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Mugello, tre stelle Michelin

MUGELLO – Non solo tortelli di patate, di più, molto di più. Da secoli e ovunque. Le prove? Parecchie. Del resto, dove ci sono strade importanti, lì troverai locande e osterie. Sui passi la tradizione continua ed esalta la qualità. Altrove prevale Arlecchino.

Allora, parlo dei secoli a cavallo tra la morte di Michelangelo e ieri mattina, da quelle locande – ci si mangiava e ci si dormiva – passarono in tanti, soldati, mercanti, artisti, uomini di governo e pellegrini straccioni. Lo spazio mi obbliga a scegliere. Propendo per gli uomini illustri.

Montaigne il saggio s’incupì al passaggio da Scarperia. Un oste, consapevole di avere di fronte a sé un gran signore, lo inseguì, lo strattonò perché scegliesse la sua locanda. Addirittura si narra gli promettesse una lepre pur di alloggiarlo nelle sue stanze.

Il marchese De Sade, invece, scelse la taverna de Le Maschere, di proprietà dei marchesi Gerini. Non giudicava l’ostello di Covigliaio all’altezza di un nobile. Non sappiamo cosa abbia mangiato. Nel menù, secondo il ricordo di una nobile inglese di passaggio verso la Futa, spiccavano maialino arrosto (inclusa la coda) ed erbe varie.

Poche miglia più a nord, a Santa Lucia, fece sosta due volte Beppino Garibaldi. Nel 1848 pagarono i suoi ufficiali il poco che riuscirono a rimediare nell’osteria oggi Gualtieri.  Nel 1849 il generale fu salvato da Teresa, la figlia dell’oste. Lo strappò dalle mani austriache nascondendolo in un pagliaio.

A Covigliaio, invece, pranzarono scrittori, re – Carlo Alberto – e addirittura uno zar. Il russo vi abbandonò un libro contabile relativo ai traffici marittimi della flotta moscovita. È ancora nelle mani della vecchia proprietà. Non basta. Anche Tyrone Power, obblIgato da una tormenta di neve, soggiornò un paio di giorni lassù, sfamato a tortellini in brodo e polenta. Di più. Leggersi la storia dei due studenti bolognesi che idearono il tricolore. Il Sant’Uffizio papalino andò a prenderseli proprio a Covigliaio.

Che la strada tra Bologna e Firenze transitante per la Futa fosse un secolo fa la vera autostrada nord/sud non è una novità per nessuno. Non lo era nemmeno per Mussolini. Al ristorante con camere eretto dai Sozzi sul passo si fermò più di una volta. Spesso in privato, in compagnia di signora, ma non era Rachele.

Veniamo a noi, proprio a noi.

Il ristorante Il Palagio in Scarperia è uno dei preferiti da Valentino Rossi. Ci desina spesso quando il circo due ruote fa sosta al Mugello. A sua volta, Pieraccioni i locali mugellani se li è girati tutti (o quasi). Era giustificato dal dovere: girava un film.

Ascoltami bene: il tour gastronomico sulle tracce della nobiltà è ancor oggi fattibile. All’appello manca qualcuno, è vero, ma c’è qualcun altro proprio nei pressi delle antiche locande de Le Maschere e di Covigliaio. Provare per credere.

Riccardo Nencini

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 giugno 2019

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