La mostra di Giuliano Vangi al Mart di Rovereto. Il racconto di un visitatore
ROVERETO – Qualche giorno di ferie sul lago di Garda, e la vicina località di Rovereto fa da calamita per una visita al Mart, il museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, dove si può ammirare una mostra delle sculture di Giuliano Vangi, aperta dal 1 luglio al 30 ottobre di quest’anno.
L’associazione barberinese Amici di Giuliano Vangi ne ha dato ampia notizia, invogliando il pubblico mugellano a visitare l’esposizione di questo grande autore, definito da Sgarbi in persona – ideatore dell’evento, e Presidente del museo – “il più grande scultore italiano vivente”.
Possiamo esserne davvero orgogliosi, e la mostra in questione, dal titolo ‘Giuliano Vangi. Colloquio con l’antico. Pisano, Donatello, Michelangelo’, rappresenta un’opportunità per conoscere meglio un artista originario della nostra terra e di fama internazionale, al quale niente di meno che il Giappone ha dedicato un bellissimo museo personale.
Una cinquantina di opere, fra pitture e sculture, vanno a costituire una sorta di antologia del lavoro di una vita, in un allestimento curato dall’Arch. Mario Botta, progettista stesso del Mart. Personalità di rilevo in campo artistico Botta – essendo a sua volta anche scultore –, con il quale Vangi ha più volte collaborato, decorando alcuni edifici religiosi come la Cappella di Azzano a Seravezza (LU), la Chiesa di Seriate (BG) dedicata a Papa Giovanni XXIII, ed una a Namyang, in Corea.
Negli ampi spazi del Mart a lui dedicati, i lavori dell’artista barberinese hanno trovato la giusta collocazione per essere apprezzati come meritano, spiccando anche rispetto a quelli delle altre tre temporanee installate nella stessa sezione dell’edificio.
Da ognuno di essi si sprigiona infatti una potenza espressiva che, passando da una dimensione figurativa tutta propria, riesce a trasmettere forti emozioni e messaggi diretti. Il tema che li attraversa è l’uomo, con il suo carico di problematiche ad accompagnarlo nel trascorrere del tempo. Diverse le dimensioni che le caratterizzano: da quelle drammatiche a toni di pura sacralità, fino a giungere al disorientamento degli ultimi personaggi, segnati dall’oramai incrinato rapporto con la natura e fra i popoli.
Il materiale scelto è vario: c’è il legno, il bronzo, il marmo e la pietra, perché Vangi conosce le tecniche per lavorare ogni elemento, e poter scegliere quello che più si adatta al manufatto che ha in mente, e che prima di diventare un bozzetto di prova viene sempre tracciato su carta.
Come il titolo stesso della mostra esprime, la rassegna comprende anche opere di antichi maestri dell’arte gotica come Giovanni Pisano e Tino di Camaino, e protagonisti del Rinascimento come Donatello e Michelangelo. Tutte inserite in un percorso che ne esalta i contenuti, rendendo palpabile quella che viene definita dai curatori stessi “la lunga linea di discendenza” che accomuna gli artisti e le loro creazioni, ognuno nel proprio contesto storico.
Giunti al termine di questa galleria che ci catapulta in una dimensione quasi metafisica, fuori e dentro al tempo, non è assolutamente da perdere la proiezione del docufilm realizzato da Emerson Gattafoni e Valeria Cagnoni. Alto, infatti, il valore di questo ulteriore documento sulla vita e l’opera di Vangi, che comprende interventi – fra gli altri – di Mario Botta, Vittorio Sgarbi, ecc., che completano un magnifico ritratto dello scultore, nel quale affiorano le sue stesse parole che, come quelle di chi ama il proprio ‘mestiere’, puntano dritte al cuore.
Un autentico artista mugellano, orgoglioso della sua terra e delle sue radici, che si sostanziano trasversalmente nei valori di autenticità e rispetto verso le persone e le cose, e che accomunano una certa tipologia di soggetti dal carattere tenace e dalla scorza dura. L’auspicio è dunque che dalle nostre parti in molti colgano l’occasione di visitare l’esposizione al Mart di Rovereto, e di avvicinarsi alla conoscenza del Maestro Vangi. Anzi, sarebbe bello – e certamente c’è chi ci avrà già pensato – che venissero pure organizzati dei viaggi in pullman in quella direzione, per rendere il giusto onore a un grande artista e a un grande uomo, che ci rende ancor più fieri di appartenere al Mugello.
Elisabetta Boni
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 31 Luglio 2022