hanno stimolato a scrivere una favola per bambini, ma anche per adulti. In un villaggio incantato nel ventre della montagna, un uomo per sfuggire allo stress del mondo moderno, decide di vivere in un grande castagno, che è già la casa di un gufo e una civetta, qui avvengono mille avventure, trasformazioni e magie finalizzate alla salvezza del mondo.
Le opere storiche affrontano varie aspetti della storia locale: due volumi sono dedicati alla conoscenza del passato di S.Adriano, altre pagine spaziano dall’assedio dei fiorentini contro Marradi nel 1428 all’ultimo conflitto mondiale, con la Battaglia della Cavallara, l’Eccidio di Crespino e tanto altro.
Le pubblicazioni sono davvero tante e vogliamo soffermarci sull’ ultima fatica:”Marradi il suo territorio” dedicato ai poderi di una volta dopo l’abbandono dagli anni 60 agli anni 80, che con il passaggio inclemente del tempo sono rimasti ruderi che presto scompariranno completamente. Con metodo scientifico sono stati censiti 140 ruderi, sparsi sul territorio Marradese: con un raffronto continuo fra foto aeree dal 1963 fino ai giorni d’oggi.
Marco, come tributo a questo mondo che non esiste più si è servito di testimonianze, di aiuti da parte del gruppo Escursionisti Marradesi, Maggio Ciondolo, che con passione continua a vivere e scoprire le bellezze del nostro territorio, infine servendosi della cartografia regionale.
Davvero un ottimo lavoro che rimarrà per sempre a testimonianza di un passato che sembra lontanissimo, ma che in realtà risale a poche decine di anni fa.
La passione e la curiosità di Marco Cappelli, non si fermano e ha già programmato nuovi lavori dove, ancora una volta, si incontreranno passato e presente e nell’attesa, a lui va il nostro ringraziamento per riuscire a mantenere vive le nostre radici e le nostre identità culturali e ambientali.
Fedora Anforti
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 14 maggio 2024